Fuori da qui

In diretta dall’Egitto: l’errore di Moubarak

3 Aprile 2012 3 min lettura

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In diretta dall’Egitto: l’errore di Moubarak

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3 min lettura
Jasmine Isam 
@valigiablu - riproduzione consigliata 
Jasmine Isam è nata a Roma da padre egiziano e madre italiana. Dal 1997 vive al Cairo con il marito archeologo col quale gestisce un'AGENZIA DI VIAGGI. Mamma di due bambini sostiene la Rivoluzione alla quale partecipa in piazza e attraverso un suo BLOG che stiamo ospitando.   
L'errore di Moubarak
In questi giorni, in cui le elezioni
presidenziali si stanno avvicinando, il mondo politico egiziano è
in vero e proprio subbuglio.

Finalmente, dopo i pochi mesi in
cui il nuovo Parlamento egiziano si è, per così dire,
occupato del Paese, si è giunti alla resa dei
conti.
Finalmente, aggiungerei io, la maggioranza politica si è
mostrata al 100% per quella che è, dando un nuovo, ennesimo
schiaffo alla fiducia del Popolo.

Come abbiamo molte volte
detto, i Fratelli Musulmani sono giunti al potere politico perché,
negli anni passati, negli anni in cui la dittatura spadroneggiava e la
gente non aveva alcun supporto sociale, erano in prima fila per i
bisognosi, aiutando socialmente ed economicamente quel 40% di
egiziani che non riusciva neanche a sopravvivere.
Questo ha fatto
sì che alle elezioni parlamentari fossero i più amati
proprio da quel 40% di egiziani, la maggioranza.

Il Gruppo dei Fratelli Musulmani, un
gruppo di business men, di uomini ricchi con proprietà
turistiche e non di valore, seguiti dai giovani Fratelli Musulmani,
emancipati e meno affaristi ma sempre assetati di potere, in questi
mesi non ha fatto altro che approfittare della fiducia data dal
Popolo. 

E così, dopo aver espulso dal loro gruppo il dr.
Abdel Moneim El Fottuh perché deciso a candidarsi alle
presidenziali e quindi in contrasto con la decisione di non candidare
un appartente al gruppo, ecco qui che a candidarsi è Khairat
el Shater.
Non uno qualsiasi, ma il numero due del Gruppo. E non
solo.
Khairat, anche lui grande uomo d'affari nascosto dalla
camaleontica pio-barba da islamista convinto, ha dei precedenti
penali che non dovrebbero permettergli la candidatura alle
presidenziali.

Il gruppo dei Fratelli Musulmani, spaventato
forse dal grande consenso raggiunto, anche all'interno del gruppo da
parte dei giovani, dal dr. Abdel Monei El Fottouh, ha deciso di
mettersi in piazza ignorando le conseguenze della decisione presa?
Oppure è proprio Khairat il predecessore scelto dalla Giunta
Militare per il "nuovo" Egitto?

Il Partito Salafita
Nour, intanto, è come sempre preoccupato di cose più
importanti: creare spiagge per turisti e spiagge per egiziani,
dividere gli ambienti di lavoro tra uomini e donne.. Decisioni
dure in un periodo così cruciale per l'Egitto.
Sono queste,
però, le uniche decisioni che è in grado di
prendere.
Quanta responsabilità ed impegno nel trovare una
soluzione, anche approssimativa, alla degradante situazione sanitaria
egiziana, ad esempio? Non è più facile parlare di bikini o
divieti che di soluzioni?

Moubarak, (e chi prima di lui) è
palese, fece un grande errore.

Se avesse dato libera parola ai
Fratelli Musulmani e ai Salafiti negli anni scorsi, invece che
sopprimerli creando in loro e di loro l'immagine delle vittime, già
in passato avrebbe dato l'opportuntà di rivelarsi per quello
che erano e che sono.

Invece, segregandoli, li ha quasi
beatificati di fronte alla maggioranza del Popolo, portando la
politica egiziana al punto in cui si trova ora.


Sono candidati
alle presidenziali più di 1.000 personaggi e tra quelli di
spicco, oltre a Khairat, c'è Omar Soleiman, il braccio destro
di Moubarak.

Ieri, intanto, gruppi di manifestanti,
dopo essersi organizzati nei giorni scorsi su Facebook, si sono
diretti alla volta del muro creato dai militari lo scorso dicembre in
via Mohammed Mahmoud. La decisione è quella di buttarlo giù
una volta per tutte e riaprire le strade al traffico
cittadino.

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Concluderei con due cose:

1) ringrazio i
Fratelli Musulmani ed i Salafiti per aver spontaneamente deciso che
non faranno parte del nuovo Parlamento a seguito della Presidenza.
Sono positivamente convinta che in pochi li voteranno.

2) La
rivoluzione egiziana non è mai finita. È solo in stand by.  

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