La piccola nazione insulare di Tuvalu, fortemente vulnerabile all'innalzamento del livello del mare causato dal riscaldamento globale, ha chiesto un trattato internazionale di non proliferazione dei combustibili fossili, che eliminerebbe gradualmente l'uso di carbone, petrolio e gas. È il primo Stato a presentare una proposta di questo tipo durante una conferenza sul clima delle Nazioni Unite e il secondo in assoluto a chiedere un accordo per porre fine all'era della combustione dei combustibili fossili, dopo Vanuatu.
Gli attivisti per il clima hanno accolto con favore la proposta, ma hanno condannato i grandi inquinatori, come gli Stati Uniti e la Cina, per aver fatto in modo che i combustibili fossili fossero ampiamente protetti nelle precedenti iterazioni dei colloqui sul clima. L'anno scorso, alla Cop26 in Scozia, i Paesi hanno promesso per la prima volta di "ridurre gradualmente" l'uso del carbone, anche se non è stato menzionato l'uso di gas e petrolio.
"Il riscaldamento dei mari sta iniziando a inghiottire le nostre terre, centimetro dopo centimetro, ma la dipendenza del mondo dal petrolio, dal gas e dal carbone non può far affondare i nostri sogni sotto le onde”, ha dichiarato Kausea Natano, primo ministro di Tuvalu. “Ci uniamo così a un centinaio di premi Nobel per la pace e a migliaia di scienziati in tutto il mondo e chiediamo ai leader mondiali di aderire al trattato di non proliferazione dei combustibili fossili per gestire una giusta transizione dai combustibili fossili". Sebbene nessun grande emettitore sostenga la richiesta di un nuovo trattato, l'idea è stata appoggiata dal Vaticano, dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e da una selezione di sindaci di città, tra cui Sadiq Khan, sindaco di Londra. [Continua a leggere sul Guardian]





Circa 17mila siti contaminati in Europa, di cui 2.100 a livelli pericolosi per la salute: è la mappa dei Pfas conosciuti come “inquinanti eterni”.
Il Parlamento Europeo
L’innalzamento dei mari potrebbe provocare un esodo di massa su scala biblica. Da Londra a Los Angeles, da Bangkok a Buenos Aires, quasi un miliardo di persone potrebbe perdere la propria abitazione, poter vedere la propria nazione sparire.
Negli anni '70, il Nepal stava affrontando una crisi ambientale. Le foreste delle colline nepalesi si stavano degradando a causa del pascolo del bestiame e della raccolta di legna da ardere, con il conseguente aumento delle inondazioni e degli smottamenti. Un rapporto della Banca Mondiale del 1979 avvertiva che, senza programmi di riforestazione su larga scala, le foreste sarebbero state in gran parte eliminate entro il 1990.
Secondo un