L’attacco senza prove alla residenza di Putin. E Trump che decide di credere alla versione russa
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L'Ucraina ha davvero preso di mira la residenza di Vladimir Putin o si tratta di una notizia non verificata fatta circolare per influenzare Trump? È la domanda che ci circola da quando la Russia ha affermato che il 29 dicembre l’Ucraina ha cercato di colpire la residenza del presidente russo Putin con un attacco massiccio di droni. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha detto che la difesa aerea russa ha abbattuto 91 droni e ha definito l’attacco un atto di “terrorismo di Stato”. La residenza di Valdai, nota anche come “Uzhin” o “Dolgiye Borody”, è un complesso fortemente sorvegliato sulle rive del lago Valdai, a circa 360 km a nord di Mosca. I 91 droni sarebbero stati abbattuti nella regione di Bryansk (49), a 450 km da Valdai, nella regione di Smolensk (uno) e nella regione di Novgorod (41), ricca di foreste. Non è chiaro dove si trovasse Putin al momento del presunto attacco, ma sappiamo che a cavallo del fine settimana ha tenuto delle riunioni al Cremlino. L’Ucraina ha negato le accuse e ha accusato la Russia di voler sabotare con “le tipiche menzogne russe” i colloqui di pace che vedono l’intermediazione del presidente USA, Donald Trump: a chi credere?
L’attacco è avvenuto davvero?
Nella mattinata del 30 dicembre, il ministero della Difesa russo guidato da Andrej Belousov ha diramato sul suo canale Telegram una nota in cui affermava che: “Nel periodo dalle 07:00 alle 09:00 ora di Mosca, i mezzi di difesa aerea di turno hanno intercettato e distrutto 23 droni ucraini di tipo aereo sopra il territorio della regione di Novgorod”. Numeri molto distanti da quelli forniti successivamente da Lavrov. Dodici ore dopo, i vertici della Difesa pubblicano un un secondo resoconto che parla di “un attacco terroristico con l’utilizzo di 91 droni contro la residenza del Presidente nella regione di Novgorod”, nel cui computo rientrano – come detto – droni abbattuti a centinaia di chilometri dal bersaglio. Stando al testo ufficiale solo 18 droni sarebbero stati abbattuti nella regione di Novograd e quindi potrebbero essere legati al piano per colpire la residenza di Putin.
Il canale Telegram ucraino “Dronebomber”, che ogni mattina posta una mappa – su “fonti aperte” russe, ovvero le persone che li segnalano sui social mentre sorvolano le proprie abitazioni – delle traiettorie notturne dei droni, ha mostrato il 29 dicembre uno sciame di ordigni che sembravano diretti verso la regione di Novgorod. "Li indicava solo nella prima parte del volo, il che non permette di stabilire la reale destinazione", riporta Repubblica. "Finora le informazioni sono sempre risultate attendibili. Nella cartina c’erano due grandi formazioni di droni. Una puntava sulla Crimea e ieri sono emerse numerose immagini degli impatti contro strutture belliche. Di quella che invece ha preso la rotta verso nord, dove si trova Novgorod, non si è saputo nulla".
I dubbi sono tanti. Negli ultimi mesi e anni, i network di difesa aerea e i notiziari sia in Russia che in Ucraina hanno riportato gli attacchi di droni ucraini in Russia e le violazioni dello spazio aereo russo. Nessuna di queste fonti – riporta un’analisi del Kyiv Post – ha parlato di un attacco di droni ucraini alla residenza di Putin, né ci sono cenni sulle principali piattaforme di informazione di Novgorod.
Le piattaforme di informazione russe indipendenti Astra e Sota non hanno riportato notizie di battaglie aeree o di sospette attività di droni sopra la regione di Novgorod nel momento in cui il ministero della difesa russo ha affermato che era avvenuto un importante attacco ucraino contro la residenza di Putin.
La piattaforma di informazione più letta di Novgorod, 53news.ru, approvata dallo Stato, ha limitato la sua copertura dei presunti attacchi ucraini alla residenza di Putin alla riproduzione testuale dell'annuncio del ministero della Difesa. Il canale Telegram dedicato alle emergenze civili locali ChP 53 Velikiy Novgorod – una piattaforma di informazione per i primi soccorsi regionali – a mezzogiorno del 30 dicembre non aveva fatto alcun riferimento ad attività di droni o di difesa aerea in nessuna parte della regione.
Neanche le reti di allerta aerea ucraine – che pure nella notte tra il 28 e il 29 dicembre hanno segnalato l'ingresso di decine di droni a lungo raggio nello spazio aereo russo nella regione occidentale di Belgorod, nella regione sud-occidentale di Krasnodar e nel territorio ucraino controllato dalla Russia – hanno registrato attacchi diretti verso la regione di Novgorod, centinaia di chilometri più all'interno della Russia.
Le notizie più importanti della notte a Novgorod spaziavano dagli incidenti automobilistici alla fuga di un criminale da una prigione locale, alle accuse di corruzione contro funzionari regionali, ai lavori di riparazione stradale e agli incidenti stradali. La maggior parte dei contenuti era dedicata ai preparativi e ai festeggiamenti per il Capodanno. Va detto che la legge russa sulla censura vieta di rendere pubbliche le informazioni sui danni effettivi alle proprietà statali causati dagli attacchi dei droni ucraini.
Fatto sta che Mosca non ha fornito alcuna prova e, come sostenuto dal portavoce di Putin, Dmitry Peskov, non ne fornirà: “Non credo che dovrebbero esserci prove se viene effettuato un attacco con droni così massiccio, che, grazie al lavoro ben coordinato del sistema di difesa aerea, è stato abbattuto”, ha detto ai giornalisti.
Lo stesso Putin non ha ancora commentato pubblicamente la situazione. Poco prima che Lavrov parlasse dell’attacco, Putin aveva tenuto una riunione al Cremlino con il ministro della Difesa Andrei Belousov, il direttore del Servizio federale di sicurezza Alexander Bortnikov e alti generali sulla guerra in Ucraina, senza però menzionare alcun attacco con droni ucraini alla sua residenza.
Già nel 2023 la Russia aveva accusato l'Ucraina di aver attaccato il Cremlino con dei droni in quello che era stato definito un tentativo di assassinare Putin. L'Ucraina aveva negato qualsiasi coinvolgimento e aveva accusato la Russia di voler creare un pretesto per un'escalation della guerra. Il New York Times aveva poi riferito che le agenzie di intelligence statunitensi ritenevano che dietro l'attacco ci fossero i servizi di sicurezza ucraini, ma che non era chiaro se Zelensky o gli alti funzionari ucraini fossero a conoscenza dell'operazione. Alcuni funzionari ritenevano che Zelensky non ne fosse a conoscenza, secondo quanto riportato all’epoca dal New York Times.
Questo significa che l'attacco con i droni è sicuramente non avvenuto? È difficile affermarlo con certezza. L'Ucraina ha certamente una storia di attacchi in profondità nel territorio russo, tra cui l’uccisione di militari, attacchi con droni alle raffinerie di petrolio e l’operazione Spiderweb, in cui droni mimetizzati lanciati da camion hanno distrutto numerosi bombardieri strategici russi in profondità nel territorio russo. Questo non esclude, quindi, che la residenza di Putin possa essere un obiettivo rilevante. Restano dubbi sull’opportunità di fare un attacco del genere in un momento chiave dei negoziati con Trump.
Perché la Russia ha parlato dell'attacco senza mostrare le prove? Qual è l'obiettivo?
Secondo il Guardian, ci sono almeno due possibilità. Le accuse di Mosca potrebbero essere una copertura per consentire a Mosca di colpire gli edifici governativi a Kyiv. È questa la convinzione soprattutto del presidente ucraino Zelensky, alla luce delle affermazioni di Lavrov secondo cui sarebbero già stati selezionati degli “obiettivi di ritorsione”. Ma in passato la Russia ha già colpito tutti i tipi di obiettivi in Ucraina senza aver bisogno di coperture.
Probabilmente – è il secondo scenario prospettato dal Guardian – l’obiettivo del Cremlino sarebbe stato influenzare i colloqui tra Trump e Zelensky a Mar-a-Lago. Accusando gli ucraini di escalation, sia pubblicamente che al telefono con Trump, Putin potrebbe aver sperato di cambiare ancora una volta gli orientamenti di Trump e scongiurare qualsiasi decisione che il Cremlino avrebbe considerato eccessivamente favorevole a Kyiv. L'accusa arriva in un momento diplomatico delicato, mentre Trump insiste che l'accordo di pace tra Russia e Ucraina è “completato al 95%”.
Trump sembra aver preso per buona la notizia dell’attacco, sebbene egli stesso abbia ammesso di non avere prove al riguardo se non quanto gli è stato riferito da Putin: “Una cosa è essere offensivi, perché loro sono offensivi. Un'altra cosa è attaccare la sua residenza. Non è il momento giusto per fare nulla di tutto ciò”, ha commentato Trump. Quando un giornalista ha suggerito che l’attacco potesse essere stato inventato, Trump ha risposto: “Stai dicendo che forse l'attacco non è avvenuto? Immagino che sia possibile. Ma il presidente Putin mi ha detto questa mattina che è avvenuto. Mi sono molto arrabbiato”.
Anche l'ambasciatore statunitense presso la NATO, Matthew Whitaker, ha messo in dubbio le affermazioni della Russia sull'attacco contro la residenza del presidente Putin: “Non è chiaro se sia realmente accaduto”, ha dichiarato Whitaker a Fox News .
Quali sono state le reazioni internazionali?
Nelle capitali europee le affermazioni di Mosca sono state accolte con grande scetticismo, anche se India, Emirati e Pakistan si sono detti preoccupati per l’attacco. Il primo ministro indiano, Narendra Modi, ha scritto su X in inglese e russo di essere “profondamente preoccupato” per le notizie. “Esortiamo tutte le parti interessate a rimanere concentrate sugli sforzi di pace e ad evitare qualsiasi azione che possa comprometterli”, ha aggiunto.
“Siamo rimasti delusi e preoccupati nel vedere le dichiarazioni delle parti emiratine, indiane e pakistane che esprimono la loro preoccupazione per l'attacco che non è mai avvenuto”, è stata la reazione del ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha, che ha ricordato come nessuno dei tre paesi sia espresso quando un missile russo ha colpito un edificio del governo ucraino a settembre.
Immagine in anteprima: Kremlin.ru, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons







