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Lettera aperta al direttore del Tg1 e del Tg2

19 Giugno 2010 2 min lettura

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Lettera aperta al direttore del Tg1 e del Tg2

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Gentili direttori Augusto Minzolini (Tg1) e Mario Orfeo (Tg2),

vi scrivo per l’ennesima amara sorpresa riservatami dai telegiornali da voi diretti: l’omessa notizia della manifestazione dei miei connazionali aquilani svoltasi il 16 giugno 2010. Quel giorno, infatti, un corteo di 20.000 persone – cittadini e istituzioni insieme, senza differenziazioni politiche – è arrivato ad occupare pacificamente l’autostrada A24 nel tentativo di squarciare il velo d’oblio che soprattutto voi, professionisti del servizio televisivo pubblico, state colpevolmente calando sulle ferite ancora aperte del terremoto del 6 aprile 2009.

L’iniziale incredulità ha presto lasciato il posto all’indignazione prima e alla rabbia poi. Ma come: 20.000 aquilani, martoriati da un tragico terremoto, scendono in strada chiedendo provvedimenti urgenti per rianimare la loro città e il Tg1 e il Tg2 ignorano la notizia? Come vi permettete, cari direttori, di privare il cittadino italiano che paga il canone Rai del diritto di essere informato su una gestione del terremoto così poco trasparente e oggetto di indagine da parte della magistratura? È vostro dovere fornire l’informazione più corretta possibile su questa angosciosa vicenda. Voglio sapere cosa è realmente accaduto prima, durante e dopo il terremoto del 6 aprile 2009, perché ieri è toccato agli aquilani, ma, domani, potrebbe accadere a me e ai miei familiari. E, non ve lo auguro, pure a voi e ai vostri congiunti.

Fortunatamente gli attuali mezzi tecnologici – e nello specifico youtube.com – mi hanno consentito di informarmi e vedere, senza alcun commento esterno, come si è svolta la manifestazione. Che spettacolo! Semplici cittadini, lontani anni luce dallo “stadio Italia” delle opposte tifoserie politiche, che camminano a braccetto per tutelare il loro diritto a rifarsi una vita nella loro città natale. Che meraviglioso esempio di dignità: connazionali che non si sottraggono ai loro doveri, pronti a rimboccarsi le maniche ma che pretendono, giustamente, che lo Stato faccia la propria parte. Unica bandiera presente quella nero-verde della città de L’Aquila.

La molteplicità dei mezzi di informazione a disposizione dei cittadini ha reso non indispensabile la presenza di un servizio radiotelevisivo che definirei più propriamente partitico anziché pubblico. La patetica pervicacia con la quale voi e altri professionisti Rai vi ostinate a nascondere agli italiani il paese reale, mi induce quindi a non pagare più il canone Rai, sottraendomi legalmente al pagamento di questa ingiustificata tassa attraverso regolare disdetta. Questa Rai lottizzata non dà voce a quella parte sana dell’Italia in cui mi riconosco e dalla quale voglio trarre spunto per divenire un cittadino responsabile e partecipe della vita del mio Paese. La faziosità e la parzialità dell’informazione, indipendentemente dall’orientamento politico, hanno snaturato completamente la Rai, condannandola irrimediabilmente a morte certa. Quella che veniva un tempo considerata la più grande azienda culturale italiana si è ormai trasformata in un inutile distributore di non-notizie, preconfezionate secondo la volontà del politico di turno. Ma a tutto ciò e al vostro considerevole contributo alla disinformazione, gli italiani rinunceranno molto volentieri.

Cordiali saluti

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Sebastiano Dalle Molle

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