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Occhi e prugne

14 Maggio 2012 2 min lettura

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Occhi e prugne

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2 min lettura
Lia Bencivenni 
@valigiablu - riproduzione consigliata

Sono un membro di Valigia Blu e sono ammalata. Un tempo avrebbero detto 'brutta malattia', adesso c’è meno timore e si può usare la parola cancro. Con la rubrica La Valigia Lilla vorrei raccontarvi il potere delle piccole cose e quello taumaturgico della rete... 

E poi venne fine agosto.
Caldo molto caldo, 40 gradi si sentono e io in particolare, perché ho la febbre, febbre molto alta che non passa. Poi il prurito all’occhio destro e quella macchia che comincio a vedere.
Non mi piace, ma forse è solo congiuntivite. E invece…

E’ bello svegliarsi alla mattina e ritrovarsi con una meravigliosa prugna nera matura al posto dell'occhio destro diventato cieco.
Panico!
Ricovero urgente in pronto soccorso oculistico e catapultata di nuovo nel girone infernale dei consulti medici. 
Cos'è! Cosa sarà mai? Il panico serpeggia tra i medici. Le facce non sono certo rassicuranti. Io dall’occhio destro non ci vedo, questi non sanno dirmi che cos'ho.
Tirano fuori i termini tecnici più assurdi, mi rivoltano come un calzino, di nuovo, un pomeriggio arrivo a dover fare ben tre esami, tra cui una tac cranica, e alla fine decidono che loro non possono fare niente e mi mandano al reparto di Malattie Infettive, perché in effetti si tratta di una seria (leggi gravissima) infezione. 
Leggendo tra le righe dei loro discorsi, comunque ho capito che posso fare bye bye all’occhio. Pazienza, mi dico, ne ho uno di riserva. Certo non è una bella notizia, ma mi faccio forza. Anche perché non posso farci nulla.
Malattie Infettive al S.Orsola, oasi felice! Ottimo personale, stanza a due letti di cui uno a disposizione dei miei familiari per l’assistenza notturna, addirittura un frigorifero, sembra quasi una clinica di lusso.
Finalmente la diagnosi: cellulite orbitale! Ah, beh, ok, quindi? Quindi ancora ricoverata, e ci sarà bisogno di qualche giorno per far sgonfiare l’occhio, ormai sempre più prugnoso e schifido. Quindi via con gli antibiotici, un bombardamento, per via orale ed endovenosa, ho sempre una flebo attaccata. Quindi via con il collirio ogni ora, la pulizia dell’occhio, garze soluzione fisiologica acqua borica come se piovesse. 
Nel frattempo sono cecata come una talpa, se non di più. La signorina Carlo mi fa un baffo!
Così niente facebook, niente libri, niente cellulare, cerco di usare l’occhio sinistro, che guarda caso è il più miope, il meno possibile, è l’unico che mi rimane. Sto quasi tutto il tempo a pisolare, l’antibiotico aiuta, e poi devo riprendermi dalle notti quasi insonni, quando ogni ora vengo svegliata da un’infermiera per la somministrazione del collirio.
Comunque le cure fanno effetto, dopo qualche giorno l’occhio inizia a sgonfiarsi, io mi guardo allo specchio del bagno e mi faccio un po’ meno impressione. I medici sono soddisfatti, gli infermieri sono soddisfatti, io meno, perché vorrei andare a casa e invece mi toccano altri 15 giorni in Oncologia, devo rifare gli esami e ricominciare con la terapia.
Pensare che odio i traslochi….

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