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In Italia, 4 secoli fa, nasceva l’opera. Oggi, la si mutila.

22 Luglio 2010 4 min lettura

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In Italia, 4 secoli fa, nasceva l’opera. Oggi, la si mutila.

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Già non si parla più di molte cose che divampano poi sfiammano, come sappiamo.
Allora la parola va ripresa. Ekalix ne scambia qualcuna con Alessandra Malusardi, viceresponsabile dell’Archivio Storico ed Audiovisuale della Fondazione Teatro dell’ Opera di Roma. Alessandra è diplomata in Arpa al Conservatorio di S.Cecilia di Roma e laureata in Storia della Musica all’ Università “La Sapienza” di Roma. Dopo aver ricoperto il ruolo di prima arpa in diverse orchestre italiane ed aver suonato in formazioni cameristiche nel 2005 inizia a collaborare con l’Archivio Storico de Teatro dell’Opera.

Oltre titoli e onoreficenze, donna di cultura che nella cultura lavora e di cultura si nutre. La sua sensibilità può aiutarci a capire meglio cosa sta succedendo. Perché le cose non sfumino all’ombra dell’ombrellone. Capiamo meglio cosa implica la conversione in legge del Decreto sulle Fondazioni Lirico-Sinfoniche. Chi manifesta, chi condivide, perché, a quale prezzo, con quale intento. Per un’intenzione che resti viva e accesa, in nome della bellezza, del bagaglio culturale. Bagaglio che DEVE restare più forte del bavaglio.

Il latino è una lingua morta. “Per l’estate, ragazzi, leggete Moccia, non Voltaire.” Il teatro è complicato, sperimentale e noioso. La tv, quella sì. Dimmi, l’opera, quella cosa che per dire una roba ci vogliono tremila parole e tutti stanno male e si lamentano dandoci di acuti e mille smorfie e poi alla fine lei muore. Ecco, è inutile, no? Tanto vale tagliare, no?

Indubbiamente i tempi ed i gusti cambiano ma l’opera è un genere inventato in Italia quattro secoli fa, lo abbiamo esportato con successo in tutto il mondo, inoltre abbiamo anche inventato il luogo nel quale rappresentarlo (Vedi Teatro all’Italiana). Nel teatro si sommmano tutte le arti: canto, ballo, suono, arti figurative, regia, arti applicate etc. Attraverso regie e scenografie nuove, l’opera si rinnova continuamente pur nel rispetto della partitura voluta dal compositore. La Traviata non è mai uguale a se stessa, si potranno sempre ascoltare nuovi cantanti ed ammirare scene ed interpretazioni registiche diverse. Rinunciare all’opera significherebbe rinunciare ad una parte importante e identitaria di noi.
Purtroppo in Italia i giovani e non solo, leggono poco, non vanno all’opera sono attratti da veline e calciatori ossia vacuità e superficialità, ma non credo che possa essere solo colpa loro, all’estero di contro, si legge molto ed i teatri sono sempre pieni di persone di tutte le età, come mai? Forse c’è un problema a monte!

So che ti sei occupata della parte relativa all’archivio musicale del Teatro dell’Opera. Quanto lavoro c’è voluto? Siete soddisfatti? Ci dai il link dove le persone possono cliccare e spieghi in breve cosa trovano se lo fanno?

L’8 febbraio 2010 abbiamo inaugurato il sito web interamente dedicato all’ Archivio Storico del Teatro dell’Opera di Roma, nel quale progressivamente stiamo mettendo on-line tutta una serie di documenti (cronologie degli spettacoli, fotografie, video, rassegna stampa, bozzetti , figurini) che testimoniano la ricchezza e lo spessore di un percosro artistico iniziato 130 anni fa. Attraverso un’interfaccia intuitiva costruita per nessi logici, sia il neofita che lo studioso, possono navigare nelle diverse sezioni del sito e conoscere processi produttivi del teatro, normativa, percorsi tematici e molto altro. L’indirizzo è www.archivioperaroma.it

Il tuo compositore preferito?

Johann Sebastian Bach.

Il 17 maggio 2010 orchestra, coro e corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma si sono esibiti nella piazza davanti al Teatro dell’Opera piazza B. Gigli per sensibilizzare l’opinione pubblica contro il noto Decreto Bondi volto alla precarizzazione di chi lavora nel mondo della Musica Lirica e Sinfonica. Eri presente? Esiti della manifestazione?

Ero presente alla manifestazione che a causa del cattivo tempo si è poi spostata all’interno del teatro in platea. E’ stata una giornata molto importante per tutti noi che lavoriamo nelle 14 Fondazioni Lirico Sinfoniche, erano infatti convenute delegazioni provenienti da tutti i Teatri d’Italia. Hanno partecipato sindaci, presidenti di regioni, parlamentari, senatori ed anche il nostro presidente il Sindaco Alemanno. E’ indubbiamente stata una giornata di confronto ed anche di scontro. Io credo sia importante manifestare per dimostrare vitalità e rifiutare logiche che tendono a smembrare per poi far cadere il “tesoretto” nelle mani delle solite “cricche” di turno che lo amministreranno con i soliti sistemi clientelari. In fondo siamo un settore di nicchia (solo 5000 lavoratori in tutta Italia) ma fondamentale nel panorama della cultura italiana.

Spiegaci, come se avessimo 2 anni d’età, cosa comporta la conversione in Legge del Decreto sulle Fondazioni Lirico- Sinfoniche.

La conversione in legge comporterà: ulteriore riduzione del FUS (fondo unico per lo spettacolo). Dal 1998 questo fondo è stato continuamente ridotto portando le Fondazioni a non,poter più sostenere le spese fisse. I tagli sono stati apportati sempre dai governi di centrodestra. In questa legge non c’è un elemento fondamentale ossia la defiscalizzazione delle donazioni di eventuali sponsor, negli altri paesi esiste ed i teatri si mantengono in larga parte con sponsor privati. Ripeto che il decreto mira a precarizzare l’intero sistema, e sappiamo tutti che nella precarietà è difficile mantenere un alto standard di qualità. Nel decreto si intuisce, tra le righe, da una parte la volontà di controllo totale esercitata dal ministero dei Beni Culturali il quale elargirà fondi su base discrezionale e dall’altra la volontà di abbandonare alle Regioni alcune fondazioni più periferiche e ritenute meno prestrigiose innescando una lotta tra poveri.

Un cittadino deciso a farlo come può sostenervi e sostenere il teatro in generale?

Il cittadino potrà sostenere il teatro frequentandolo il più possibile, non è affatto vero che sia un fatto elitario, negli altri paesi non lo è ! E sino a qualche anno fa il teatro era molto frequentato, era un fenomeno di massa, poi ha cominciato a subire la concorrenza di tv, cinema, computer etc.

Segnalaci qualche appuntamento del Tatro dell’Opera da mettere in agenda.

I prossimi appuntamenti saranno:
- Terme di Caracalla: Rigoletto di Giuseppe Verdi dal 28 luglio all’8 agosto - Teatro dell’Opera : Roberto Devereux di Gaetano Donizetti 1 – 6 ottobre
Per gli appuntamenti successivi si può consultare www.operaroma.it

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