Le temperature degli oceani hanno raggiunto nel 2022 livelli mai registrati dal 1958, da quando cioè vengono raccolti i dati, a dimostrazione dei profondi e pervasivi cambiamenti che le emissioni causate dall'uomo stanno apportando al clima del pianeta. È quanto emerge da uno studio pubblicato dalla rivista scientifica “Advances in atmospheric sciences” al quale hanno partecipato ricercatori di università statunitensi, cinesi e italiane.
Oltre il 90% del calore in eccesso intrappolato dalle emissioni di gas serra viene assorbito dagli oceani con conseguenze notevoli sul clima globale. Gli oceani più caldi contribuiscono a rafforzare i fenomeni meteorologici estremi, provocando uragani e tifoni più intensi e una maggiore umidità nell'aria che porta piogge più intense e inondazioni. Inoltre l'acqua più calda si espande, facendo salire il livello del mare e mettendo in pericolo le città costiere.
L’aumento del calore assorbito dagli oceani è accompagnato anche da un aumento della salinità e della stratificazione (la separazione delle acque a diversi livelli di profondità) che, insieme, possono alterare gli scambi di calore, CO2 e ossigeno tra oceani e atmosfera, impattando in modo drammatico sulla vita negli ecosistemi marini e sui cicli dell’acqua.
Secondo una ricerca pubblicata dalla National Oceanic and Atmospheric Administration statunitense, molti eventi meteorologici estremi nel 2022 sono stati resi più probabili e più intensi dalla crisi climatica, come le forti piogge che hanno causato devastanti inondazioni in Ciad, Niger e Nigeria.





Circa 17mila siti contaminati in Europa, di cui 2.100 a livelli pericolosi per la salute: è la mappa dei Pfas conosciuti come “inquinanti eterni”.
Il Parlamento Europeo
L’innalzamento dei mari potrebbe provocare un esodo di massa su scala biblica. Da Londra a Los Angeles, da Bangkok a Buenos Aires, quasi un miliardo di persone potrebbe perdere la propria abitazione, poter vedere la propria nazione sparire.
Negli anni '70, il Nepal stava affrontando una crisi ambientale. Le foreste delle colline nepalesi si stavano degradando a causa del pascolo del bestiame e della raccolta di legna da ardere, con il conseguente aumento delle inondazioni e degli smottamenti. Un rapporto della Banca Mondiale del 1979 avvertiva che, senza programmi di riforestazione su larga scala, le foreste sarebbero state in gran parte eliminate entro il 1990.
Secondo un