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Regeni, Cambridge a Valigia Blu: nessuna richiesta di informazioni da parte delle autorità italiane

16 Giugno 2016 9 min lettura

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Regeni, Cambridge a Valigia Blu: nessuna richiesta di informazioni da parte delle autorità italiane

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Aggiornamento 17 giugno 2016: La Procura di Roma ha rilasciato una dichiarazione all'Ansa in cui sostanzialmente conferma la versione di Cambridge e precisa che la rogatoria era verso singoli docenti. Rimane da capire perché la Procura abbia aspettato il chiarimento da parte dell'università inglese - avvenuto grazie a noi - e non si sia attivata per far rettificare gli articoli circolati in questi giorni sul gran rifiuto di Cambridge. Qui la ricostruzione de La Repubblica in cui si cita Valigia Blu.

In relazione poi ad alcune dichiarazioni che circolano sul web
rese dai rappresentanti dell'Università di Cambridge, la Procura
di Roma evidenzia come "la rogatoria nel Regno Unito fosse
finalizzata a raccogliere dichiarazioni sull'attività e sulla
ricerca di Giulio Regeni al Cairo e quindi non fosse rivolta
all'istituzione universitaria bensì a singole persone fisiche".
I magistrati romani chiariscono, inoltre, che la Procura "grazie
alla collaborazione con le autorità inglesi ha contattato alcuni
testimoni, tra cui la professoressa Abdul Rahaman, attraverso i
legali dell'Universita' e con diversi giorni di anticipo e che
come noto tutti hanno scelto alla fine di non presentarsi
all'autorità italiana". (Ansa)

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"L'Università di Cambridge non si è mai rifiutata di collaborare con le autorità italiane" e "non ha ricevuto alcuna richiesta di informazioni da parte di pubblici ministeri italiani". Queste sono le dichiarazioni ufficiali dell'Università inglese a Valigia Blu. Dopo la pubblicazione dell'articolo di Lorenzo Declich riguardo gli ultimi sviluppi del caso Regeni e in particolare la presunta mancata collaborazione di Cambridge con i magistrati italiani, sono emersi dubbi sulla ricostruzione dei fatti.

Né da parte di Cambridge, né da parte della Procura di Roma sono state presentate posizioni ufficiali (considerata la delicatezza del caso). Per questo abbiamo scritto all'università inglese per avere una risposta, visto anche quello che veniva pubblicato sui giornali italiani.

Tra il 7 e l'8 giugno sono usciti, infatti, diversi articoli che hanno raccontato l'esito della trasferta in Inghilterra del pubblico ministero di Roma Sergio Colaiocco, i funzionari dello Sco e gli ufficiali del Ros. In un articolo online (in inglese) di martedì 7 giugno, l'Ansa scriveva che, secondo fonti giudiziarie, i docenti che supervisionavano i lavori di Giulio Regeni non avevano risposto alle questioni poste via mail dai magistrati italiani sulle sue ricerche sui sindacati egiziani. I professori, continuava l'Ansa, si sarebbero avvalsi della facoltà di non rispondere. Lo stesso giorno, come anche raccontato da Lorenzo Declich, escono vari pezzi che criticano la scelta dell'Università di non collaborare alle indagini.

L'8 giugno, Il Sole 24 Ore scriveva che l'Università di Cambridge sarebbe stata interpellata con rogatoria internazionale dalla Procura della Repubblica di Roma e avrebbe risposto che lo studio sui sindacati indipendenti egiziani di Giulio Regeni è confidenziale. «Una specie di facoltà di non rispondere», spiegava il Sole. Per questo motivo, aggiungeva ancora il giornalista, «resta l’interrogativo sui motivi del rifiuto di Cambridge di fornire informazioni».

Il 9 giugno l'Ansa, in un altro articolo (in inglese), riportava la replica di un "portavoce" (senza specificare il nome) dell'Università inglese in cui veniva respinta la ricostruzione della stampa italiana e che Cambridge stava supportando le autorità italiane nelle loro indagini.

La risposta di Cambridge [traduzione di Roberta Aiello]

Di seguito la risposta dell'università inglese inviataci dal responsabile della comunicazione Paul Holland:

L'Università di Cambridge non si è mai rifiutata di collaborare con le autorità italiane e continua ad usare tutti i mezzi possibili per scoprire la verità sul brutale omicidio di Giulio Regeni. L'Università è pronta a rispondere rapidamente a qualsiasi richiesta proveniente dalle autorità italiane. Qualsiasi altra informazione a riguardo è dolorosa sia per la famiglia che per gli amici di Giulio e non aiuta a capire chi abbia commesso il brutale e insensato omicidio di uno dei nostri amati dottorandi.

Nel dettaglio:

L'Università di Cambridge non ha ricevuto alcuna richiesta di informazioni da parte di pubblici ministeri italiani.

Una docente dell’Università di Cambridge ha ricevuto una richiesta di informazioni da pubblici ministeri italiani poco prima della cerimonia di commemorazione (svoltasi a Fiumicello il 12 febbraio 2016 – ndr). La richiesta è stata inoltrata dalla polizia alla professoressa che era già stata interrogata dalla polizia italiana ed è in procinto di rispondere alle domande per iscritto.

Qui di seguito vi segnaliamo una serie di azioni intraprese dall'Università nel tentativo di scoprire la verità sulla morte di Giulio. Siamo grati per la collaborazione e il sostegno del Ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, e per le indagini svolte dal governo italiano sulle circostanze della morte di Giulio. Da parte nostra continueremo ad esercitare pressione.

Continuiamo ad essere turbati sulle conclusioni raggiunte finora dalle autorità egiziane. Condividiamo la preoccupazione del governo italiano sulle voci incontrollate e infondate che sono circolate e che, a nostro avviso, sono dannose per capire cosa è accaduto.

Come comunità in lutto per la morte di un amico e collega stimato, l'Università, il Girton College e il Dipartimento di Politica e Studi Internazionali hanno un unico desiderio: capire la verità sulla barbara morte di Giulio.

Informazioni sulle azioni finora intraprese:

Nel mese di febbraio, il professore David Runciman, a capo del Dipartimento di Politica e Studi Internazionali dell’Università di Cambridge, e Susan Smith dello Girton College, hanno scritto al console generale egiziano a Londra per comunicare lo sgomento dell'Università e per chiedere di essere informati, con la massima urgenza, sugli sviluppi delle indagini sulle circostanze legate alla morte di Giulio.

La direttrice dello Girton College ha contattato l'ambasciatore britannico in Egitto per chiedere l'aiuto del suo ufficio nel garantire un'indagine completa sulle circostanze della morte di Giulio.

Nel mese di aprile, a seguito delle notizie contrastanti provenienti dalle autorità egiziane, Eilís Ferran, pro vicerettore per le Relazioni Istituzionali e Internazionali dell’Università di Cambridge, ha contattato il console generale egiziano nel Regno Unito per esprimere le preoccupazioni dell'Università sullo stato delle indagini sull'omicidio di Giulio.

Sempre nel mese di aprile, una lettera a firma dei professori Eilis Ferran, David Runciman e Susan Smith è stata inviata al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano Paolo Gentiloni per esprimere sostegno al governo italiano per le indagini in corso sulle circostanze della morte di Giulio e per chiedere che l'Università di Cambridge fosse aggiornata sugli sviluppi.

Susan Smith, direttrice dello Girton College, ha espresso le proprie preoccupazioni anche a John Casson, ambasciatore britannico in Egitto, per “la scarsa attendibilità di un'indagine tutt'altro che trasparente”.

Queste richieste di intervento sono riportate sul sito dell'Università di Cambridge qui insieme ai tributi dedicati a Giulio e ai link delle pagine del college e del dipartimento che contengono ulteriori omaggi di amici e colleghi.

Dichiarazione precedente:

Un portavoce dell'Università di Cambridge ha dichiarato: "Sono pervenute dall'Italia notizie inesatte secondo cui i docenti di questa università si rifiutano di collaborare alle indagini delle autorità italiane sulla morte tragica e brutale di Giulio Regeni, speculando in maniera disinformata sulla natura della ricerca di Giulio Regeni. Abbiamo contestato queste notizie inesatte e continuiamo ad essere preoccupati per il loro impatto sulla famiglia di Giulio e sui suoi amici e colleghi dell'Università e in tutto il mondo”.

“L'Università sostiene le indagini svolte dalle autorità italiane su questo orribile evento. Rimaniamo disponibili e pronti a collaborare con le autorità italiane al fine di scoprire la verità per Giulio Regeni e la sua famiglia. L'Università e i suoi membri continueranno a dare pieno appoggio alle richieste del governo italiano per un'indagine chiara e trasparente da parte delle autorità egiziane sul brutale omicidio di Giulio Regeni”.

"Speculazioni da parte dei media sono fuorvianti rispetto al fatto che Giulio Regeni fosse un ricercatore universitario innocente, assassinato nel modo più brutale e che i responsabili della sua morte debbano essere condotti dinanzi alla giustizia. Come comunità sosteniamo i valori di libertà accademica che questo omicidio insensato attacca in maniera spregevole”.

Paul Holland
Communications Officer, University of Cambridge

Testo originale in inglese:

Statement:

The University of Cambridge has not refused to cooperate with the Italian authorities and continues to use every avenue to discover the truth about the brutal murder of Giulio Regeni. The University remains ready to react quickly to any request for assistance from the Italian authorities. Any other suggestion  is both distressing to Giulio’s family and friends and does not take us closer to understanding who committed this brutal and senseless murder of one of our cherished PhD students.

In detail:

The central University has not received any request from Italian prosecutors for information.

One academic at Cambridge received a request from Italian prosecutors for information shortly before the memorial service. The request was passed to the academic by the police. She has already been interviewed by the Italian police and  is in the process of responding to their questions in writing.

We have attached a series of actions already taken by the University in seeking to discover the truth about Giulio’s death. We are grateful for the co-operation and support of the Italian Foreign Minister, Paulo Gentiloni, and the Italian Government’s investigation into the circumstances of Giulio’s death. We will continue to press for action.

We remain disturbed at the conclusions that have been put forward so far by the Egyptian authorities. We share the Italian government’s concern at the wild and unfounded rumours that have circulated, which we believe have been detrimental to understanding what happened.

As a community mourning the death of a friend and valued colleague, the University, Girton College and the Department of Politics and International Studies have one desire – to understand the truth about Giulio’s barbaric death.

Details of action taken so far:

In February, Professor David Runciman, Head of the Department at POLIS, and Susan Smith of Girton College, wrote to the Egyptian Consul General in London to convey the University’s sense of shock and to ask to be kept informed of the progress of the investigation into the circumstances of Giulio’s death, as a matter of urgency.

The Mistress of Girton College also contacted the British Ambassador in Egypt asking for his office’s help in securing a full investigation into the circumstances of Giulio’s death.

In April following the conflicting reports coming from the Egyptian authorities, Eilís Ferran, Pro-Vice Chancellor for Institutional and International Relations contacted the Egyptian Consular General in the UK expressing the University's continuing concerns about the state of the investigation into Giulio's murder.

Also in April, a letter signed by Professor Eilis Ferran, Professor David Runciman, and Professor Susan Smith was sent to Mr Paolo Gentiloni at the Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation in Rome to express support for the Italian Government’s investigation into the circumstances of Giulio’s death and to request that the University be kept informed of progress on the investigation.

Susan Smith, the Mistress of Girton College has also expressed her concerns to the British Ambassador to Egypt, John Casson at "the limited credibility of the far from transparent investigation”.

These calls for action are detailed on the University website here alongside tributes to Giulio and links to college and department web pages which contain further tributes from friends and colleagues.

Previous statement:

A spokesperson for the University of Cambridge said: “There have been inaccurate reports from Italy suggesting academics at this university are refusing to cooperate with the Italian authorities’ investigation into the tragic and brutal death of Giulio Regeni, and speculating in a misinformed way about the nature of Giulio Regeni’s research. We have challenged these inaccurate reports and continue to be concerned about their impact on Giulio’s family, and his many friends and colleagues in the University and around the world.

“The University supports the Italian authorities’ investigations into this horrific event. We remain open and committed to working with the Italian authorities in order to find the truth for Giulio Regeni and his family. The University and its members will continue to give their full support to the Italian Government’s demands for an open and transparent investigation by the Egyptian authorities of the brutal killing of Giulio Regeni.

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“Media speculation is a distraction from the fact that Giulio Regeni was an innocent academic researcher, murdered in the most brutal fashion and those responsible for his death must be brought to justice. We as a community must stand by the values of academic freedom which this senseless murder attacks in so base a manner.”

Kind regards

Paul Holland

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