Niente di Personale, Minzolini ‘smontato’ minuto per minuto
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Domenica sera Augusto Minzolini era ospite del programma Niente di Personale di Antonello Piroso.
Dall’intervista, durata più di quaranta minuti, è venuto fuori il Minzolini-pensiero sul servizio pubblico e sull’idea di informazione che ha il direttore del maggiore telegiornale italiano.
Piroso gli chiede conto delle critiche che gli muovono da più parti: “Tg1 troppo leggero?”. Il direttore risponde con i dati d’ascolto alla mano: la politica gli fa perdere ascolti, al pubblico “per dare la medicina devi anche dare la caramella”, insomma, come insegna Mary Poppins, basta un poco di zucchero e la politica va giù.
“Il Tg1 omette alcune notizie scomode?” “Scemenze”, taglia secco il direttorissimo. Forse dimentica le omissioni del Tg1 sulle manifestazioni degli aquilani e gli scontri con le forze dell’ordine, la barzelletta blasfema del premier, il caso D’Addario, derubricato a gossip in un apposito editoriale, per esempio.
“Il Tg1 confeziona notizie in modo tendenzioso?”. Neanche per sogno, e a noi vengono in mente inspiegabilmente alcuni servizi in cui se la forma era equivoca, non c’erano dubbi sul contenuto o lo scopo.
Continuano le amnesie quando il direttore dichiara che il Tg1 ha avuto direttori più filogovernativi di lui, e allora andiamo noi in soccorso! Per la prima volta nella storia del servizio pubblico, infatti, nell’ottobre scorso dall’Agcom arriva la diffida per il Tg1, proprio a causa del forte squilibrio a favore della maggioranza.
Strano che Minzolini non lo ricordi, come non ricorda, quando sentenzia che lui non condiziona i suoi giornalisti, di aver rimosso dalla conduzione tre volti storici del Tg1 (Paolo Di Giannantonio, Piero Damosso, Tiziana Ferrario) che, guarda caso, non avevano sottoscritto la lettera a suo favore in merito all’accaduto sul caso Mills e le dimissioni della Busi, accompagnate da una lettera pubblica che a suo tempo il direttore non ha potuto ignorare.
Proprio sul caso Mills, Minzolini dice che in tutte le edizioni del suo telegiornale la notizia è stata data in maniera corretta, solo in un'edizione, per sintesi, la prescrizione è diventata assoluzione. Qual è il problema? “Non siamo stati gli unici”, e cita D’Avanzo e Milella di Repubblica. Noi abbiamo cercato nell’archivio di Repubblica: non abbiamo trovato nulla. Anzi, in alcuni articoli si parla di “assoluzione”, ma sono cronache delle proteste contro il Tg1 per aver detto - guarda un po’- “Mills assolto”. Mentre su un noto quotidiano compariva un titolo inequivocabile: "Silvio Assolto".
Piroso allora gli chiede: nell’edizione del 4 Maggio la notizia delle dimissioni di Scajola è terza in scaletta, cosa c’era di più importante? Minzolini non ricorda (ancora?), ma afferma che sicuramente quel giorno era successo qualcosa di più importante; Piroso dice che fa controllare, però dimenticano di informare il pubblico in studio e a casa. Siccome non ci piace aspettare, sopperiamo anche a questa lacuna: Il Tg1 quel giorno apre con l’arresto dell’attentatore di Times Square . Ve lo ricordavate? Appunto…
Insomma Minzolini non ha nulla da rimproverarsi, non teme cali di ascolti e concorrenza, se non quella dei Simpson (Mentana, si rassegni: invece dello sfondo verde avrebbe dovuto scegliere un giallo-Homer), e soprattutto rivendica: “Io faccio il telegiornale e ci metto quello che penso”. Anche qui ci tocca l’antipatico compito di ricordagli che esiste la Carta dei doveri del giornalista, e che quindi non può mica fare come gli pare.
Il servizio pubblico non è una carta di credito … ops, esempio sbagliato.
Per approfondimenti:
Viola Di Nicola, Sigismondo Baldovino
(hanno collaborato Matteo Pascoletti e Paolo Agnelli)
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