
Vanuatu ha pubblicato una bozza di risoluzione delle Nazioni Unite per richiedere un parere consultivo alla Corte internazionale di giustizia (CIG) sugli obblighi legali degli Stati in materia di azione per il clima e sulle conseguenze dei danni causati. Sebbene la Corte, che è il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite, non abbia un'autorità vincolante, il suo parere potrebbe diventare rilevante per le azioni legali future e rafforzare la posizione dei paesi vulnerabili nei negoziati internazionali.
The draft resolution is out! This has been a long time coming for the #ICJAO4Climate camp and we look to the next steps. Thank you to the core group 🇦🇴🇦🇬🇧🇩🇨🇷🇫🇲🇩🇪🇱🇮🇲🇦🇲🇿🇳🇿🇵🇹🇷🇴🇼🇸🇸🇱🇸🇬🇺🇬🇻🇳🇻🇺 for your incredible engagement and efforts over the past few months, still more work ahead 🌏 https://t.co/XlDdInN7mo
— Ambassador Odo Tevi (@odo_tevi) November 30, 2022
Vanuatu sta affrontando l'innalzamento del livello del mare e cicloni sempre più potenti che periodicamente paralizzano la sua economia. Con l'aumento delle emissioni e il mancato raggiungimento degli obiettivi climatici, il surriscaldamento minaccia l'ecologia, i mezzi di sussistenza e le infrastrutture dell'arcipelago.
La bozza di risoluzione pone due domande alla Corte: 1) Chiede il parere della CIG su "quali siano gli obblighi degli Stati... per garantire la protezione del sistema climatico", sulla base di una serie di trattati globali e principi di diritto internazionale; 2) Il documento chiede alla Corte "quali sono le conseguenze legali di questi obblighi per gli Stati che, con le loro azioni e omissioni, hanno causato danni significativi al sistema climatico e ad altre parti dell'ambiente".
La risoluzione non chiede esplicitamente alla Corte se i paesi abbiano il dovere di fornire un supporto per le perdite e i danni, lasciando alla Corte la decisione di intervenire sulla questione. [Continua a leggere su Climate Change News]





Circa 17mila siti contaminati in Europa, di cui 2.100 a livelli pericolosi per la salute: è la mappa dei Pfas conosciuti come “inquinanti eterni”.
Il Parlamento Europeo
L’innalzamento dei mari potrebbe provocare un esodo di massa su scala biblica. Da Londra a Los Angeles, da Bangkok a Buenos Aires, quasi un miliardo di persone potrebbe perdere la propria abitazione, poter vedere la propria nazione sparire.
Negli anni '70, il Nepal stava affrontando una crisi ambientale. Le foreste delle colline nepalesi si stavano degradando a causa del pascolo del bestiame e della raccolta di legna da ardere, con il conseguente aumento delle inondazioni e degli smottamenti. Un rapporto della Banca Mondiale del 1979 avvertiva che, senza programmi di riforestazione su larga scala, le foreste sarebbero state in gran parte eliminate entro il 1990.
Secondo un