Trump alla Casa Bianca: un caso di corruzione e arricchimento personale senza precedenti
5 min letturaDurante le primarie repubblicane del 2016, Donald Trump si trovò in difficoltà nel giustificare alcune donazioni fatte al Partito democratico nel corso della sua carriera imprenditoriale. Il modo in cui rispose a queste critiche trasformò un punto debole in un’arma a proprio favore: secondo il presidente, donava perché il sistema sarebbe corrotto alla radice e supportare chiunque chieda soldi è quello che tutti gli imprenditori fanno. Inoltre, dopo aver ricevuto donazioni, i politici sarebbero costretti a ricambiare i favori: durante un dibattito, Trump ha affermato che il motivo per cui i Clinton sarebbero andati al suo matrimonio era proprio l’impossibilità di tirarsi indietro. Una risposta che alimentò il mito MAGA della “corrotta Hillary”, che fece molta presa in campagna elettorale, e che rese Trump l’uomo che avrebbe dovuto combattere il sistema, “bonificare la palude” di Washington, nelle sue parole.
All’alba del suo secondo mandato da Presidente, però, Trump sta accumulando ricchezza, per sé, la sua famiglia, e i suoi collaboratori più vicini, utilizzando proprio l’ufficio pubblico che detiene per chiudere importanti accordi. Secondo David Frum, ci troviamo di fronte a un sistema differente rispetto a qualsiasi altro tipo di corruzione politica nella storia statunitense, per scala, grado di separazione con la carica (è Trump stesso a beneficiare di molti affari), e mancanza di coscienza per la carica ricoperta.
Il settore in cui è più sfacciato l’accumulo di soldi è quello delle criptovalute. Trump non è da sempre un fan delle crypto, infatti le avversava durante il suo primo mandato, anche perché i suoi consiglieri economici provenivano dal classico mondo finanziario legato a Wall Street. Il suo parere ha iniziato a cambiare nel 2022, quando ha ottenuto circa 20 milioni di dollari con NFT a lui direttamente legati; inoltre, la presidenza Biden ha avuto un rapporto conflittuale con i sostenitori delle criptovalute, che quindi hanno iniziato ad appoggiare il suo avversario. La famiglia Trump, insieme ad altri collaboratori tra cui l’inviato speciale nei teatri di guerra Steve Witkoff, ha costituito World Liberty Financial, uno strumento che permette di scambiarsi criptovalute, di cui una business entity direttamente legata a Trump detiene il 60% e ha diritto al 75% tedei ricavi dalla vendita di valute. I figli di Trump, Eric e Donald Jr., sono attivamente parte del management e il presidente viene definito il “Chief Crypto Advocate”.
Tre giorni prima del suo insediamento, poi, ha coniato la sua crypto, il $Trump, una valuta, definita memecoin, che è un asset puramente speculativo, il cui valore è determinato semplicemente dalla figura di Trump stesso. A fine maggio, Trump ha organizzato una cena in un golf club in Virginia con i più grandi investitori nella valuta, rendendola di fatto un mezzo per accedere direttamente al Presidente: l’unico suo valore reale sembra quindi l’accesso privilegiato al presidente degli Stati Uniti. Più si comprano $Trump, più si arricchisce la famiglia, più si ottiene un accesso privilegiato alla Casa bianca: la valuta diventava quindi un vero e proprio asset, e appena l’annuncio di questo evento è diventato pubblico il suo valore è salito.
La cena, proprio per questo motivo, è stata molto criticata e l’esponente del Partito democratico, Jamie Raskin, ha chiesto che venissero resi pubblici i nomi di tutti i partecipanti. Uno dei presenti era Justin Sun, un miliardario cinese con una sua piattaforma di criptovalute, Tron, indagato dalla Securities and Exchange Commission (SEC), l’ente federale per la vigilanza delle borse, nel 2023, accusato di aver gonfiato il prezzo di una crypto presente sulla sua piattaforma. Sun ha investito 75 milioni in World Liberty Financial e la sua indagine presso la SEC è stata messa in pausa.
Inoltre, gli Emirati Arabi Uniti hanno utilizzato una stablecoin (criptovaluta legata all’andamento finanziario del dollaro) emessa da World Liberty Financial per concludere un investimento da 2 miliardi di dollari. Successivamente, il presidente ha concesso ad Abu Dhabi di comprare semiconduttori avanzati da compagnie americane, un acquisto che la presidenza Biden aveva negato per timore che alcune di queste tecnologie potessero finire in mano cinese. Richard Painter, responsabile dell’etica nella Casa Bianca di George W. Bush, ha detto al Guardian che se Witkoff, l’inviato speciale di Trump che ha trattato su vari scenari, dal Medio Oriente, alla Russia, all’Iran, avesse un interesse in World Liberty così come lo ha anche un fondo sovrano emiratino, si configurerebbe una violazione costituzionale, in quanto un ufficiale governativo non può accettare pagamenti da governi stranieri.
Il Qatar, altro paese degli Emirati, si è offerto di donare a Trump un Boeing più grande dell’attuale aereo presidenziale, e la Casa Bianca ha accettato. Secondo i piani, rimarrà nella disponibilità del presidente per tutto il suo mandato e poi verrà trasferito nella sua Presidential library, luogo dove vengono conservati documenti e registri del presidente in questione. Il dono di questo Boeing, arrivato dopo i ritardi nella consegna da parte della compagnia di nuovi Air Force One, non porterà al suo utilizzo a breve termine: infatti, dovrà essere modificato per poter ospitare il presidente, e deputati di entrambi i partiti hanno ipotizzato che questo sia un tentativo chiaro di influenza sugli Stati Uniti da parte del governo qatarino.
Un altro settore grazie al quale i Trump si stanno arricchendo smisuratamente è il real estate, da sempre core business della famiglia. Tra i vari affari chiusi nel corso dell’anno, un’azienda saudita ha investito un miliardo nel progetto di un hotel Trump a Dubai e la nascita di un club privato a Georgetown aperto da Donald Jr., insieme ad altri investitori, il cui costo d’ingresso è di 500.000 dollari. Il caso però più paradossale è quello riguardante l’apertura di un golf club in Vietnam, paese prossimo a subire dazi del 46 per cento da parte degli Stati Uniti. Il progetto di apertura del golf club, del valore di un miliardo e mezzo di dollari, è stato accelerato dal governo vietnamita in quanto avrebbe ricevuto attenzione diretta dall’amministrazione Trump. Secondo il New York Times, nel Vietnam comunista, ci vogliono circa dai due ai quattro anni per ottenere l’approvazione per progetti di questo tipo, soggetti a vari tipi di verifiche e norme. I documenti iniziali, però, sono stati depositati solo tre mesi fa e non ci sarebbe stata alcuna revisione indipendente del progetto di costruzione. Nonostante questo, le richieste dell’amministrazione Trump al Vietnam in tema dazi restano in campo, e non sembra che il paese stia beneficiando dall’aver velocizzato l’iter.
Infine, non solo Trump e i suoi familiari, ma, secondo un report reso pubblico dalla senatrice democratica Elizabeth Warren, anche Elon Musk, oggi caduto in disgrazia all’interno dell’amministrazione, avrebbe incrementato di 100 miliardi il suo patrimonio netto durante il suo periodo a Washington, usando la sua posizione per terminare inchieste sulle sue aziende, togliere regolamentazione e vincere contratti federali.Trump non è mai stato un vero imprenditore di successo: nonostante abbia più volte affermato che le sue sei bancarotte fossero geniali stratagemmi, rappresentava la figura televisiva di un uomo d’affari geniale e senza scrupoli più di quanto lo fosse nella realtà. Utilizzare la presidenza come veicolo d’accesso per magnati e paesi stranieri è probabilmente il suo business più lucrativo, e quello che sta personalmente arricchendo di più sé stesso e la sua famiglia, nonostante Trump dichiari che nessuna di queste transazioni sia un conflitto d’interessi.
Immagine in anteprima: The White House, Public domain, via Wikimedia Commons
