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Grecia-Russia, le storie di un Paese davanti a una partita #Greece2012

17 Giugno 2012 6 min lettura

Grecia-Russia, le storie di un Paese davanti a una partita #Greece2012

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Leonardo Bianchi - @captblicero
@valigiablu - riproduzione consigliata

I bambini cresceranno e, un giorno, presenteranno il conto alla società.
- Vassilis Vassilikos

Pre-partita 

Fuori dalla stazione della metro di Kat il vento è fortissimo e fa oscillare paurosamente l’insegna che indica la direzione dell’ospedale. Chiedo a un’edicola Eleftherotypia: è un importante quotidiano di sinistra in gravissime difficoltà economiche (i suoi giornalisti sono in sciopero da sei mesi), tornato in edicola con un numero speciale per le elezioni. L’edicolante annuisce e mi consegna il giornale. Leggo il titolo d’apertura della sezione sportiva dedicato a Grecia-Russia. La nazionale ellenica è obbligata a vincere se vuole rimanere negli Europei; ai russi basta un pareggio.

Mi arriva un messaggio sul cellulare. È Nikos, 28enne di Atene, laureato in scienze politiche e attualmente laureando in giurisprudenza a Bologna. Dopo l’estate andrà in Inghilterra per fare un Phd. Ora è tornato provvisoriamente a casa per le elezioni. “Appena scendi passa sopra il ponte della stazione e mi vedrai”. Lo raggiungo e salgo in macchina. Nikos ha un perfetto accento bolognese, è del Kke (Partito Comunista Greco) e abita vicino al führer di Alba Dorata, Nicos Mihaloliakos. “Pensa che qualche anno fa la figlia stava insieme ad un anarchico. Ti immagini la reazione del padre?”, mi dice mentre andiamo a casa di suoi amici per seguire la partita.

Primo Tempo

Arriviamo dopo adeguato rifornimento di birra. Sul divano dell’appartamento sono seduti Apostolis, Alexandros e Nikos (II). Il primo è il proprietario di casa, nonché piccolo imprenditore: gestisce la ditta di famiglia che importa lampade da tutta la Grecia. Il secondo lavora come rappresentante in un’azienda di dolciumi. Il terzo è un dipendente di Vodafone e prende 250€ al mese. Hanno tutti la stessa età di Nikos (I) e sono stati compagni di classe dall’inizio delle elementari fino alla fine delle superiori.

A pochi minuti dal fischio d’inizio il programma pre-partita di ET1 (la principale emittente del Paese) propone gli highlights dell’Europeo del 2004, vinto a sorpresa dalla Grecia contro ogni pronostico. Ordiniamo dei pita ghiros, apriamo le bottiglie e ascoltiamo gli inni. Poi si parte. La Russia spinge subito per segnare, mentre la Grecia cerca di narcotizzare la partita con la classica impostazione difensiva e gli estenuanti dribbling di Samaras (Georgios, non Antonis). I ragazzi fanno piovere una pioggia di "malakas" (letteralmente: segaiolo, espressione usatissima in ogni contesto colloquiale) a ogni singola azione. Se avessi in mano una sorta di contatore Geiger di malakas, esploderebbe dopo 3 minuti di gioco.

Dopo quaranta minuti non c’è traccia di cibo. “È normale – dice Nikos (I) – quando c’è la partita bisogna aspettare”. Verso la fine del primo tempo squilla il citofono. È Tasos, un altro loro amico ed ex compagno di classe, che mi viene annunciato come militante di Alba Dorata. In effetti, il ragazzo ha il physique du role: capelli cortissimi, palestrato, personal trainer. Quando entra fa addirittura il saluto militare, e tutti scoppiano a ridere. Ma è solo una mossa per solleticare i miei più bassi istinti giornalistici: Tasos infatti vota Dimar, la Sinistra Democratica di Fotis Kouvelis, partito nato nel 2010 da una scissione di Syriza.

Al 47’ un disimpegno difensivo suicida di Ignashevich manda davanti alla porta russa il capitano greco Georgios Karagounis (ex Inter), che insacca. Uno a zero. Se il risultato resta, la Grecia affronterà la Germania ai quarti di finale. Su Twitter fioccano le battute. @IrateGreek scrive in inglese: “Ha segnato la Grecia. Primo segno della vittoria di Syriza. Mercati, panico per favore”. Nikos (I) mi fa: “Secondo me se vince la nazionale pigliano un bel po’ di voti i nazionalisti”. Poi, finalmente, arrivano i ghiros.

Intervallo

Apostolis tira fuori la bolletta della luce e me la mostra. Mi indica l’ammontare: 113 €. “Vedi? Di questi 113 euro, 40 sono per l’elettricità, le altre sono tutte tasse”. Uno dei primi provvedimenti del governo di Lucas Papademos è stato attaccare l’imposta straordinaria sulla casa alla bolletta della luce – una misura che lo scorso novembre aveva fatto infuriare una popolazione già impoverita dagli aumenti selvaggi dell’Iva e delle imposte su benzina, beni di consumo e redditi.

Mentre mangiamo, il giovane imprenditore mi parla del suo lavoro. Questa settimana non ha ricevuto nemmeno un ordine. “Non era mai successo prima, né a mio nonno né a mio padre”. Il motivo? Tutti hanno paura delle elezioni. Nelle ultime settimane hanno portato i soldi all’estero, specialmente in Svizzera, e pensano che torni la dracma”. Quindi è tutto bloccato. “Il problema maggiore è la mancanza di istruzione. Per anni il sogno più importante è stato comprare una casa”. Fa una pausa “Mi è difficile spiegare la mentalità dei greci, solo vivendo qui la si può capire”. Interviene Nikos (I): “La gente pensa che tra tre anni tutto sarà come prima, che si tornerà sulle isole e si farà la vita di sempre. Dobbiamo metterci in testa che non sarà più così”.

Secondo Tempo

La Russia assedia l’area greca, il catenaccio di Fernando Santos resiste stoicamente e Samaras continua a incespicare sui suoi dribbling. Al 25’ del secondo tempo il greco Tzavellas batte una splendida punizione che va a impattarsi sull’incrocio dei pali. Il conteggio dei cadaveri di birra, intanto, arriva a dieci. All’83’ l’attacco russo riesce quasi a pareggiare con una conclusione che accarezza il palo esterno della porta difesa da Sifakis. Malakas. Nikos (I) tira un enorme sospiro di sollievo: “come dice il detto greco, ‘Dio dorme’”.

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In questo salotto, i due Nikos hanno le idee chiare per queste elezioni: voteranno rispettivamente Kke e Syriza. Nel 2009 anche Apostolis ha votato Syriza, ma ora considera il partito una sorta di Pasok degli anni ’80 – ovvero come una formazione politica che nella fase elettorale si presenta come radicale, ma che, una volta al potere, si rivelerebbe piuttosto moderato. In più, come imprenditore, non si sente rappresentato “da nessuno”. Alexandros è orientato a votare Drasi, partito liberale fondato da Stefanos Manos nel 2009, ma deciderà domani direttamente davanti alle urne.

Chiedo loro cosa si aspettano da queste elezioni. Il primo a rispondere è Nikos (I): anche se preferirebbe una vittoria di Tsipras su Samaras, crede che alla fine “non cambierà molto”. Apostolis, invece, si aspetta che si facciano dei “sacrifici”. Ma non ne sono stati fatti abbastanza in questi anni? “No, questi non sono stasacrifici intelligentiti . È un massacro, perché non tutti stanno pagando alla stessa maniera. La situazione si potrebbe risolvere facendo una cosa molto facile, cioè far veramente pagare le tasse. Ma il costo politico è troppo grande”. Il discorso si sposta poi su Alba Dorata. Nikos (I) e Apostolis citano un sondaggio secondo il quale il partito neonazista sarebbe al 10%. E non se ne capacitano. “Posso anche capire che il 6 maggio qualcuno di destra abbia dato loro il voto perché non sapeva chi fossero. Ma ora che la gente li conosce per quello che sono davvero, come fa ancora a votarli?”

Dopo-Partita

La partita è finita. L’ottavo di finale sarà Grecia contro Germania. “Se questa partita si faceva prima delle elezioni e vinceva la Grecia, Tsipras arrivava al 40%”, scherza Nikos (I). Decidiamo di andare in centro e bere un drink a Exarchia, il quartiere anarchico dove la notte precedente ci sono stati degli scontri (due molotov e un paio di lacrimogeni) con la polizia antisommossa che presidia il perimetro della zona. Mi accompagnano verso piazza Syntagma, congestionata dal traffico nonostante siano le due di notte. Ci sono giovani che sventolano le bandiere e festeggiano il risultato della nazionale, guardati a vista da un nutrito numero di poliziotti. Scendo al volo dalla macchina, saluto e mentre li osservo immergersi nel fiume giallo di taxi che scorre lungo la via principale, penso che oggi Apostolis, Tasos, Alexandros e i due Nikos decideranno il loro futuro.

(foto: Corriere dello Sport)


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