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Berlusconi per sempre, è lui il primo vero candidato alle prossime politiche

13 Ottobre 2011 2 min lettura

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Berlusconi per sempre, è lui il primo vero candidato alle prossime politiche

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Ora i governi li fanno gli elettori e non una casta di capipartito

Lo ha detto Silvio Berlusconi, stamattina, alla Camera.
Lo ha detto un ex capo-partito, ora Presidente del Consiglio eletto, a suo dire, per diretto mandato del popolo. 
È falso: il centrodestra, nel 2008, non ha raccolto il 50%+1 dei voti degli aventi diritto, ma 17 milioni di consensi alla coalizione (dunque, non direttamente al candidato Berlusconi), ben dieci in meno degli elettori del referendum. La sua legittimazione non è dunque popolare ma procedurale. 
È la legge elettorale (con tutte le sue devianze, liste bloccate e vitalizi in primis), prima del mandato popolare, a tenerlo ancora in vita.

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Sono abbastanza d'accordo con chi sostiene che la prossima campagna elettorale sia iniziata oggi. 

Nella sostanza, i 19 minuti dei 12 sbadigli di Bossi non aggiungono e non sottraggono nulla ai problemi del Paese. La fiducia non farà approvare il rendiconto dello Stato. E anche un'eventuale (e rapida) risoluzione di quella controversia non modificherà le difficoltà politiche del Governo. 
I quattro mulinelli del dissenso interno, ossia Scajola/Pisanu, Responsabili, Tremonti e Bossi/Lega, continueranno ad agitarsi e a fare la loro partita. Lo snodo sarà il condono: Scilipoti favorevole, Bossi e Tremonti contrari, gli ex-democristiani silenti. 
Accontentare tutti, al momento, è impossibile. O qualcuno si arrende, o cade Berlusconi. In entrambi i casi, il Premier si è conquistato una via d'uscita. 
Oggi è comunque una giornata importante per il Premier, perché si è riposizionato. Nella stessa zona di elettorato del Movimento5Stelle, dell'indignazione, dell'antipolitica, persino di Renzi e di Montezemolo. Punta direttamente al 40% degli italiani che oggi non andrebbero a votare, partendo da ciò che resta, dal 24% di fiducia che ancora gli rimane. 
Chiaramente oggi si trova in una posizione di scarsa credibilità, ma ha un anno e mezzo di tempo, sei televisioni, tanti soldi e una macchina dell'immaginario ancora fortissima per risalire la china. 
Berlusconi dovrà sparire, dovrà fare una campagna senza corpo, senza immagini, senza donne, senza carne. Dovrà costruire tutto il suo progetto attorno a un'idea: io sono oltre la politica.

Ha parlato di elezioni nel 2013, facendo finta di ignorare il burrone che è lì davanti a sè. E soprattutto ha dato la sensazione di essere intenzionato a candidarsi, a non farsi da parte. 

È forse il primo vero candidato alle prossime politiche, mentre a destra tutti dicono 'Primarie' (e nessuno si candida), a sinistra idem, al centro aspettano ciò che dicono i due poli (pur professandosi contro il bipolarismo, in realtà ne sono dipendenti). 
Se non fosse per l'anagrafe per la stanchezza e per l'eccessivo accumulo di comportamenti 'unfit', Berlusconi sarebbe ancora il pericolo numero uno. 
Ma non ci possiamo accontentare di vederlo implodere, perché potrebbe non implodere mai. Non è un caso se i gossip parlano di 'Italia per sempre' come nome del prossimo partito. 
Una minaccia, più che un auspicio.
Dino Amenduni
@valigiablu - riproduzione consigliata

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