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La controffensiva ucraina è iniziata

10 Giugno 2023 8 min lettura

La controffensiva ucraina è iniziata

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Completare la conquista del Donbas entro la fine del mese di marzo del 2023. È questo l'ambizioso compito con cui il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha salutato, nelle prime settimane di gennaio, la nomina a comandante del Gruppo Congiunto di Forze Russe in Ucraina del generale Valeriy Gerasmiov.

Celebre per la dottrina di guerra ibrida che porta il suo nome, Gerasimov ha così preso il posto del generale Sergei Surovikin, nominato a sua volta comandante del Gruppo Congiunto all'inizio di ottobre e sotto al cui comando le truppe russe, incalzate dalle Forze Armate Ucraine, erano state costrette sulla difensiva dopo due due brucianti sconfitte: la ritirata dalla città di Kherson e la rotta subita in settembre nell'Oblast di Kharkiv in occasione della quale le Forze Armate Ucraine avevano liberato più di 6000 chilometri quadrati di territorio occupato.

A Gerasimov è stato perciò chiesto di cambiare l'inerzia del conflitto, pianificando ed eseguendo una serie di operazioni offensive che, nel corso dell'inverno hanno effettivamente avuto luogo, sviluppandosi lungo diverse direttrici del fronte: quella di Svatove-Kreminna, quella di Bakhmut, quella di Marinka e quella di Vulhedar.

Lo sforzo offensivo russo orchestrato da Gerasimov si è tuttavia infranto contro le difese ucraine, con la sola eccezione di Bakhmut. Dopo più di otto mesi, in quella che ad alcuni analisti è apparsa come una vittoria di Pirro, Bakhmut è caduta in mano russa a un costo elevatissimo in termine di perdite umane e materiali, difficilmente giustificabile dato lo scarso valore strategico rivestito dopo la liberazione dell'Oblast di Kharkiv.

Così, nel corso della primavera, mano a mano che lo slancio russo è andato esaurendosi, hanno cominciato a rincorrersi, sempre più insistenti, le voci a riguardo di un'imminente offensiva ucraina. Nel corso dei mesi invernali, infatti, l'Ucraina non si è limitata a difendersi, ma si è impegnata in un considerevole sforzo diplomatico per assicurarsi il sostegno politico e materiale necessario per guadagnare nuovamente l'iniziativa e il passo necessari ad aprire una nuova fase del conflitto.

Le recenti forniture di moderni carri armati da battaglia, mezzi corazzati da combattimento, veicoli blindati per il supporto ingegneristico, pezzi d'artiglieria e obici semoventi sono uno dei risultati più eclatanti di questo sforzo, permettendo alle Forze Armate Ucraine di creare ed equipaggiare ben otto nuove brigate. Ai mezzi di terra si sono aggiunti anche i missili a lungo raggio Storm Shadow, consegnati dal governo britannico all'Ucraina, dotando l'aviazione del paese di una nuova capacità, quella di colpire l'invasore russo nelle retrovie grazie ai missili a lungo raggio.

Una capacità che potrebbe venire ben presto integrata dai caccia multiruolo F-16, di cui il presidente statunitense Joe Biden ha autorizzato la fornitura da parte di altri paesi disponibili a farlo. Seppure non in modo risolutivo, gli F-16 contribuirebbero anche a migliorare la difesa dello spazio aereo ucraino, permettendo all'aviazione del paese di intercettare i bombardieri russi a maggiori distanze di quelle raggiunte dagli obsoleti Mig 29 a cui è attualmente affidato questo compito.

"Nonostante la forte resistenza e i tentativi del nemico di mantenere le posizioni, le nostre unità militari sono avanzate in diverse direzioni durante i combattimenti". Alla luce di questi sviluppi, in molti hanno letto, in queste parole pubblicate lunedì 6 giugno dalla vice ministra della Difesa ucraina Hanna Maliar, l'inizio dell'annunciata controffensiva ucraina. Ma è davvero così?

Quali elementi segnalano la controffensiva ucraina?

Per rispondere è opportuno analizzare il contesto per capire in che modo potrebbe svolgersi una possibile controffensiva ucraina. Ci vengono in aiuto, allora, le vittoriose offensive che nella seconda metà del 2022 hanno portato alla liberazione di Kharkiv e Kherson. Pur con una serie di differenze, possiamo isolare da quelle operazioni una serie di elementi per capire meglio lo stile di combattimento adottato dai comandi ucraini per contrastare e neutralizzare la forza d'invasione.

Il primo elemento è costituito dagli attacchi in profondità contro le loro retrovie. È quanto successo la scorsa estate dopo la fornitura degli ormai celebri lanciarazzi HIMARS, utilizzati dai comandi ucraini per colpire la logistica, i raggruppamenti di truppe e i centri di comando e controllo russi, costringendo il nemico ad allontanare tali strutture dalla linea del fronte, disarticolandone l'organizzazione e compromettendo così di conseguenza la capacità di risposta.

Il secondo elemento è costituito invece da una serie di esche e diversivi di diversa natura, volti a distrarre l'attenzione del nemico e a metterlo in una situazione di allarme costante che lo metta nella condizione di dover frammentare la sua concentrazione.

Inoltre, ed è il terzo elemento, sarà possibile assistere a una serie di attacchi localizzati e distribuiti lungo tutto il fronte che potrebbero dare il via alla fase più dinamica della controffensiva. Attacchi funzionali a saggiare la tenuta delle linee di difesa russe che, a differenza di quanto accaduto durante l'offensiva su Kharkiv, le truppe d'invasione hanno avuto il tempo di preparare durante l'inverno.

Ma tali difese, per essere efficaci nel fermare un eventuale attacco nemico, devono essere presidiate da un numero sufficiente di personale. L'alto numero di perdite subito nel corso delle offensive invernali solleva più di un dubbio sull'effettiva capacità delle truppe russe di difendere in modo efficace l'intero fronte.

Se nel corso di questi attacchi le forze armate ucraine dovessero trovare un settore del fronte sguarnito, riuscendo a superare le prime linee di difesa, è a quel punto che potremmo assistere al quarto elemento di una possibile controffensiva ucraina: lo sfondamento.

Come già accaduto nelle offensive su Kharkiv, una volta trovato un varco nelle difese avversarie è probabile che le forze armate ucraine lo sfruttino per penetrare rapidamente in profondità dietro le linee russe, scompaginandone l'organizzazione e causando il panico.

Una tattica nota col nome di thunder run, per eseguire la quale sono fondamentali i cosiddetti IFV (infantry fightin veichle) come gli statunitensi M2 Bradley o i tedeschi Marder, che fanno entrambi parte dei pacchetti di aiuti militari forniti nei mesi scorsi all'Ucraina.

Nell'eseguire questo genere di operazioni combinate, gli ucraini sono avvantaggiati dal fatto di controllare le linee interne del fronte che permettono loro di muovere più rapidamente rispetto ai russi le proprie truppe da un settore all'altro, per sfruttare l'apertura di varchi nelle difese nemiche. 

Chiariti questi elementi, possiamo provare a valutare gli eventi in corso per capire se la controffensiva ucraina è iniziata.

Il 16 maggio, per esempio, la CNN, citando come fonte due ufficiali statunitensi e uno occidentale, riporta la notizia che l'aviazione ucraina avrebbe colpito bersagli nelle retrovie russe usando i missili a lungo raggio Storm Shadow britannici. Notizia confermata qualche giorno dopo da una foto circolata sui social che mostra un bombardiere SU24MR di epoca sovietica trasportare proprio una coppia di Storm Shadow. Alla fine di aprile, in un articolo pubblicato su Forbes, era stata invece discussa una lunga e documentata serie di attacchi condotti dalle forze armate ucraine contro i centri di comando russi.

Alla luce di notizie simili, il primo elemento di una possibile controffensiva sembra essere perciò confermato dagli eventi. Così come sembra essere confermato il secondo, ovvero l'esecuzione di una serie di diversivi. Le continue incursioni della Freedom of Russia legion e dei Russian volunteer corps in diverse regioni russe situate lungo il confine con l'Ucraina potrebbero avere come obiettivo quello di costringere i comandi russi a rivolgere la loro attenzione altrove rispetto al fronte, destinando alla difesa del territorio russo uomini e mezzi altrimenti utili a difendere i territori occupati, così come quello di generare instabilità, confusione e panico nella popolazione.

È notizia degli scorsi giorni che le forze armate ucraine avrebbero riconquistato una serie di posizione nei dintorni di Bakhmut e stanno eseguendo una ripetuta serie di attacchi a sud di Zaporizhzhia, confermando così coi fatti anche il terzo elemento costitutivo della controffensiva che sembrerebbe così ufficialmente iniziata. Una valutazione condivisa anche da due dei più preparati e affidabili analisti militari, il docente di studi strategici Philipps P. OBrian e il generale in pensione dell'esercito australiano Mick Ryan.

In attesa di capire se questi sforzi porteranno a uno sfondamento delle linee o se le difese russe saranno in grado di reggere l'urto, è importante domandarsi anche attraverso quali elementi si potrà definire il successo o l'insuccesso della controffensiva.

Un framework per definire la vittoria

A venirci in aiuto per rispondere a questa domanda è ancora Mick Ryan che, in una doppia uscita della sua newsletter (qui la prima parte e qui la seconda parte), ha provato a delineare un framework per definire le condizioni in cui la controffensiva potrà essere definita vittoriosa o perdente.

In primo luogo, il fallimento o il successo di un'operazione militare di simile portata deve essere valutato in base a cinque criteri:

  • obiettivi - il grado di successo o fallimento deve essere collegata a un obiettivo, dal momento che nessuna azione militare avviene in modo avulso dal contesto;
  • semplicità - il grado di successo o fallimento deve essere immediatamente comprensibile;
  • fattibilità: direttamente collegato al secondo criterio, la fattibilità serve a valutare quanto realistiche siano le possibilità che un'azione dia i risultati sperati, grazie alla semplicità dei suoi parametri e a un chiaro collegamento agli obiettivi da raggiungere;
  • scalabilità - utile per adattare i parametri di valutazione ai diversi ordini di grandezza con cui ci si confronta;
  • temporalità - il grado di successo o fallimento deve essere misurato in base a diversi ordini di grandezza temporali, per calibrare i risultati nel breve e nel lungo periodo.

Oltre a questi criteri di valutazione, il grado di successo o fallimento di un'operazione militare deve essere anche ponderato a quattro diversi livelli:

  • quello tattico - dove si pianificano azioni di contatto col nemico per ottenere obiettivi militari;
  • quello operativo - dove si coordinano diverse azioni tattiche per ottenere obiettivi militari e strategici;
  • quello strategico - dove gli obiettivi politici vengono tramutati in azioni a livello operativo e tattico;
  • quello politico - dove si formano gli obiettivi politici, si legittima l'azione militare e si negoziano questi aspetti rispetto al consenso della popolazione.

Tenuto conto di questi di questi criteri ed elementi, Ryan propone una lista di indicatori di successo:

  • la capacità di generare effetto sorpresa a livello tattico e operativo;
  • la capacità di disarticolare o distruggere le riserve, la logistica e i centri di comando e controllo russi prima delle operazioni offensive per limitare la capacità di reazione del nemico;
  • la capacità di liberare territorio occupato;
  • la capacità di guadagnare posizioni utili per pianificare la liberazione della Crimea;
  • la cattura e/o la distruzione di un considerevole numero di forze nemiche;
  • la capacità di preservare forze a sufficienza per difendersi e pianificare ulteriori operazioni offensive nel momento in cui andrà ad esaurirsi l'iniziativa guadagnata;
  • la capacità di dimostrare agli alleati internazionali la portata del proprio successo;

e una lista di indicatori di fallimento:

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  • la mancata liberazione di territori;
  • l'incapacità di catturare e/o distruggere una parte consistente della forza combattente nemica;
  • l'incapacità di apprendere nuove capacità di combattimento;
  • l'incapacità di anticipare le e adattarsi ai mutamenti del campo di battaglia;
  • l'incapacità di proiettare all'esterno il proprio successo.

Ora che la controffensiva è ufficialmente iniziata e, con essa anche le operazioni di guerra informativa volte a sollevare la cosiddetta "nebbia di guerra", il framework e gli indicatori messi a punto da Ryan nei suoi due articoli sono strumenti preziosi a nostra disposizione per orientarsi nel caos di informazioni in cui, inevitabilmente, verremo precipitati nelle prossime settimane.

Una lezione di cui sarà opportuno tenere conto anche in futuro perché, difficilmente, la controffensiva che si sta sviluppando in queste ore potrà essere risolutiva di un conflitto che, contrariamente alle aspettative di Putin nel momento in gli ha dato inizio, durerà ancora a lungo.

Immagine in anteprima: Frame video Sky News via YouTube

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