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Piazze d’Italia contro il bavaglio

2 Luglio 2010 2 min lettura

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Piazze d’Italia contro il bavaglio

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Ci sono quelli del «popolo viola» col bavaglio in tinta, ci sono i Verdi con le bocche cucite, ci sono i posti-it gialli di quella di «Valigia blu», ci sono le bandiere rosse di Rifondazione, ci sono i sette colori dell`arcobaleno dell`Arci. Alle quattro e mezzo, sotto un sole inclemente, piazza Navona è piena di gente, di bandiere e di sigle, venute a dare man forte alla Fnsi (la federazione della stampa, cioè il sindacato dei giornalisti) che sta conducendo una lotta senza quartiere contro la legge sulle intercettazioni che, se passasse, taglierebbe le gambe al sistema della libera informazione. Non solo, ma metterebbe un bavaglio anche agli inquirenti che debbono condurre indagini giudiziarie, e per questo in piazza ci sono anche i sindacati della polizia, oltre un`infinità di sigle: articolo 21, Agende rosse, Libertà e partecipazione, Help Italy, le associazioni cattoliche con la loro rete di piccoli giornali.

E poi ci sono le associazioni del mondo dello spettacolo che protestano per «i tagli alla cultura», ci sono le associazioni ambientaliste, quelle per l`acqua pubblica, quelle contro il nucleare. Insomma ci sono le associazioni, tante, tantissime. A mancare - semmai - è il popolo. Ma non i politici: Anna Finocchiaro, Piero Fassino, Enrico Letta, Giovanna Melandri, Paolo Gentiloni, Nicola Zingaretti, e altri del Pd. Poi l`Italia dei Valori in forza, a cominciare da Di Pietro, Sinistra ecologia e libertà, Rifondazione, i Verdi. Quindi - ovviamente - i giornalisti, che sono promotori e protagonisti. Durissimo l`intervento d`apertura del segretario dalla Fnsi, Franco Siddi, che dice tutto sul perché della manifestazione: «Il circuito dell`informazione non deve essere interrotto. La libertà è soprattutto conoscenza - ha detto -. La Fnsi si opporrà con tutte le sue forze, oggi con la piazza e domani ricordando sui giornali, con articoli e servizi, i pericoli che stiamo correndo. Da parte nostra non ci fermeremo e siamo pronti a rivolgerci alla Corte Ue per i diritti dell`Uomo che certamente ci darebbe ragione.

Questa è una legge che tutela chi nell`informazione vede un pericolo. E se non ci fosse stata la casta da tutelare, la maggioranza non avrebbe mai fatto una simile norma». La maratona degli interventi è condotta da Tiziana Ferrario che intervista altri colleghi, maestri del giornalismo di inchiesta: Andrea Purgatori, Fiorenza Sarzanini, Mimmo Càndito. La cantautrice Fiorella Mannoia esalta la piazza. Poi, quando manca poco alle sette, arriva una chiamata sul telefonino della Ferrario: è la voce di Dario Fo. «Non prendetevela troppo con Berlusconi - ironizza il Premio Nobel -. Si sente solo e isolato. Cercate di non esagerare. Evitiamo di insultarlo...anzi meglio, ignoriamolo».

Altre iniziative a favore della libertà di stampa sono state organizzate a Milano, Padova, Torino, Trieste, Latina, Parma, Londra e Parigi ma anche in decine di città minori. La gente, più che le piazze reali, ha affollato quelle virtuali: centinaia di web tv che hanno dato la manifestazione in diretta, così come hanno fatto Rainews e Sky.

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