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Bocciata la legge sull’omofobia. Inseguendo Vaticano S.p.a.

28 Luglio 2011 3 min lettura

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Bocciata la legge sull’omofobia. Inseguendo Vaticano S.p.a.

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Caro Nero, 

iniziamo anche noi a risentire del clima estivo e quindi anche l’andamento dei post subisce un lieve calo. Ce ne scusiamo coi nostri lettori ma sic stantibus rebus è inevitabile. 
Mi premeva porre l’accento su quanto avvenuto in Parlamento l’altro ieri, ovvero l’affossamento, tramite le famigerate pregiudiziali di costituzionalità, della c.d. “legge sull’omofobia” . Che, a mio modesto parere, segue lo stesso filo logico utilizzato per l’approvazione, qualche settimana fa, di un’altra famigerata norma, quella sul fine vita. 
Mi sono ovviamente chiesto il perchè di un rifiuto verso una norma in voga in molti Paesi ( addirittura ve n’è una simile in Tasmania) visto che si tratta di affermare un semplice concetto di civiltà: ogni violenza legata all’orientamento sessuale deve essere punita in quanto tale. Essì che siamo un paese che quasi quotidianamente registra atti di violenza verso persone omosessuali ( utilizzo il termine nel senso più ampio) poichè la diversità, soprattutto in precisi ambienti con un preciso modello “culturale” (il virgolettato è voluto) si pensa di poterla sistemare con insulti e cazzotti. 
Siamo un paese in cui la discriminazione è atavica, in cui “ricchione” o “frocio” è generalmente un insulto alla mascolina virilità italiana. Ma non è solo una questione sociologica, caro il mio Nero, non si tratta solo di quello. Il problema sta a monte, nel complesso intreccio tutto italiano che dal 1929 mischia politica e religione in un unico e spesso torbido abbraccio. 
Viviamo in un paese teocratico, ecco il problema. Non dovremo girare col burqa o i turbanti, ma non siamo poi così diversi da quei cattivoni che ogni tanto andiamo a bombardare in nome della nostra superiore civiltà occidentale. La nostra politica è pesantemente condizionata delle continue ingerenze del Vaticano S.p.a. in un sistema tale per cui se non è la Chiesa ad intervenire in prima persona (un giorno scriverò un libro in cui raccoglierò tutte le scempiaggini uscite dalle sacre bocche dei vari Bertone, Crociata, Tonini e via dicendo) sono i politici che non ambiscono a nulla di meglio che fare proprie le istanze vaticane e legiferarci allegramente su. 
Con quale risultato? Avere nel corpus legislativo dell’Italia norme basate su pregiudizi religiosi che nulla hanno a che vedere né con la contingenza delle situazioni oggetto della legge e che anzi contrastano in maniera abbastanza netta con i principi di laicità su cui è fondata la nostra repubblica (delle banane, ndr). 
La Chiesa, dunque, non l’unico dei problemi nazionali ma di certo uno dei più grossi. Con una mano alleggeriscono i cittadini di una barca di soldi (perchè la povertà e l’umiltà di evangelica memoria sono vezzi che costano tanto) e con l’altra stendono la loro cortina fumogena: la ricerca sulle staminali, il fine vita, la pillola rsu46, ora la legge sull’omofobia. La lista dei trofei di guerra che i porporati sono riusciti ad appendere sulla mensola del loro camino è lunga. E ognuno di questi non fa altro che calpestare civiltà e buonsenso. 
La legge sull’omofobia è una legge sacrosanta che un qualsiasi paese civile dovrebbe avere, un qualsiasi paese che senta il bisogno di proteggere dalle discriminazioni a sfondo sessuale i propri cittadini. Cartina di tornasole per misurare la civiltà di una nazione? No, non penso. Ma grave attacco ai principi fondamentali, secondo la teoria per cui ciò che la chiesa ritiene peccato è ciò che anche la legge ritiene peccato. 
Per concludere, caro Nero, diamo un’occhiata a ciò che succede nella cattolicissima Irlanda, dove il Governo nazionale a guida Fine Gael, quindi conservatore, ha apertamente sfidato il Vaticano sul campo dei preti pedofili, aprendo una crisi internazionale che non ha precedenti. 
Ti saluto, vacci piano con l’abbronzatura e con i moijtos 
 Il Rosso
Il rosso e il nero per @ valigia blu -  riproduzione consigliata

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