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Oltre Gaza, oltre la guerra: Israele al collasso politico e morale

29 Maggio 2025 4 min lettura

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Oltre Gaza, oltre la guerra: Israele al collasso politico e morale

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“Finora avevo sempre respinto pubblicamente le accuse di genocidio e crimini di guerra, ma nelle ultime settimane non ho potuto più farlo”. In un durissimo editoriale su Hareetz, l'ex primo ministro israeliano Ehud Olmert ha affermato che Israele sta commettendo crimini di guerra a Gaza. “Quello che stiamo facendo a Gaza ora è una guerra di devastazione: uccisioni indiscriminate, illimitate, crudeli e criminali di civili. Non lo stiamo facendo perché abbiamo perso il controllo in un settore specifico, né per la violenza spropositata di alcuni soldati in qualche unità. È piuttosto il risultato di una politica governativa dettata consapevolmente, malvagiamente, maliziosamente, irresponsabilmente. Sì, Israele sta commettendo crimini di guerra”.

Appena due giorni fa le truppe israeliane hanno aperto il fuoco vicino a migliaia di palestinesi che si accalcavano affamati per accaparrarsi le poche scorte distribuite dalla Gaza Humanitarian Foundation - un’organizzazione sostenuta dagli Usa e scelta da Israele per la distribuzione degli aiuti nella Striscia - che ha perso il controllo del centro di distribuzione, ricostruisce il Guardian. Le immagini mostrano una folla di persone che gridano e spingono per entrare nell'edificio, mentre altri lanciano sacchi di farina e scatole sulla folla.

Sigrid Kaag, coordinatrice speciale ad interim delle Nazioni Unite per il Medio Oriente, ha dichiarato al Consiglio di sicurezza dell'ONU che le persone che affrontano la carestia a Gaza “hanno perso la speranza”. Gli aiuti limitati che vengono concessi a Gaza sono come “una scialuppa di salvataggio dopo che la nave è affondata”.

Il nuovo modello di distribuzione, sostenuto dagli Stati Uniti, è uno spreco di risorse e distoglie l'attenzione dalle “atrocità”, ha affermato il direttore dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), Philippe Lazzarini.

Le parole di Olmert sono arrivate dopo quelle nei giorni scorsi di uno dei leader dell'opposizione, Yair Golan, che ha accusato il governo Netanyahu di “trascinare il paese verso l’isolamento” e ha paragonato Israele al Sudafrica dell’apartheid

Nelle ultime settimane centinaia di israeliani stanno scendendo in piazza per chiedere la restituzione degli ostaggi e protestare contro l'uccisione di bambini a Gaza. Il conflitto ha finora causato la morte di oltre 53.900 palestinesi, secondo le autorità sanitarie di Gaza. Da quando Israele ha interrotto la tregua, il 18 marzo, oltre 3500 persone sono state uccise dalle forze israeliane.

“Il governo israeliano sta attualmente conducendo una guerra senza scopo, senza obiettivi né un piano chiaro e senza alcuna possibilità di successo. Mai dalla sua fondazione lo Stato di Israele ha intrapreso una guerra simile. La banda criminale guidata da Benjamin Netanyahu ha creato un precedente senza precedenti nella storia di Israele anche in questo campo”, scrive Olmert su Haaretz. “Si tratta ormai di una guerra politica privata. Il risultato immediato è la trasformazione di Gaza in un'area disastrata dal punto di vista umanitario”.

Questo ha portato Olmert a dire che Israele sta commettendo crimini di guerra. “In primo luogo, Israele sta affamando Gaza. Su questo punto, la posizione dei vertici del governo è pubblica e chiara. Sì, abbiamo negato ai gazawi cibo, medicine e beni di prima necessità nell'ambito di una politica esplicita. Netanyahu, come al solito, sta cercando di confondere il tipo di ordini che ha dato, al fine di eludere la responsabilità legale e penale a tempo debito.

Ma alcuni dei suoi lacchè lo dicono apertamente, in pubblico, persino con orgoglio: sì, affameremo Gaza. Poiché tutti i gazawi sono Hamas, non c'è alcun limite morale o operativo allo sterminio di tutti loro, oltre due milioni di persone”.

Il governo Netanyahu è il nemico interno di Israele e sta mettendo gli israeliani gli uni contro gli altri, prosegue Olmert. “Credo che il governo di Israele sia ora il nemico interno. Ha dichiarato guerra allo Stato e ai suoi abitanti. Nessun nemico esterno contro cui abbiamo combattuto negli ultimi 77 anni ha causato danni maggiori a Israele di quelli che il governo guidato da Itamar Ben-Gvir, Netanyahu e Bezalel Smotrich ci ha inflitto. Nessun nemico esterno è riuscito a devastare la solidarietà sociale che era alla base della forza della società israeliana in tutte le prove esistenziali che ha dovuto affrontare dal 1948, come ha fatto e continua a fare il governo Netanyahu”.

Il governo Netanyahu è indegno, spiega Olmert. “Non può, né vuole, fare ciò che è bene per il paese e i suoi cittadini. È completamente ossessionato dal distruggere ogni base di unità interna, di cooperazione tra comunità che possono essere in disaccordo su questioni fondamentali. È spinto da un entusiasmo folle che lo porta a mettere fratello contro fratello, madre contro figli, soldato contro soldato, teppisti e delinquenti contro ostaggi e le loro famiglie. Prova un piacere sadico, malato, irresponsabile e gioioso in tutto questo, mentre ovviamente non riesce a riportare a casa gli ostaggi”.

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E intanto il governo continua a massacrare civili palestinesi anche in Cisgiordania. “L'ho già detto in passato e non tornerò sulle mie parole. I membri dell'orribile gioventù delle colline commettono ogni giorno crimini atroci in tutta la Cisgiordania, mentre la polizia e le unità militari dispiegate nella zona chiudono un occhio”.

“È ora di fermarsi, prima di essere tutti banditi dalla famiglia delle nazioni e convocati davanti alla Corte penale internazionale per crimini di guerra, senza alcuna difesa valida. Quando è troppo è troppo”, conclude Olmert.

Immagine in anteprima: frame video Guardian via YouTube

4 Commenti
  1. Jack

    Forse il suicidio di Israele, di cui hanno parlato Anna Foa e altri intellettuali, può essere inteso nel senso che Israele è diventato infine uno Stato “normale”: consumato il tragico capitale dell’Olocausto da cui discendeva un alone di eccezionalismo morale, Israele è diventato uno Stato come tutti gli altri, che in quanto tale può eleggere anche una leadership radicale, inetta e criminale. È prezioso il fatto che in Israele esista un’opposizione contro Netanyahu poiché dimostra che la democrazia israeliana non è morta, ma un popolo (a noi italiani non piace ricordarlo, anche se dovremmo più di altri) condivide sempre solidalmente la responsabilità delle scelte e delle azioni dei suoi governanti: se e quando in Israele ci sarà un cambiamento politico, fosse anche il più positivo, non basterà a rimuovere queste pagine di orrori perché il pentimento, per gli individui come per i popoli, non cancella la colpa. Lo scrivo senza polemica e con la profonda amarezza di chi ha sempre difeso il diritto di Israele a vivere in sicurezza e a difendersi da minacce esistenziali permanenti, ma anche con la consapevolezza che la storia, giusto o sbagliato che sia, non ammette deroghe a questo principio: ed è questo, mi sembra, l’aspetto più tragico, poiché getta sul futuro di quella martoriata regione un’ipoteca non sanabile.

    • Maria Teresa Filieri

      Ricordiamo però che da quando esiste ha sempre avuto mire espansionistiche sulla Palestina. E la vicenda dei coloni è solo una delle varie azioni contro chi in Palestina viveva.

  2. Roberto Simone

    Un plauso al suo commento. Il fatto che Israele sia una democrazia evidentemente non esclude che possa compiere crimini di guerra. Dei crimini di Hamas risponderanno i terroristi di Hamas, ma saranno gli israeliani a dover rispondere dei crimini del loro governo proprio perché Israele è una democrazia. E questo vale anche per noi per l'ingiustificabile ignavia del nostro paese.

    • Jack

      La ringrazio e ricambio il suo apprezzamento. “Dei crimini di Hamas risponderanno i terroristi di Hamas, ma saranno gli israeliani a dover rispondere dei crimini del loro governo proprio perché Israele è una democrazia”: questo concetto, nella sua limpidezza, dovrebbe essere la stella polare di chiunque si sforzi di mantenere una posizione di chiarezza intellettuale e decenza morale di fronte a una tragedia che sconvolge. Parrebbe in effetti che il nostro paese, purtroppo, non sia propriamente fra questi.

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