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Come il PD ha fatto dimettere Berlusconi :D

13 Novembre 2011 2 min lettura

Come il PD ha fatto dimettere Berlusconi :D

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Nella speranza che “berlusconismo” non diventi sinonimo di “psicoreato”, non fosse altro perché “psicoreato” come parola almeno ha un suo fascino, due reazioni politiche della giornata di ieri danno da pensare.

La prima è il tristissimo e squallido gesto dell’ombrello di Antonio Di Pietro, che a Ballarò ha provato a dire «no, in realtà era un gesto per dire "a casa"», non pensando, evidentemente, che nei paraggi ci sarebbe stata qualche telecamera, o semplicemente infischiandosene, sennò avrebbe usato una scusa migliore, tipo «no, scusate, è che c’ho il gomito che m’ha fatto contatto col ventennio».
La seconda è la dichiarazione di Bersani secondo cui «è il PD che ha mandato a casa Berlusconi».
Fermi tutti. Il PD? E come sarebbe andata? Come è successo che il PD, il partito che quando vince è merito suo, quando perde è colpa degli elettori che non l’hanno capito, abbia mandato a casa Berlusconi? Com’è successo che il PD, per la prima volta, abbia mandato a casa uno che non è del PD?
Perché i giornali non ne hanno parlato?
Tra le righe della dichiarazione di Bersani è tuttavia possibile capire come sia andata veramente.
Stavano tutti lì a congresso, a tenersi per mano, il Pierlu, la Rosi, il Dario, il Massimo, l’Anna e a pensare fortissimo “dimettiti dimettiti dimettiti dimettiti dimettiti dimettiti”, con il Walter e i suoi amici che pensavano “dimettiti ma anche lascia l’incarico dimettiti ma anche lascia l’incarico dimettiti ma anche lascia l’incarico”, stavano tutti lì mentre gli altoparlanti a tutto volume diffondevano la voce di Lorenzo Cherubini che diceva lamorenonappresso lamorenonappresso, erano talmente concentrati da imporsi persino di ignorare, per il bene della causa, quel fastidioso suono di disoccupazione in aumento, quand’ecco che, per un potentissimo sincretismo, per effetto di quel loro mantra pensato collettivamente, il martedì è diventato mercoledì, gente che nemmeno sa che esista il PD ha iniziato a considerare carta straccia i titoli di Stato italiani ancora più quanto non avesse fatto negli ultimi mesi, lo spread è salito alle stelle, lo spritz si è annacquato, il Mario Draghi ha chiamato il Presidente della Repubblica per dirgli «no, sai, Giorgio, non vorrei intromettermi, scusa, però nel resto del mondo non ci credono a Berlusconi che dice “sì, tranquilli tutti, la prossima settimana mi dimetto, me lo sono segnato in agenda, guardate lunedì: ore 12 Luana; ore 14 dimissioni, visto?”, sarebbe il caso che si dimettesse per davvero altrimenti entro oggi l’Italia fallisce… ehi! senti anche tu questo suono?» e Napolitano ha risposto «dici un ronzio di sottofondo?», e Draghi ha detto «sì, ti giuro, forse sto impazzendo, ma sento una cosa tipo “dimissioni” con in sottofondo una canzone di Jovanotti».

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