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Sarkozy in guerra con Le Monde

15 Settembre 2010 2 min lettura

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Sarkozy in guerra con Le Monde

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2 min lettura

C'è un Paese (la Francia) dove un quotidiano (Le Monde) mette sotto accusa un esponente del governo presieduto da Nicolas Sarkozy, il quale, per tutta risposta, non esita ad usare gli agenti segreti per imbavagliare l'avversario: la storia merita di essere raccontata.

Accade infatti che Eric Woerth, ministro del Lavoro, intrattenga rapporti d’affari non proprio limpidissimi con una signora di nome Liliane Bettencourt: tutta la faccenda è ben riassunta in questo video.





Per il Presidente il colpo è duro: il peggio deve ancora arrivare, come dimostreranno le settimane a venire: l’Unione Europea avvierà due procedure di infrazione a carico del suo governo, reo di avere adottato provvedimenti di espulsione a carico dei Rom residenti in Francia.
Come se non bastasse, lo stesso Woerth si rende ancor più impopolare varando una riforma previdenziale che innalza l’età minima pensionabile da 60 a 62 anni, provocando la prevedibile e irosa protesta dei diretti interessati.

Finora, l’unica vera conseguenza politica dell’affaire Woerth-Bettencourt sono state le dimissioni del ministro dalla carica di tesoriere dell’Ump, il suo partito ma anche quello di Sarkozy.
Ma è chiaro che i risvolti mediatici della faccenda rischiano di essere molto più gravi, per tutti i protagonisti, a iniziare dal Presidente, al quale Le Monde ha dovuto ricordare che non si usa il controspionaggio per sapere chi ha imbeccato i reporter: tradotto, il giornalista, nell’esercizio della sua professione, ha il diritto di mantenere anonima la propria fonte.
Nell’ordinamento francese, questa è una norma che è stata introdotta sotto la presidenza Sarkozy (ehm).

Per violarla, l’inquilino dell’Eliseo non ha esitato a chiedere soccorso al D.C.R.I., un organismo di intelligence che di solito si occupa di anti-terrorismo ma – dicono i maligni – in passato è andato anche a ficcare il naso nelle vite private dei coniugi Sarkozy-Bruni.

Tutto da dimostrare nelle sedi opportune, insomma, ma in Francia, almeno, si discute – ed è già molto – sul comportamento pubblico del capo di Stato e di un suo ministro, grazie a una stampa che non si tira indietro nemmeno di fronte all’antiterrorismo. E pensare che appena più a Sud, qui da noi, per imbavagliare tv e giornali l’omologo di Sarkozy ha tentato l’uso improprio del Parlamento...

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