Negli Stati Uniti comunità costiere, pescatori tradizionali, indigeni e attivisti stanno protestando da tempo per fermare la realizzazione di nuovi impianti per l’esportazione del gas naturale liquefatto (GNL). Lo scorso novembre i massimi dirigenti del settore del gas si sono riuniti al Golden Nugget Casino di Lake Charles, in Louisiana, per discutere della “necessità” di costruire nuovi impianti di GNL sulla costa del Golfo. All’esterno, le proteste degli attivisti e delle comunità costiere.
“Siamo qui per proteggere le nostre case, i nostri mezzi di sostentamento e le nostre famiglie”, ha dichiarato a Politico Travis Dardar, un pescatore indigeno di gamberetti, alla guida dei manifestanti. “Aziende come la Venture Global costruiscono questi enormi impianti per l'esportazione di gas che riempiono di cemento le nostre zone di pesca, avvelenano i frutti di mare nelle nostre acque e rendono invivibili le nostre case - e si aspettano che noi ce ne stiamo seduti ad accettare? No, diamine”.
Lungo gran parte della costa del Texas e della Louisiana sono stati costruiti impianti petrolchimici, raffinerie, oleodotti e impianti per l'esportazione di gas e petrolio greggio.
Diversa la situazione più a sud-ovest, dove un'area della Costa del Golfo, sulla costa al confine con il Messico, non è stata ancora interessata dalla costruzione di giganteschi serbatoi di stoccaggio di petrolio e gas, oleodotti e impianti di esportazione. Lungo la costa ci sono parchi, riserve naturali e rifugi per la fauna selvatica, che circondano il delta dove il Rio Grande si riversa nel mare. Il Laguna Atascosa National Wildlife Refuge, ad esempio, ospita l'ocelot, un felino selvatico in via di estinzione di cui ci sono ancora solo poche decine di esemplari.
“Non abbiamo raffinerie di combustibili fossili al porto di Brownsville, sulla costa della Rio Grande Valley. Tre quarti della costa del Golfo del Texas sono già pieni di industrie, con ciminiere, navi cisterna, noi abbiamo invece tutto questo: parchi, riserve naturali, rifugi”, ha dichiarato a Gas Outlook Bekah Hinojosa, attivista della campagna per la Costa del Golfo presso l'ONG Sierra Club. In realtà erano stati proposti cinque i progetti di GNL anche per l'area di Brownsville, ma sono stati fermati grazie anche alla sinergia tra l’ONG e attivisti in Europa per fare pressione sulle principali banche europee che finanziano i progetti di GNL nella Costa del Golfo. Restano in piedi ancora due progetti - Texas LNG e Rio Grande LNG - che puntano a iniziare i lavori entro l’inizio del prossimo anno.
“Siamo in prima linea nella militarizzazione dei confini, stiamo già vivendo disastri climatici come uragani e inondazioni molto gravi durante l'anno. Siamo una comunità fortemente vulnerabile, composta per lo più da gente di colore e da indigeni. Questi progetti metterebbero a serio rischio le nostre comunità”, spiega Hinojosa.





Circa 17mila siti contaminati in Europa, di cui 2.100 a livelli pericolosi per la salute: è la mappa dei Pfas conosciuti come “inquinanti eterni”.
Il Parlamento Europeo
L’innalzamento dei mari potrebbe provocare un esodo di massa su scala biblica. Da Londra a Los Angeles, da Bangkok a Buenos Aires, quasi un miliardo di persone potrebbe perdere la propria abitazione, poter vedere la propria nazione sparire.
Negli anni '70, il Nepal stava affrontando una crisi ambientale. Le foreste delle colline nepalesi si stavano degradando a causa del pascolo del bestiame e della raccolta di legna da ardere, con il conseguente aumento delle inondazioni e degli smottamenti. Un rapporto della Banca Mondiale del 1979 avvertiva che, senza programmi di riforestazione su larga scala, le foreste sarebbero state in gran parte eliminate entro il 1990.
Secondo un