Qualsiasi piano di pace deve prevedere il ritorno dei bambini ucraini rapiti. Alcuni deportati anche in Corea del Nord
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Ci sono stati almeno due casi di bambini ucraini rapiti dalle forze russe nell'Ucraina orientale e trasferiti con la forza in un campo in Corea del Nord. Lo ha riferito Kateryna Rashevska, esperta legale del Centro Regionale per i Diritti Umani, di fronte a una sottocommissione del Congresso degli Stati Uniti il 3 dicembre.
“Misha, 12 anni, della regione occupata di Donetsk, e Liza, 16 anni, della città occupata di Simferopol, sono stati mandati al campo di Songdowon in Corea del Nord, a 9 mila km da casa”, ha testimoniato Rashevska. “Ai bambini veniva insegnato a ‘distruggere i militaristi giapponesi’ e incontravano veterani coreani che, nel 1968, avevano attaccato la nave della Marina statunitense Pueblo, uccidendo e ferendo nove soldati americani”.
La testimonianza è stata resa all'inizio dell'audizione della Commissione Bilancio del Senato degli Stati Uniti sul rapimento di massa di bambini ucraini da parte della Russia.
Dall'inizio dell'invasione su larga scala, Pyongyang ha rafforzato le sue relazioni con Mosca, fornendo armi e schierando truppe nordcoreane a sostegno della guerra della Russia in Ucraina nel 2024. Alla fine del 2024, Pyongyang ha inviato circa 11-12 mila soldati in Russia per aiutare a respingere l'avanzata dell'Ucraina nell'oblast di Kursk.
Dal 2022, la Russia deporta sistematicamente minori ucraini dai territori occupati, cambiando loro nome, lingua e identità per assimilarli. Secondo il database nazionale ucraino Children of War, almeno 19.546 bambini ucraini sono stati rapiti dai territori occupati dalla Russia e portati in Russia o in aree controllate dalla Russia dall'inizio dell'invasione su larga scala, ma il numero reale potrebbe essere più alto.
Mentre si stima che migliaia di bambini siano stati adottati con la forza da famiglie russe, altri, compresi gli orfani le cui famiglie sono state uccise dalle forze russe, sono stati confinati in campi di militarizzazione e rieducazione russi.
“Il Centro Regionale per i Diritti Umani ha documentato 165 campi di rieducazione dove i bambini ucraini vengono militarizzati e russificati. Questi campi esistono nei territori occupati, in Russia, Bielorussia e Corea del Nord”, ha aggiunto Rashevska nella sua testimonianza. “La russificazione e la militarizzazione causano gravi traumi e violano la dignità dei bambini. A 17 anni, i ragazzi ricevevano la cartolina di precetto per l'esercito russo. L'obiettivo finale è chiaro e piuttosto genocida: far sì che gli ucraini si uccidano a vicenda”, ha concluso.
Il trasferimento forzato è riconosciuto come atto di genocidio dalla Convenzione ONU. Mosca nega, parlando di “salvataggi umanitari”, ma documenti ufficiali parlano di rieducazione. I bambini che tornano faticano a reintegrarsi: spesso non riconoscono più famiglia, lingua o paese.
In una testimonianza separata fornita da Nathaniel Raymond, il direttore esecutivo dello Yale Humanitarian Research Lab ha detto ai leader del Congresso che l'organizzazione stima ora che almeno 35 mila bambini rimangano sotto la custodia russa, compresi quelli che sono stati mandati a combattere contro il proprio paese in prima linea. Secondo la Yale School of Public Health, la Russia sta conducendo una campagna “sistematica, intenzionale e diffusa” di adozioni forzate e russificazione. Molti bambini sono iscritti a organizzazioni come Yunarmiya, o “Giovane Esercito”, che addestra i minori alle abilità militari e li indottrina alla lealtà verso il Cremlino.
I funzionari ucraini stimano che il numero reale dei bambini rapiti potrebbe essere molto più alto. Il Commissario del Parlamento ucraino per i diritti umani Dmytro Lubinets stima che il numero possa arrivare fino a 150 mila, mentre il commissario presidenziale per i diritti dei bambini Daria Herasymchuk ha fornito una stima compresa tra 200 mila e 300 mila.
Secondo una recente indagine del Kyiv Independent, nel 2025 circa 1,6 milioni di bambini ucraini rimangono nei territori occupati dalla Russia.
Nel 2023, la Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto nei confronti del presidente russo Vladimir Putin e della commissaria russa per i diritti dei bambini Maria Lvova-Belova per il loro ruolo nei rapimenti di bambini sanciti dallo Stato. Il 1° dicembre, il presidente Volodymyr Zelensky ha dichiarato che finora sono stati riportati indietro solo 1859 bambini ucraini rapiti dalla Russia.
Ieri l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che chiede il ritorno di tutti i bambini ucraini deportati illegalmente dalla Russia. Hanno votato a favore 91 paesi, contrari 12. Tra questi, Russia, Bielorussia e Iran. Tra gli astenuti figurano invece 57 paesi, tra cui Cina, India e Brasile.
“Non ci sarà pace giusta in Ucraina senza il ritorno incondizionato dei bambini ucraini. Questa risoluzione non riguarda la politica. Riguarda l'umanità”, ha affermato il vice ministro degli Esteri Mariana Betsa durante il dibattito dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Il documento chiede alla Russia di restituire tutti i bambini ucraini sfollati o deportati con la forza dal 2014. Chiede inoltre la fine di ulteriori deportazioni, separazioni familiari, cambiamenti di cittadinanza, adozioni, affidamenti e indottrinamento ideologico.
Nel frattempo, nel Regno Unito, un gruppo trasversale composto da oltre 130 parlamentari di Westminster ha scritto ai ministri esortandoli a garantire che qualsiasi piano di pace mediato dagli Stati Uniti per l'Ucraina includa misure di protezione per i bambini ucraini deportati con la forza, affermando che la versione attuale rischia di “annullare” i loro diritti.
La lettera, indirizzata a Stephen Doughty, responsabile per l'Europa presso il Ministero degli Esteri, evidenzia come l'attuale quadro di pace promosso dall'amministrazione Trump “svuoterebbe” le misure di protezione dei bambini sancite dalle convenzioni di Ginevra, nonostante la Russia sia firmataria delle convenzioni che garantiscono una protezione speciale ai bambini durante la guerra.
“L'omissione della protezione speciale accordata ai bambini non è una svista tecnica: costituisce chiaramente la base del tentativo deliberato della Russia di smantellare lo Stato ucraino cancellando l'identità ucraina un bambino alla volta”, afferma la lettera.
La lettera critica anche un elemento del piano di pace che prevede la piena amnistia per tutte le parti coinvolte nelle azioni belliche, il che annullerebbe i mandati di arresto internazionali per Vladimir Putin e Maria Lvova-Belova.







