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Stanno distruggendo la Rai. Giorno dopo giorno, nomina dopo nomina

23 Giugno 2011 3 min lettura

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Stanno distruggendo la Rai. Giorno dopo giorno, nomina dopo nomina

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Stanno distruggendo la Rai. Giorno dopo giorno, nomina dopo nomina. La notizia del trasferimento previsto per la prossima stagione del programma di Fazio e Saviano, Vieni via con me, sulle frequenze di La7, arriva in un momento già tragico per le sorti del servizio pubblico. “Posso dire che è ufficiale – ha detto lo scrittore – Vieni via con me si farà su La7”. I dirigenti Rai rinunciano così al programma che ha registrato il record di ascolti nella storia della televisione italiana, puntate con 19 milioni di contatti, share al 46%. Il programma detiene il record assoluto di trasmissione più seguita di Rai 3. E non si tratta di questioni economiche, di ingaggi e prezzari, la scelta sembra essere esclusivamente frutto della “linea editoriale”. 

Nella televisione del servizio pubblico non si può parlare di mafie, di criminalità, di cattiva amministrazione, di diritti. Questo è l’indirizzo sul quale sarà costruito il palinsesto della prossima stagione. Discutendo della notizia Saviano ha ribadito: ”Dopo che per lungo tempo hanno cercato di cancellare, dimenticare, renderla impossibile, sono felice che La7 ridia la possibilità di tornare a parlare, di tornare a raccontare a un pubblico che spero essere il più ampio e trasversale possibile. […]In Rai sentivo di essere mal sopportato e soprattutto non amato in nessun modo da questo Governo. Come se questa fosse la condizione per non parlare”. 
Intanto, a testimoniare la situazione di drammaticità, arriva la sollecitazione di Milena Gabanelli che dalle pagine de Il Messaggero si rivolge al direttore generale della Rai, Lorenza Lei, per chiedere chiarezza sul futuro della trasmissione: ”Il direttore generale dica se vuole disfarsi di Report, me lo dica ora, senza trovare pretesti”. La conferma del suo programma contiene una pesante clausola che rischia di compromettere il lavoro di inchiesta sul quale è fondato l’intero progetto televisivo. E’ previsto, in sostanza, che non vi sia nessuna tutela legale da parte della Rai per le eventuali denunce che i giornalisti subiranno. Qualsiasi persona vittima delle scomode inchieste di Report potrà denunciare la trasmissione e i giornalisti che, essendo freelance e non godendo già di consistenti introiti, si vedranno costretti a risponderne personalmente . Si cerca in questo modo di disinnescare la portate delle inchieste, facendo leva sui timori e i rischi dei cronisti. “Siamo fermi perché a queste condizioni non si comincia a lavorare, un programma d’inchiesta non può reggersi solo sulle nostre spalle” ha sottolineato la Gabanelli. 
L’altro problema che testimonia la stato confusionale dei dirigenti Rai è la “questione Santoro”. Il giornalista, conduttore di Annozero, dopo aver registrato ottimi risultati di ascolti, tra i migliori del palinsesto Rai, sta trattando in queste ore con La7 per seguire la strada di Saviano. “E’ stata già trovata un’intesa di massima. Spero usciremo presto con l’annuncio” sono le parole dell’Amministratore delegato di Telecom Italia Media Giovanni Stella.
Le eccellenze dell’informazione che hanno registrato i migliori ascolti negli ultimi anni di trasmissione Rai si allontanano inesorabilmente da quello che è passato alla storia come mezzo di educazione e crescita per intere generazioni. Mentre i dirigenti si dividono i posti di comando, pilotati da poteri che hanno nella televisione e nell’informazione il loro più grande strumento di indirizzo e propaganda, il servizio pubblico si trasforma in servizio privato, in macchina produttrice di consenso e imbarbarimento. 
Riporto le parole di J. Madison, quarto Presidente degli Stati Uniti, morto nel 1836, in merito al rapporto tra democrazia e pluralismo dell’informazione:
“Nulla potrebbe essere più irragionevole che dare potere al popolo, privandolo tuttavia dell’informazione senza la quale si commettono gli abusi di potere. Un popolo che vuole governarsi da sé deve armarsi del potere che procura l’informazione. Un governo popolare, quando il popolo non sia informato o non disponga dei mezzi per acquisire informazioni, può essere solo il preludio a una farsa o a una tragedia, e forse a entrambe.” 
P.S. L’edizione delle 13.30 del TG1 di oggi 23 giugno 2011 non ha ritenuto necessario pronunciare una sola parola sulla vicenda “P4-Bisignani”, pur essendo coinvolti ministri, sottosegretari, dirigenti e imprenditori. 
Fuori il potere dalla Rai.

Maurizio Trezza, Povera Rai - per Valigia Blu
@valigia blu - riproduzione consigliata

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