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In diretta dall’Egitto: i primi risultati

5 Dicembre 2011 4 min lettura

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In diretta dall’Egitto: i primi risultati

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Jasmine Isam è nata a Roma da padre egiziano e madre italiana. Dal 1997 vive al Cairo con il marito archeologo col quale gestisce un'AGENZIA DI VIAGGI. Mamma di due bambini sostiene la Rivoluzione alla quale partecipa in piazza e attraverso un suo BLOG che stiamo ospitando in questi giorni.


Post precedenti: 
I primi risultati
Il risultato iniziale delle prime vere
elezioni parlamentari in Egitto è stato ottimo.
L’afflusso
alle urne è stato del 62% e la gente, tutta, si è
detta soddisfatta.
Nonostante le ore passate in fila, sotto la
pioggia e tra le pozzanghere, ne è valsa la pena.

I
primi "vincitori" di questo iniziale turno sono stati i Fratelli
Musulmani con il gruppo "Libertà e Giustizia" con il 45%.
Seguono il gruppo liberale "El Kotla Masreya – la massa" con il
32% ed il partito "Nour – La luce" dell’estrema destra con il
15%.
Il risultato dei voti ha stupito un po’ tutti, non per la
vincita del Gruppo dei Fratelli Musulmani, ma per l’alto risultato
del partito Salafita, "Nour".

Come potevamo aspettarci,
questo ha creato un’atmosfera di "terrore" sopratutto
nell’occidente, dove ancora, purtroppo, si abbina il termine
Musulmano a terrorista ed integralista.
Su questo vorrei fare
appunto un po’ di chiarezza.

Chi sono i Fratelli
Musulmani?
Il movimento di Fratellanza Musulmana è nato in
Egitto nel 1928 circa e si pone come un intermediario civile tra la
politica e la religione.
I suoi membri non sono "estremisti", sono in
continua discordanza con il Partito salafita e propongono progetti di
sviluppo civile ed economico per il Paese.
Hanno molti interessi
monetari nel campo industriale e turistico e non pensano minimamente
a modificare o imporre nuove regole sociali, sia per gli egiziani che
per i residenti o i turisti in visita.
Nel loro gruppo politico
sono presenti molte donne, che hanno naturalmente il viso scoperto, ed egiziani di religione cristiano copta.
A questo proposito
vorrei dire che il quartiere del Cairo dove maggiormente sono stati
votati i Fratelli Musulmani, è quello di Shubra, conosciuto
per l’altissima concentrazione di egiziani copti residenti e di chiese.

Il fatto che i Fratelli Musulmani si chiamino così
non ha nessun significato religioso, ricordiamo infatti che in tutto
il mondo ci sono partiti politici che portano il nome della religione
prevalente nel proprio paese ("Democrazia Cristiana"in Italia,
ad esempio).

La paura più comune, rilevata in rete e
tra gli stranieri residenti in Egitto, è che il paese
cambi.
Si ha paura dei famigerati "burqa", dei veli, di regole
che neanche gli egiziani seguono o conoscono.
A parte il fatto che
vedere un burqa in Egitto è alquanto difficile (il "burqa" è
il velo che copre le donne dalla testa ai piedi senza neanche
lasciare liberi gli occhi, ed è usato sopratutto in Asia, qui
al massimo si trova il "niqab", il velo intero che lascia scoperti
gli occhi), consiglierei a chiunque di leggere i programmi politici
di tutti i partiti. Compreso quello dei Salafiti.

Nessuno di
questi "spaventosi" partiti ha intenzione di modificare la vita
degli egiziani, delle egiziane e dei turisti.
Prima di tutto
perché il turismo è una delle principali entrate
economiche del paese, poi perché sin dall’inizio la Giunta
Militare ha categoricamente vietato di far partecipare alle elezioni
partiti che avessero un programma ideologico anziché
politico.
Ciò significa che i programmi politici dei due
partiti non sono basati sulla religione, e che in futuro, se qualcuno
di essi pensasse a proporre leggi che in qualche modo deviassero lo
stato civile del paese, la Giunta Militare lo
proibirebbe.

Ricordiamo poi che mancano ancora diciotto Governatorati all’appello, e che quindi il primo risultato è
puramente provvisorio.

Intanto lo scorso Venerdì, il
primo dopo le elezioni, la piazza Tahrir ha cominciato a
svuotarsi.
La giornata, dedicata ai Martiri, si è conclusa
pacificamente. Pochi i manifestanti in piazza, circa seicento, che
chiedevano alla Giunta Militare scuse ufficiali per le morti avvenute
alla fine di novembre durante le brutali aggressioni della polizia
militare ed ordinaria nei confronti del popolo.
Erano intorno ai
cinquecento, invece, i manifestanti nel quartiere di Abaseya, dove
ogni Venerdì si riuniscono i simpatizzanti della Giunta
Militare e del gruppo "Scusaci Presidente" riferito a
Moubarak.

Ad oggi rimangono in piazza meno di cinquecento
persone, in attesa che le Forze Armate si scusino.

Nonostante
le previsioni, il Movimento del 25 gennaio, che si è
trasformato nel Partito "El Saura Mustamerra- La continua
Rivoluzione" non ha ottenuto nessun rilevante risultato alle
elezioni e molti ragazzi di questo Movimento hanno cominciato a
dedicarsi alla vita mondana, conducendo programmi televisivi e
presentandosi ai talk show.

Chissà se per loro la
Rivoluzione continua davvero..

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In basso i simboli usati per
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Jasmine Isam

@valigiablu - riproduzione consigliata 

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