Fuori da qui

In diretta dall’Egitto: ormai ci siamo

21 Maggio 2012 7 min lettura

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In diretta dall’Egitto: ormai ci siamo

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Jasmine Isam 
@valigiablu - riproduzione consigliata 
Jasmine Isam è nata a Roma da padre egiziano e madre italiana. Dal 1997 vive al Cairo con il marito archeologo col quale gestisce un'AGENZIA DI VIAGGI. Mamma di due bambini sostiene la Rivoluzione alla quale partecipa in piazza e attraverso un suo BLOG che stiamo ospitando.   


Ormai ci siamo
Manca solo un giorno ai fatidici 23
e 24 maggio.
Ormai ci siamo.
Finalmente, dopo un anno e tre
mesi dalla caduta di Moubarak, dopo centinaia di vite distrutte, dopo
incidenti, violenza e dolore, siamo arrivati al punto.
Che sia un
punto di inizio oppure un punto finale, questo lo vedremo nei
prossimi giorni, con la speranza che il Popolo faccia una scelta
giusta, indipendente e consapevole.
Sono 13 i candidati
presidenziali, ma i nomi di spicco, quelli che per così dire
si contendono la sedia, sono in definitiva 5. E sono i personaggi più
conosciuti, quelli che in passato nel vecchio regime o nel presente
post Rivoluzione hanno fatto parlare di sé.
Vi presento
coloro che in questi giorni hanno invaso i muri delle città
egiziane, le televisioni e i discorsi di ogni singolo cittadino di
questo Paese.
AHMED SHAFIK

Inizierò con colui che vorrei
vedere come ultimo nella lista delle preferenze elettorali, anche se
so che purtroppo non è e non sarà così.

Ahmed
Shafik, ex primo ministro del regime Moubarak, scelta obbligata
durante la Rivoluzione al fine di placare gli animi (secondo Hosni
naturalmente), è il candidato del vecchio regime. Militare,
appoggiato segretamente dalla giunta militare, Shafik promette di
risistemare l'Egitto in pochissimo tempo e in pochissime mosse.
L'essenziale, dice, è continuare a seguire il giusto modello,
ovvero quello di Moubarak, suo idolo e fonte di ispirazione.
Ha
garantito che la polizia e la sicurezza in Egitto non saranno più
un problema, in quanto sa bene come gestirle, e che piazza Tahrir è
un problema risolvibile, qualora qualcuno dei rivoluzionari volesse
ribellarsi ad una sua possibile presidenza.
"Purtroppo la
Rivoluzione è in qualche maniera riuscita e Moubarak se ne è
andato, ma io rimedierò", dice.
Ahmed Shafik raccoglie molte
preferenze tra i sostenitori del vecchio regime, gli appartenenti al
gruppo "Ehna Asfin Ya Rais" (scusaci Presidente), tra i
delusi dei Fratelli Musulmani che ora pensano che si stava meglio
prima, e tra i business men egiziani.
La sua campagna elettorale,
tra le più costose, ha riempito l'Egitto della sua faccia e
della sua voce.

Indimenticabile e storica la reazione di un
cittadino di Aswan che durante una conferenza gli ha lanciato una
scarpa in fronte.
ahmed shafik.jpg

DR. MOHAMMED MORSY


Presidente del partito "Libertà
e giustizia" dei Fratelli (non) Musulmani, Morsy è il
candidato, al pari di Shafik, temuto dai rivoluzionari.

La sua
candidatura è la prova dell'incoerenza e della falsità dei
Fratelli (non) Musulmani che sin dall'inizio avevano garantito che
nessuno del loro gruppo si sarebbe candidato alle presidenziali.

La
sua campagna elettorale è stata spettacolare e costosissima,
con tanto di catena umana dal Cairo ad Aswan (1.200 chilometri)
proposta per entrare nel guinnes dei primati.

Catene di automobili
hanno bloccato tantissimi quartieri del Cairo e un bambino di meno
di 8 anni è rimasto ucciso, investito da una di queste auto a
Giza.

Morsy, di estrema destra, assicura un futuro di sviluppo nel
Paese, dichiarando però che l'infibulazione (pratica
considerata illegale e punibile dalla legge egiziana) sia una
scelta di ogni singola famiglia.

È il candidato della
classe povera, di quella fetta di egiziani che crede che la religione
e la politica debbano essere tutt'uno, soprattutto se l'ideologia è
supportata da qualche chilo di riso e di zucchero.
I quartieri più
poveri del Cairo sono invasi dalle sue foto, mostrate con orgoglio da
negozianti e tassisti convinti che nessuno più di lui sarà
in grado di rimettere in moto l'Egitto.

dr. mohammed morsy.jpg

DR. ABDEL MONEIM ABOUL FOTOUH

Aboul Fotouh, segretario generale della
Lega dei Medici Arabi, è un dottore egiziano di fama
internazionale, da sempre impegnato nelle zone meno fortunate della
terra dove porta supporto medico e aiuti.
È stato in prima
linea durante la Rivoluzione egiziana e suo figlio è rimasto
ferito durante l'attacco dei cammelli in piazza Tahrir del 3 febbraio
2011.
Candidato di destra ed ex membro del
gruppo dei Fratelli (non ) Musulmani, è stato espulso dal
gruppo perché voleva candidarsi alle presidenziali mentre loro,
dicevano, di non volerlo.
Ad oggi si vocifera che sia appoggiato
segretamente proprio da loro, anche se sembra che queste voci di
corridoio mirino solamente a fargli perdere punti e voti.
Anche se
in disaccordo con l'ideologia salafita, Aboul Fotouh è stato
scelto dal partito Nour come candidato pubblico proprio perché
ex membro del gruppo dei Fratelli (non) Musulmani.
Questa
involontaria scelta gli è costata un po', perché in
molti hanno deciso di non votarlo perché appoggiato dai
salafiti.
È comunque molto amato in Egitto, soprattutto
dagli studenti, per le sue idee liberali ed è risultato anche
il più amato dagli egiziani all'estero.
È stato ed è
un candidato a mio avviso coerente e anche se non è tra le
mie preferenze, lo considero il minore dei mali.

Bellissimo il
confronto, l'unico, tra lui ed Amr Mousa, trasmesso in contemporanea
su due canali egiziani e durato ben sei ore. Potete guardarne un
estratto QUI.
dr. abdel moneim aboul fotouh.jpg
AMR MOUSSA

Amr Moussa è stato ministro
degli esteri egiziano dal 1991 al 2001 e presidente della Lega Araba
dal 2001 al 2011.
Anche se appartenente al vecchio regime Mousa, a
differenza di Shafik, è amato dal Popolo egiziano.
Ai tempi
di Moubarak si era imposto con determinazione a favore della causa
palestinese diventando un vero e proprio idolo per gli egiziani,
tanto che gli fu dedicata anche una canzone.
Proprio la sua
determinazione e il favor popolare in pieno scontro con il vecchio
regime lo ha portato alla Lega Araba, per punizione e per "tenerlo
a bada".
Liberale e conosciuto all'estero, è
considerato un personaggio internazionale, uno 'state man'.
La sua
esperienza politica, mista alla popolarità, è una carta
importante e validissima in queste elezioni.
È tra i
favoriti di coloro che vogliono la stabilità internazionale in
prima linea e un cambiamento a metà, affidandosi a chi
già conosce questo paese e a chi ha già dimestichezza
politica.
Ha dichiarato che non cambierà casa se dovesse
divenire Presidente e che l'istruzione e la sanità sono tra le
cose più importanti da "aggiustare" in Egitto.

È
tra i favoriti anche dalla Comunità Copta, insieme a Shafik.
amr moussa.jpg

HAMDEEN SABAHI

Hamdeen Sabahi, candidato di sinistra,
è senza dubbio uno dei personaggi più nuovi e "puliti"
delle presidenziali.
Ex presidente del partito "El Kharama"
(la dignità), Hamdeen ha sostenuto la Rivoluzione sin
dall'inizio, dormendo in piazza con i rivoluzionari.
È stato un parlamentare nel 2005
ma fu presto mandato a casa perché raccoglieva troppi
consensi.
Giornalista e padre di un regista e di una presentatrice
televisiva, Sabahi è il candidato della libertà. È
sostenuto da grandi artisti, cantanti e attori e dai movimenti
rivoluzionari.
È considerato il nuovo Gamal Abdel Nasser,
il presidente egiziano amato da tutto il mondo arabo che guidò
questo paese dal 1956 al 1970. Socialista come lui, mira ad una
parità economica e, dice, che "sotto il suo governo non
ci saranno ricchi che diventano poveri, ma solo poveri che diventano
ricchi".
La sua campagna elettorale è stata notevole e
il suo viso è apparso dappertutto.

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È considerato
"uno del Popolo".
hamdeen sabahi.jpg

L'Egitto è in grande
attesa.
Venerdì, dopo la preghiera, distribuivano davanti
le moschee e un po' dappertutto al Cairo dei volantini di
un'organizzazione popolare, "Shayfeencom" (vi vediamo), per cercare 200.000 volontari per controllare che le elezioni
procedano in maniera regolare e corretta. Potete visitare il sito
QUI.
Domenica è stata l'ultima sera in cui i candidati
presidenziali potevano cercare di convincere il Popolo a votarli, da ieri silenzio e riflessione.
Anche questa volta saranno
attribuiti dei simboli ai candidati, per agevolare gli analfabeti a
votare liberamente e senza aiuti.
Nonostante abbia cambiato
residenza per poter votare vicino casa, dovrò comunque recarmi
a Giza. Credo che mi porterò dietro i viveri per
l'occorrenza.

Il 23 e 24 maggio inizia un nuovo capitolo per
l'Egitto. Gli egiziani stanno riscrivendo la loro storia.
Sono
profondamente orgogliosa di poter assistere ad un momento epocale
come questo.  

IL TURISMO SCENDE DI NUOVO IN PIAZZA

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