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Gratti e perdi. Così i poveri finanziano lo Stato

15 Agosto 2011 2 min lettura

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Gratti e perdi. Così i poveri finanziano lo Stato

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Tra i tanti difetti dell’attuale governo in carica, c’è anche la mancanza di creatività. 

La crisi finanziaria si aggrava sempre di più. E allora, si sono detti Tremonti e compagni, perché non rastrellare qualche altro centinaio di milioni di euro con le lotterie? 
Vista la passione degli Italiani per il gioco, i risultati, anche stavolta, dovrebbero essere garantiti. Il testo del decreto della manovra anticrisi prevede la possibilità di "introdurre nuovi giochi, indire nuove lotterie, anche ad estrazione istantanea, adottare nuove modalità di gioco del Lotto, nonché dei giochi numerici a totalizzazione nazionale, variare l'assegnazione della percentuale della posta di gioco a montepremi ovvero a vincite in denaro, la misura del prelievo erariale unico, nonché la percentuale del compenso per le attività di gestione ovvero per quella dei punti vendita". 
Ricordo che quando ero bambino, un signore, che viveva di una pensione di appena 400mila lire al mese, mi “mandava”, un giorno sì e uno no, a giocare qualche schedina del lotto. Non vinceva mai nulla. In compenso, almeno 20-25mila lire a settimana se ne andavano in questa maniera. Non sono affatto pochi per chi ha un reddito così basso. Ancora oggi, quando mi reco in una tabaccheria, mi accorgo che a giocare sono spesso i più poveri e le classi meno istruite. Sperano, investendo qualche euro, che la loro vita possa cambiare. Nella quasi totalità dei casi, l’unica certezza è quella di dare una sforbiciata al proprio reddito, con buona pace dei pochi spiccioli messi a stento da parte. 
Nessuno, qua, vuole affermare che i giochi vadano aboliti. Sono pur sempre un passatempo, seppur costoso, ed esistono praticamente in tutti i Paesi. Però, questo passatempo, per chi lo pratica, spesso può trasformarsi in un brutto vizio, se non in una malattia. 
I grandi mass media non ne parlano, ma sono migliaia le persone che ogni anno perdono tutto (inclusa la casa) per colpa del gioco, legale e non. Un vero e proprio dramma sociale. 
Questo governo, al pari di quelli che lo hanno preceduto, non dovrebbe puntare a fare cassa aumentando il già abnorme numero di “gratta e vinci” e lotterie varie. Non è etico sperare di mettere a posto i conti dello Stato facendo anche leva sulla disperazione e la scarsa conoscenza dei principi di statistica dei meno abbienti. Anche il gioco può creare – come detto - dipendenza. Proprio come le droghe. 
A proposito: il ministro Giovanardi, tanto preoccupato per la sorte della famiglia e della salute dei cittadini, non ha nulla da dichiarare?
 
Gianni Monaco

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