Io accetto le scuse di Massimo Ciancimino
1 min letturaA diciotto anni dall'uccisione di Paolo Borsellino, in una bella lettera pubblica, Massimo Ciancimino, meno di vent'anni al tempo delle stragi, allora totalmente padre-dipendente, oggi ci chiede scusa del suo precedente silenzio.
La sua lettera val la pena di leggerla tutta.
Per la sua voglia di verità , Massimo Ciancimino ha rinunciato ad una vita agiata e senza problemi, ha ricevuto insulti e minacce, vive lontano da Palermo e non ha alcuna protezione dallo stato italiano. I giudici del processo dell'Utri lo hanno qualificato "non credibile" ed hanno così evitato di raccogliere le sua testimonianze. Per la sua voglia di verità , Massimo Ciancimino oggi non gode del'appartenenza ad alcuna chiesa, ad alcun partito, ad alcuna famiglia. Mangano è stato definito "eroe" per aver taciuto, nessuno ha dato dell' "eroe" a Massimo Ciancimino per aver parlato e per averci aiutato a capire, e lui ci dice di non esserlo stato: "... non sono un eroe e non ho mai pensato di esserlo. Non sono come Impastato che ha trovato il coraggio di combattere il padre da vivo".
Per parte mia, Massimo Ciancimino si è perlomeno ben meritato l'accettazione delle sue scuse. Da parte della verità storica, credo che si sia meritato anche di più, e io credo che sia ulteriormente in grado di contribuire.




