Agli autori del gruppo Mondadori: non comprerò più i vostri libri
2 min letturaVito Mancuso, dalle pagine e dal sito de La Repubblica, ha posto una questione morale su come poter continuare a pubblicare con la Mondadori dopo l’ennesimo provvedimento ad personam di questo governo, che ha di fatto cambiato una maxi-vertenza con cui la Mondadori avrebbe dovuto dare al fisco (e quindi allo Stato, a noi cittadini) se avesse perso il terzo grado di giudizio 350 milioni di euro, commutando la somma in 8,6 milioni di euro.
Ma, a ben guardare, la questione morale è assai più vecchia, andrebbe fatta risalire alla guerra di Segrate, al Lodo Mondadori e, soprattutto, al processo per il Lodo Mondadori.
Da lettore posso dire che, ormai, certi libri non hanno lo stesso sapore, certe parole non hanno lo stesso peso, nella palese ed evidente consapevolezza che, volenti o nolenti, contribuiscono in modo organico ad uno status quo che rende il nostro paese un’anomalia infelice o grottesca, di sicuro non democratica.
Da lettore posso dire che, ormai, certi libri non hanno lo stesso sapore, certe parole non hanno lo stesso peso, nella palese ed evidente consapevolezza che, volenti o nolenti, contribuiscono in modo organico ad uno status quo che rende il nostro paese un’anomalia infelice o grottesca, di sicuro non democratica.
Sono parole disinnescate. Uno può crearsi mille sofismi per fare finta di nulla o far finta di aver capito tutto, ma tra tanti sofismi una verità s’impone nella coscienza. Certe parole sono svuotate di contenuto, ora: magari tra cent’anni no, si potranno leggere per il loro contenuto artistico, ma oggi come oggi acquistare o non acquistare libri della Mondadori è per me un atto politico, è decidere se dare un contributo, anche infinitesimale, ad una cultura politica basata sulla sostituzione dello stato di diritto con l’interesse personale, dietro la scusa, astratta e propagandistica, della ‘maggioranza’.
E non perché penso che Mondadori sia una casa editrice cattiva, mentre le altre sono buone, ma perché ritengo che uno stato di crisi richieda, per uscirne, una scelta che ci separi da qualcosa che non ci rispecchia più; altrimenti lo stato di crisi diventa una scusa, diventa lacrime di coccodrillo, diventa la dolente maschera dell’ipocrisia elevata a regola di vita.
Non ho nulla contro voi scrittori che attualmente pubblicate con il gruppo Mondadori, nulla contro Vito Mancuso, l’autore dell’articolo, e nulla contro gli autori da lui citati: Corrado Augias, Pietro Citati, Federico Rampini, Roberto Saviano, Nadia Fusini, Piergiorgio Odifreddi, Michela Marzano, Eugenio Scalfari, Gustavo Zagrebelsky, Adriano Prosperi; nulla contro voi altri tutti. Non vi conosco personalmente, e di alcuni ho anche apprezzato i libri. Alcuni probabilmente stanno vivendo una crisi particolare, magari perché hanno dei contratti con penali che non potrebbero pagare, magari perché il libro in uscita è per loro una necessaria fonte di sostentamento. Però anche quei 173 milioni di euro sarebbe potuti diventare una fonte di sostentamento per qualcuno o per molte famiglie.
Non ho nulla contro voi scrittori che attualmente pubblicate con il gruppo Mondadori, nulla contro Vito Mancuso, l’autore dell’articolo, e nulla contro gli autori da lui citati: Corrado Augias, Pietro Citati, Federico Rampini, Roberto Saviano, Nadia Fusini, Piergiorgio Odifreddi, Michela Marzano, Eugenio Scalfari, Gustavo Zagrebelsky, Adriano Prosperi; nulla contro voi altri tutti. Non vi conosco personalmente, e di alcuni ho anche apprezzato i libri. Alcuni probabilmente stanno vivendo una crisi particolare, magari perché hanno dei contratti con penali che non potrebbero pagare, magari perché il libro in uscita è per loro una necessaria fonte di sostentamento. Però anche quei 173 milioni di euro sarebbe potuti diventare una fonte di sostentamento per qualcuno o per molte famiglie.
Perciò, per questioni di coscienza, cari scrittori che pubblicate con il gruppo Mondadori, ho deciso che non comprerò più i vostri libri. Qualora decideste, di pubblicare con altro gruppo, tornerò a comprare i vostri libri (nei limiti delle mie possibilità economiche), per sostenere questa vostra scelta moralmente nobile, e a darne il più possibile informazione alle persone di mia conoscenza.
Distinti saluti,
Matteo Pascoletti
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