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Nigeria, il gruppo terrorista jihadista Boko Haram rivendica il rapimento di 300 studenti: due uccisi in uno scontro a fuoco, altri 17 salvi

17 Dicembre 2020 4 min lettura

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Nigeria, il gruppo terrorista jihadista Boko Haram rivendica il rapimento di 300 studenti: due uccisi in uno scontro a fuoco, altri 17 salvi

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Liberati più di 300 studenti, altri ancora dispersi

Aggiornamento 19 dicembre 2020: Più di 300 studenti, rapiti venerdì scorso dopo l'attacco a una scuola di Kankara, sono stati liberati e sono potuti tornare alle loro famiglie. Secondo le autorità statali a rapirli non è stato il gruppo terrorista Jihadista che ha rivendicato il rapimento, ma banditi locali. Secondo il governatore Aminu Bello Masari, 344 ragazzi sono stati liberati giovedì sera nella città di Tsafe a Zamfarama, altri rimangono dispersi. Il governo afferma di non aver pagato alcun riscatto, ma che i ragazzi sono stati rilasciati dopo negoziati con i rapitori.

Venerdì 11 dicembre circa 300 studenti nigeriani sono stati rapiti dopo un attacco in una scuola di città di Kankara, nella regione nord-occidentale di Katsina. Inizialmente, le notizie parlavano solo di centinaia di ragazzi dispersi dopo una sparatoria in uno studentato ad opera di uomini armati arrivati a bordo di alcune motociclette.

La rivendicazione dell’attacco è arrivata qualche giorno dopo, con una dichiarazione del leader del gruppo armato jihadista Boko Haram, Abubakar Shekau, che ha dichiarato: «Dietro il rapimento di Katsina ci sono i nostri fratelli».

Circa 800 studenti erano a scuola quando è avvenuto l'attacco. Molti ragazzi sono fuggiti disperdendosi nella foresta circostante. Al Jazeera riporta che il numero degli studenti rapiti non è ancora chiaro: le autorità parlano di 320 o 333 ragazzi, mentre per i residenti di Kankara si tratterebbe di oltre 500. «Sono arrivati in motocicletta sparando e hanno tentato di entrare nella scuola, la polizia li ha respinti con l’aiuto dell’esercito dopo una sparatoria di un’ora e mezza, ma un altro gruppo è entrato contemporaneamente nell’edificio e ha prelevato numerosi studenti», ha dichiarato ad AFP il portavoce della polizia, Isa Gambo.

Il presidente nigeriano Muhammadu Buhari ha ordinato un aumento della sicurezza nelle scuole e ha chiuso quelle di Katsina. Buhari – che è originario proprio delle regione – si trovava in visita privata nella zona quando Boko Haram ha assaltato la scuola. Il presidente ha parlato di un «attacco codardo» contro «bambini innocenti» da parte del gruppo terroristico e ha promesso una risposta da parte del governo.

Martedì, durante un’operazione condotta dal governatore dello stato di Katsina, Aminu Masari, almeno 17 degli studenti rapiti sono stati tratti in salvo. Due sarebbero morti durante l’azione, stando a quanto riporta l’agenzia Anadolu. Una guardia di sicurezza, invece, è rimasta ferita. «La maggior parte degli studenti rapiti si trova nella foresta di Zamfara, nella provincia vicina. Sono in corso sforzi per salvarli», ha dichiarato Masari.

Aminu Ma’le è il padre di uno dei 17 ragazzi tratti in salvo: «Rendo grazie a Dio per averci aiutato in questo modo miracoloso, e prego per i ragazzi ancora dispersi o rapiti», ha detto ad AP, raccontando che il figlio è stato trovato dai militari mentre vagava nella boscaglia.

Altri genitori si trovano da giorni accampati fuori dallo studentato sede dell'attacco, aspettando notizie sui ragazzi. «Non riesco a misurare la mia rabbia adesso», ha detto Marwa Hamza Kankara, che spera che suo figlio torni sano e salvo. «Non riusciamo a dormire, non riusciamo a mangiare, perché i nostri figli sono scomparsi. Non piango solo per mio figlio, ma per tutti».

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Umar Ahmed, 18 anni, è uno degli studenti presenti il giorno dell’attacco. Ricorda che gli uomini armati sono arrivati nell’istituto nella serata di venerdì, quando lui e i suoi compagni stavano per andare a dormire. Quando i terroristi hanno aperto il fuoco «eravamo terrorizzati. Alcuni di noi hanno iniziato a correre verso la recinzione provando a scappare, mentre altri si sono nascosti dentro. Continuavano a urlare che saremmo dovuti tornare dentro, che erano lì per salvarci. E molti di noi sono tornati indietro», ha raccontato ad AFP. Gli studenti sono stati divisi in tre gruppi e condotti a piedi scalzi nella foresta, dove hanno camminato per ore fino al vicino stato di Zamfara, subendo frustate con rami di alberi. Fortunatamente Umar e un amico sono riusciti a nascondersi dietro un cespuglio, dove hanno aspettato che il gruppo si allontanasse prima di ripercorrere la strada a ritroso e mettersi in salvo.

Frame video via Al Jazeera

Come riporta un'analisi dell'ISPI, nonostante la rivendicazione di Boko Haram, le autorità parlano di "banditi locali" come responsabili del rapimento e ci sono dubbi sul reale coinvolgimento del gruppo islamista nell’azione. Il sequestro, infatti, è avvenuto "in un contesto di banditismo diffuso, attiguo alle violenze dei jihadisti, per cui i rapimenti sono un mezzo per ottenere visibilità e riscatti". Il nord ovest della Nigeria è spesso teatro di attacchi e violenze. "All’origine dell’insicurezza della regione - scrive l'ISPI - c’è la competizione di lunga data per la terra e le risorse idriche tra pastori di etnia Fulani e agricoltori Hausa, entrambi potetti da milizie di ‘banditi’ e ‘vigilantes’. La desertificazione e l'elevata crescita della popolazione hanno intensificato questa lotta, alimentando il traffico di armi leggere e di piccolo calibro. In molti temono che nel nord del più popoloso paese africano la situazione sia ormai fuori controllo".

Immagine anteprima: frame video via DW

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