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Per la dignità delle donne e il rispetto dei cittadini

28 Gennaio 2011 2 min lettura

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Per la dignità delle donne e il rispetto dei cittadini

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In queste ore la nostra Storia e la nostra Democrazia stanno vivendo momenti drammatici. Non si tratta di destra o di sinistra, di interessi politici, personali, o di schieramenti: si tratta della dignità delle donne e degli uomini, e del rispetto dei cittadini. Di sentire il paese come uno specchio che sta riflettendo un'immagine orribile, e di dire "no", a quella immagine dopo aver trovato il coraggio per guardarne il vero volto, anche solo per un istante. 

Le nostre considerazioni vanno al di là dei reati commessi o meno dal Presidente del Consiglio, non è l'aspetto penale che interessa.

Pensiamo che tutti oggi debbano fare la loro parte: classe dirigente, politici, giornalisti, opinionisti, cittadini. Tutti. Ed è come cittadini, che non possono avere spazio e voce sui grandi media, che sentiamo il dovere di agire, di far sapere che siamo indignati: questo Presidente del Consiglio non ha a cuore il bene del Paese e non ci rappresenta, ha calpestato l'articolo 54 della Costituzione. Chi non ricopre il proprio ruolo pubblico con decoro e dignità non merita di rappresentare l'Italia e gli italiani. Decoro e dignità sono due parole che non devono fermarsi sull'uscio di casa, ma devono essere presenti e salde nella coscienza di chiunque, come le radici di un albero che, altrimenti, è destinato a cadere e a travolgere tutto ciò che incontra, nella caduta. 

Per questo abbiamo deciso di sostenere le seguenti manifestazioni e vi invitiamo a diffonderle il più possibile:
Milano 5 febbraio Dimettiti, per un'Italia libera e giusta con Umberto Eco, Paul Ginsborg, Roberto Saviano, Gustavo Zagrebelsky 

Aggiornamento: Milano 13 febbraio Manifestazione al Tribunale di Milano





Il nostro è un "no" di fronte ad uno stato di cose che sta facendo sprofondare il paese dal punto di vista morale, politico ed economico; il nostro vuole essere un "sì" ad un paese migliore, un paese dove libertà non significa "faccio quello che voglio, e nessuno può dire nulla", ma significa "il dolore che infliggo al prossimo è il dolore che infliggo a me stesso", e dove il consenso dei cittadini non è usato come scudo dai potenti, ma è uno stimolo ad agire in modo responsabile, a non sottrarsi alle conseguenze delle proprie azioni. 
@Valigia Blu - riproduzione consigliata

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