@popoloviola, un’altra (dis)informazione è possibile #figlidiministri
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Il Popolo Viola ci ha informato su twitter che:
Il post sui figli dei ministri, pubblicato sul nostro blog, è stato letto da 230mila persone in poche ore. Un'altra informazione è possibile
— Il Popolo Viola (@popoloviola) Febbraio 8, 2012
“Un'altra informazione è possibile”. C'è da gioire a una lettura immediata di tale affermazione. Entusiasmo che, però, si esaurisce subito leggendo con più attenzione il post nel blog dei Viola:
1) Il post in questione nasce dopo le esternazioni che alcuni esponenti del governo - Cancellieri, Ministro dell'Interno, Elsa Fornero, Ministro del Lavoro e Michel Martone, suo sottosegretario – e lo stesso presidente del Consiglio, Mario Monti, hanno rilasciato riguardo al posto fisso. Frasi ormai note che hanno suscitato un forte clamore e dibattito all'interno dell' opinione pubblica. Scrive infatti Massimo Malerba, l'autore del pezzo: “Le sparate di Monti, Fornero e Cancellieri, ci offrono una grande opportunità, ossia quella di aprire nel Paese una grande discussione sul tema della mobilità sociale. Dobbiamo interrogarci su come sia possibile offrire a tutti (al figlio di Monti come a quello dell’operaio) le stesse condizioni di partenza e le stesse opportunità (...)”.
Per far nascere tale discussione, però, non si parte da una lettura politica del mondo del lavoro in generale, sui suoi possibili sviluppi o altro. Malerba, al contrario, per attaccare i concetti espressi nelle frasi suddette e dimostrarne l'ipocrisia, decide di giocare la carta dell'attacco trasversale: colpire non i diretti interessati, ma i loro figli, mettendone in discussione il merito lavorativo, il come siano riusciti ad arrivare a certi livelli.
Per far questo, ci vengono presentati i loro curriculum sotto una luce ben precisa, quella del familismo e del nipotismo: “Forse sono solo i figli di una classe dirigente che predica bene e razzola malissimo. Forse sono soltanto la punta dell’iceberg di un sistema malato, fondato sul nepotismo e sulla clientela e ostile al merito”.
Insomma, vengono utilizzati problemi reali e drammatici presenti nelle università italiane (come ha dimostrato anche Report in una sua inchiesta) per incanalarvi a prescindere i percorsi formativi dei “figli di”, come se il riconoscimento delle proprie capacità non fosse possibile se si hanno genitori economicamente o lavorativamente fuori dalla media. Inoltre, nessuna prova viene portata a supporto di quanto insinuato. Non v'è traccia di riscontri, di fatti ben precisi e documentati, nulla di nulla.
L'argomentazione sui si poggiano le insinuazioni ce la riporta lo stesso Malerba nel post: “Ecco a voi i ritratti di questi fenomeni della natura e, come si suol dire, una coincidenza è una coincidenza due coincidenze sono un indizio tre coincidenze sono una prova”. Un supporto alla propria tesi non proprio scientifico...
2) Al di fuori del merito delle accuse, questione che reca in sé diverse sorprese è quella del metodo di come il post è stato scritto e formato. Non dimentichiamoci che il nostro discorso parte dalla nostra esitazione riguardo la veridicità della twittata del Popolo Viola secondo cui, visto il successo del post I figli dei ministri? Tutti geni (con posto fisso e vicino a mammà) – Nomi, foto, storie, “una nuova informazione è possibile”. Andando ad approfondire “i nomi, le foto e le storie” presenti nel pezzo di Malerba, si può vedere come il testo scritto sia solo un assemblaggio di frasi e periodi da altri siti, come corriere.it, Wikipedia, Gazzetta di Parma.it, ecc.
L'esponente del movimento dei viola cita alcuni di questi siti, omettendo i link, in fondo al suo pezzo, definendoli come “fonti”. Ma una fonte è “un complesso di documenti originali che consentono di acquisire dati e testimonianze (…)" (Gabrielli, Il Grande Italiano). Al contrario, nel nostro caso vengono trascritti da questi articoli, il più delle volte senza una riformulazioni di frasi, interi passi. E questa sarebbe l'altra informazione possibile? Copiare semplicemente dall'informazione mainstream?
Nel caso della scheda sul curriculum della figlia del Ministro del Lavoro, Silvia Deaglio, inoltre, vi è anche un vero e proprio lavoro di taglia e cuci che permette a Malerba di portare acqua al proprio mulino. Vediamo: il pezzo da cui copia Malerba è un articolo del corriere.it. Riportiamo il passo interamente, evidenziando in grassetto le parti che non compaiono nel copia-incolla successivo:
corriere.it:
"Come si diceva è diventata associata a 37 anni, sei anni in anticipo rispetto alla media di ingresso dei professori di prima fascia. E il concorso è andato a vincerlo nella facoltà di Psicologia di Chieti, nel 2010, prima di essere chiamata nell'ottobre del 2011 a Torino, l'università di famiglia. Nonostante vanti un curriculum di 21 pagine e oltre cento pubblicazioni, e sia riconosciuta come una brillante ricercatrice, alla professoressa Deaglio ha probabilmente giovato nella valutazione comparativa il ruolo di capo unità di ricerca all'Hugef. L'incarico risale al settembre 2010, quando la ricercatrice era ancora al gradino più basso della carriera accademica. Nello stesso periodo la commissione d'esame che l'ha nominata docente di seconda fascia si riuniva per l'ultima volta. Come detto, l'Hugef è finanziato dalla Compagnia di San Paolo, all'epoca vicepresieduta da mamma Elsa Fornero. I due fatti non sono collegati. Nei verbali del concorso, oltre ai molti titoli, corsi e premi vinti, si legge testualmente: «La candidata dimostra inoltre un'ottima capacità di attrarre fondi di finanziamento per la ricerca: infatti è responsabile di rilevanti progetti di ricerca"
Ecco cosa scrive invece Massimo Malerba:
“Diventa associata all’università di Torino a 37 anni con sei anni di anticipo rispetto alla media di accesso in questo ruolo. Il concorso lo vince a Chieti, nel 2010, nella facoltà di Psicologia, prima di essere chiamata a Torino, l’università dove insegnano mamma e papà, nell’ottobre 2011. alla professoressa Deaglio ha certamente giovato nella valutazione comparativa il ruolo di capo unità di ricerca all’Hugef, ottenuto nel settembre 2010 quando era ancora al gradino più basso della carriera accademica, e a ridosso dell’ultima riunione della commissione di esame che l’ha nominata docente di seconda fascia. Come detto, l’Hugef è finanziato dalla Compagnia di San Paolo, all’epoca vicepresieduta da mamma Elsa Fornero”.
Insomma, sia nel merito – insinuazioni varie – sia nel metodo – copia e incolla da articoli di giornali online – vediamo come “un'altra informazione” risulti essere solo una speranza con i piedi d'argilla e per nulla sostenibile ed il fatto che il post del Popolo Viola sui figli dei ministri venga letto da 230 mila persone non sta certo a significarne l'alterità al panorama giornalistico che noi tutti conosciamo. A render reale e possibile “un'altra informazione”, infatti, non è il numero di persone che ci leggono e ci seguono dandoci grande impatto mediatico, quanto piuttosto il lavoro di ricerca di prove e riscontri, la verifica delle fonti, l'onestà intellettuale.
Consiglio di lettura:
A proposito di 'figli di mamma' di Roberta Carlini