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È la Costituzione, bellezza!

11 Luglio 2010 3 min lettura

È la Costituzione, bellezza!

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Gentile Presidente del Consiglio, 

vorrei condividere con Lei una cosa che ho notato da poco: come una di quelle vecchie foto che saltano fuori dagli album di famiglia quando decidi, dopo molti anni, di guardarli così, senza un motivo vero.
La Costituzione - sì, quella che c’erano pure in mezzo i comunisti, e che per Lei è un compromesso - i diritti li riconosce. Veramente! I padri costituenti si sono detti “Mica siamo faraoni, o imperatori, i diritti ci sono già, al limite noi possiamo disciplinare, regolamentare. Ma mica possiamo dire ad una persona noi ti diamo questo diritto”. 
Perché, e qui sta la genialità dei nostri padri costituenti, roba da standing ovation, se uno dà una cosa, può anche toglierla. Invece l’articolo 2 dice:

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Li garantisce, eh? Mica li limita. E deve pure rimuovere gli ostacoli che sono di impedimento all’individuo, e non metterli. 

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Oh, pure se l’hanno fatta i comunisti, la Costituzione non parla mai né di bavagli né di ostacoli da mettere. Per stare tranquilli, i padri costituenti non hanno neanche detto “Va bene, potete rimuoverli e metterli ad un altro”. Eh no! Non si fa! Sarebbe come togliere lo sporco da un tappeto per metterlo sotto il tappeto di un altro! 
Su un diritto, però, gentile Presidente, i padri costituenti si sono proprio impuntati, come si vede dall’articolo 21 (comma 1 e 2):

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. 

Ce l’hanno tutti, eh? Io, Lei, la stampa di destra, di sinistra, di centro… I cittadini, insomma. “Hanno”: non hanno mica detto “Lo Stato concede”. Ma si sa: i padri costituenti su questo aspetto si sono impuntati perché nel ventennio precedente avevano avuto un sacco di impicci con Mussolini, e si sono detti “Stiamo attenti casomai ne tornasse un altro che vuole mettere il bavaglio alle persone. Un altro che si prendesse da solo il diritto di decidere «Questo è assoluto, questo è relativo.»” 
E sa qual è la cosa buffa? Quei padri costituenti erano così furbi, ma roba da standing ovation, che se anche la maggioranza degli italiani dicesse “Ehi, tu! Sì, tu! Tu puoi decidere quali sono i diritti” quest’ultimo non potrebbe farlo! Neanche un eletto dal popolo. 
Ma questo in effetti, non La riguarda, perché Lei non è stato eletto Presidente dal popolo, la Costituzione su cui Lei ha giurato non prevede nemmeno che il Presidente del Consiglio venga eletto da popolo. Lo scrivo solo perché ogni tanto, preso dal troppo amore per il Paese, se ne dimentica e dice il contrario. 
Quanto alla privacy, ma soprattutto alle intercettazioni che tanto La preoccupano, stia tranquillo: non riguardano 7 milioni di persone, ma 6 mila utenze. 6mila telefoni, e tenga presente che molti hanno intestati uno o più telefoni. 
Insomma, se sono uscite sui giornali Sue conversazioni con Minzolini, Saccà, Innocenzi, Dell’Utri, eccetera eccetera, non è persecuzione: è sfiga! 

Distinti saluti
Matteo Pascoletti
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