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Legge bavaglio ‘Un favore alla mafia’

27 Giugno 2010 3 min lettura

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Legge bavaglio ‘Un favore alla mafia’

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Si moltiplicano le iniziative di protesta contro il ddl intercettazioni. Il pm Nino Di Matteo: <<Prima che sia approvato, abbiamo il dovere etico di denunciare le conseguenze di questo provvedimento>>.

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<<Sappiamo bene che la mafia ha sempre voluto e desiderato il silenzio, perchè è nel silenzio che si sviluppa la possibilità per Cosa Nostra di fare affari e interessere relazioni pericolose. Se il ddl sulle intercettazioni fosse approvato così com'è sarebbero più difficili le indagini sulle collusioni mafiose con gli ambienti dell'imprenditoria, della politica e delle istituzioni. Non vorremmo che per legge si realizzasse un obiettivo della mafia>>. Lo ha detto il pm di Palermo, Nino Di Matteo, presidente della sezione distrettuale dell'Anm, nel corso della manifestazione di protesta contro la cosidetta legge "bavaglio" promossa nel capoluogo isolano da trenta sigle di associazioni, tra cui il centro studi Pio La Torre, l'Ordine regionale dei giornalisti e l'Associazione siciliana della Stampa.

«Noi magistrati siamo molto preoccupati - ha aggiunto Di Matteo - e, prima che la legge venga approvata in parlamento, avvertiamo il dovere etico di denunciare quali potrebbero essere le gravi conseguenze in materia di efcacia delle indagini sulla criminalità comune e sulla criminalità ma osa». In vista della mobilitazione nazionale indetta per il primo luglio prossimo a Roma dalla Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi) si moltiplicano gli appelli alle forze politiche afnché aprano gli occhi sulla realtà verso cui è destinato a piombare il nostro Paese nell’eventualità che lo sciagurato ddl divenga legge dello Stato. Se le parole hanno un peso, quelle che giungono dalla Sicilia per bocca di Di Matteo sono particolarmente dirompenti. Che ciascuno si prenda le proprie responsabilità, avverte il rappresentante dell’Anm: «I magistrati siciliani, che hanno visto

morire tanti loro colleghi in questa terra, avvertono l’obbligo morale di intervenire. Non vorremmo vedere addebitare a noi o alle forze dell’ordine scarsi risultati nella lotta alla ma a che sarebbero conseguenza inevitabile dell’entrata in vigore di questa norma». Nell’eventualità che questo dovesse accadere la Fnsi ha già annunciato che presenterà un esposto alla Corte per i diritti umani di Strasburgo, che potrebbe essere seguito da una «campagna europea per una legge di iniziativa popolare, secondo la procedura prevista dal Trattato di Lisbona, a difesa dell’autonomia dell’informazione». Nulla di intentato sarà lasciato. Nel frattempo proseguono i preparativi per l’appuntamento del primo luglio. «Un’iniziativa nel segno della Costituzione - si legge in una nota Fnsi - per dar voce ai soggetti e ai temi che verrebbero oscurati se passasse un provvedimento che colpisce al tempo stesso il lavoro dei giornalisti e il diritto dei cittadini di conoscere le vicende del Paese». La giornata di protesta - ideata e supportata oltre che dal sindacato dei giornalisti, dalla federazione delle micro web tv Femi, Altratv. tv, Valigia Blu, Ipazia Promos e Current - sarà trasmessa in diretta su numerose portali e web tv per mostrare «a “rete uni cata” quanto sia condizione necessaria per la democrazia e la legalità la libertà di fare stampa e di essere informati». Appuntamento a piazza Navona, ore 17.

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