Perché è vero che “è uno schifo”, come ha detto il premier italiano. 

Perché se è vero che le donne sono sedute sulla propria fortuna, come ha scritto un editorialista liberale del Corriere della Sera, su che cosa sono seduti gli editorialisti liberali? 

Perché ciascuno è libero di fare quello che vuole, in casa propria. Perfino di fare cose oscene. Fare l'amore gratis, per esempio. 

Perché, in effetti, è questione di libertà individuali. Libertà di non essere truffati da chi remunera servizi privati con i soldi pubblici: lo stipendio di consigliere regionale all'igienista dentale lo paghiamo noi. “Le mani nelle tasche degli italiani” chi le mette? 

Perché il privato è politico, come si diceva ai bei tempi. 

Perché i giacobini non c'entrano niente. 

Perché il puritanesimo non c'entra niente. 

Perché le puttane non c'entrano niente: non sono loro il problema. 

Perché nessuno è solo virtuoso, verissimo: ma che c'entra? 

Telefonare in questura per far rilasciare una prostituta minorenne non è un vizio: è un reato. 

Perché un premier che invita la finanza americana a investire da noi “perché ci sono le segretarie belle” è ridicolo.

Perché, effettivamente, spiare nelle vite degli altri è orribile. Anche Boffo è d'accordo. 

Perché, però, indagare su presunti reati non è spiare: è indagare. 

Perché magari il premier ricorresse alla Corte dei diritti dell'uomo di Strasburgo per violazione della privacy! La Corte può intervenire solo al termine dell'iter giudiziario nazionale. Dunque si fa processare? 

Perché alla domanda “che cosa ne pensa del caso Ruby”, abbiamo sentito un onorevole rispondere: “non voglio parlare di politica”. 

Perché viva il Family day, anche tutti i giorni: ma di quale famiglia stanno parlando? 

Perché è in gioco la democrazia, proprio così.
Perché siamo annoiatissimi. Vorremmo parlare d'altro.
Perché il popolo delle libertà, vero popolo e vere libertà, siamo noi.