Gli impatti dell’attività mineraria industriale sulle terre dei popoli indigeni e dei contadini sono ben noti. L'aumento della domanda di minerali critici per la transizione energetica (ETM) potrebbe portare a una nuova generazione di progetti minerari in cui interessi industriali ed energetici e sostenibilità ambientale e sociale torneranno a collidere. Secondo un articolo pubblicato su Nature Sustainability, con la rapida transizione del sistema energetico globale verso le energie rinnovabili, almeno 30 minerali e metalli costituiranno la base materiale per questa transizione. Più della metà di queste risorse si trova sulle terre delle popolazioni indigene e contadine o nelle loro vicinanze, due gruppi i cui diritti alla consultazione e al libero consenso informato sono sanciti dalle dichiarazioni delle Nazioni Unite.
Trasformazioni antropiche del territorio, produzione alimentare, rischio idrico, conflitti, coinvolgimento delle popolazioni indigene nei progetti: l'attuale minaccia causata dalla sovraindustrializzazione è davvero allarmante, scrive lo studio. E la ricerca di nuovi minerali per la transizione energetica potrebbe creare ulteriori squilibri e sacrificare la sostenibilità in nome dello sviluppo, pregiudicando ulteriormente la protezione e la conservazione degli ecosistemi mondiali e dei diritti umani universalmente riconosciuti dei popoli storicamente emarginati. È fondamentale che i leader politici siano consapevoli di questa tensione e insistano affinché si tenga conto dei diritti delle popolazioni indigene e contadine quando prendono decisioni in materia di mitigazione del clima. Ciò contribuirà a garantire che le soluzioni globali per il clima non compromettano inavvertitamente o irrevocabilmente gli sforzi paralleli per la sostenibilità. [Leggi l’articolo su Nature]





Circa 17mila siti contaminati in Europa, di cui 2.100 a livelli pericolosi per la salute: è la mappa dei Pfas conosciuti come “inquinanti eterni”.
Il Parlamento Europeo
L’innalzamento dei mari potrebbe provocare un esodo di massa su scala biblica. Da Londra a Los Angeles, da Bangkok a Buenos Aires, quasi un miliardo di persone potrebbe perdere la propria abitazione, poter vedere la propria nazione sparire.
Negli anni '70, il Nepal stava affrontando una crisi ambientale. Le foreste delle colline nepalesi si stavano degradando a causa del pascolo del bestiame e della raccolta di legna da ardere, con il conseguente aumento delle inondazioni e degli smottamenti. Un rapporto della Banca Mondiale del 1979 avvertiva che, senza programmi di riforestazione su larga scala, le foreste sarebbero state in gran parte eliminate entro il 1990.
Secondo un