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La reintroduzione dell’Ici oggi è un”ingiustizia’ ma quando l’abolì Berlusconi…

8 Dicembre 2011 4 min lettura

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La reintroduzione dell’Ici oggi è un”ingiustizia’ ma quando l’abolì Berlusconi…

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Esponenti della sinistra politica si rivelano
oggi perplessi riguardo la reintroduzione dell'Ici sulla prima casa,
arrivandola a definire "ingiustizia" o "pannicello", quando
fino all'altro ieri ne denunciavano l'eliminazione definitiva a opera del
governo Berlusconi. Non si sentono in effetti, in questi giorni, molte
dichiarazioni nette a favore della Imu, la nuova Ici. Difficile non pensare che
questo riposizionamento non sia dettato - pure in tempi di governo
"tecnico" -  anche da
logiche "elettoralistiche", dalla mera constastazione che in un paese
composto per l'80% da proprietari di, almeno, una casa, quando si arriva al
"dunque", conviene riscoprirsi improvvisamente paladini della
maggioranza di chi una casa ce l'ha. E la minoranza di chi ogni mese deve
mettere insieme i soldi per pagare un affitto (che sono molti di più di quelli
per una Ici/Imu annuale di media entità), continua a essere ignorata, ci pare,
anche da chi innalza le bandiere dell'equità sociale.

È indispensabile riprendere in mano la questione fiscale
relativa agli immobili utilizzati dalla Chiesa Cattolica a fini commerciali. Si
deve infatti porre rimedio a evidenti squilibri e ingiustizie - possibilmente
partendo da un punto di vista informato sul tema,
cosa che va a beneficio di tutti, sempre -. Ciò che andrebbe evitata, a nostro
parere, è la costruzione di false contrapposizioni, come se si trattasse di
mettere "in guerra tra loro" Ici diverse. Certo, stiamo parlando di
una materia complessa in cui è già difficile dotarsi di un fact checking
completo e non è sempre semplice capire cosa sia davvero realizzabile e utile.
Ma chi pretende di essere il difensore dell'equità dovrebbe applicare questo
principio sempre, in particolare quando si tratta di dire qualcosa di
spiacevole - ma che si ritiene in buona fede giusto - ai propri elettori. 

Ed è il caso di Antonio Di Pietro, che sembra fare della laicità
un drappo rosso da sventolare davanti al muso di milioni di persone irritate
dal fatto di dover ricominciare a pagare ciò che pagavano fino all'altro ieri.
Così come è equa, a nostro parere, una forma progressiva di Ici sulla prima
casa di tutti i proprietari, altrettanto lo sarebbe una tassazione analoga
sugli immobili e le attività commerciali ecclesiastiche. O, se quest'ultima c'è
già, allora semplicemente farla pagare*. È possibile proporre entrambe e avere
così a cuore davvero l'equità, alla quale si può tendere solo se non ci si
perde a discutere su cosa sia "più giusto", ma se si propone di fare
tutto ciò che è giusto e necessario.

* (nota) Scrive il senatore del Pd Marco Stradiotto su
Twitter: #ICI #IMU sui fabbricati della #Chiesa, polemica assurda. Non esiste
l'esenzione. Sono alcuni comuni che non applicano la tassa e le norme
.  E il deputato
del Pd Andrea Sarubbi sul suo blog: "Se c’è un albergo a 5 stelle
mascherato da ente non profit grazie alla presenza di una cappellina, il Comune
ha tutti gli strumenti per verificarlo e sanzionarlo
." Dunque il problema è un difetto di
controlli a livello locale? Sarebbe utile far luce. Anche perché intanto 20 parlamentari PD hanno presentato una mozione per tassare il patrimonio immobiliare della Chiesa cattolica. 

Le dichiarazioni di questi giorni ci lasciano perplessi se le confrontiamo con le cose dette ai tempi dell'abolizione dell'ICI da parte del Governo Berlusconi. 

Di Pietro, 2008: "Abolirla del tutto metterebbe in
difficoltà i Comuni che sarebbero costretti ad aumentare le addizionali
Irpef"

 Di Pietro, 2008:"La verità è che si sono presi i soldi
che io avevo trovato per finanziare il piano casa e l'azzeramento dell'Ici di
tutta Italia. Ma con i soldi del Nord" 

Di Pietro, 2008: “A tappare il buco dell'abolizione dell'
Ici e a ripianare i 2,3 miliardi di euro che alla fine ci costerà la vendita di
Alitalia. Più qualche finanziamento a pioggia di carattere elettorale ai comuni
di Catania e Roma”

Di Pietro, 2011: "Perché rimettere l’Ici sulla prima
casa anche per chi, dopo tanti sacrifici, ha solo quella? Non sarebbe più
giusto invece far pagare le tasse alla Chiesa per gli immobili che adopera non
a scopo di culto, ma per fini commerciali? L’Italia dei Valori presenterà un
emendamento alla manovra per eliminare questa ingiustizia".

Vendola, 2010: "È stato il governo Prodi a togliere
l'Ici sulle prime case. Il governo Berlusconi ha esteso l'esenzione dell'Ici a
tutti gli altri. Questo determina il fatto che io ho in Puglia 300 sindaci di
300 comuni che non hanno più le risorse per pagare i pulmanini per portare i
disabili a scuola. Anche quello è un modo di mettere le mani nelle tasche degli
italiani. Perché c'è un modo che riguarda i tagli dei servizi sociali, delle
prestazioni fondamentali."

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Vendola, 2011: "Il ritorno dell'Ici? Un pannicello
caldo che rischia di essere un'ingiustizia". La reintroduzione dell'Ici
sulla prima casa "è inutile se non si colloca in un quadro chiaro di
redistribuzione della ricchezza e del peso dei sacrifici, che devono essere
proporzionalmente piu' pesanti verso il vertice della società e molto più leggeri verso la base". "Tutto continua a essere sulle spalle del
ceto medio e dei ceti popolari, e questo non è soltanto socialmente iniquo ma
anche economicamente disastroso".

Antonio Scalari e Andrea Zitelli
@valigiablu - riproduzione consigliata

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