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Fake news, camere dell’eco e filtri bolla: sottovalutati e sopravvalutati

10 Maggio 2017 5 min lettura

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Fake news, camere dell’eco e filtri bolla: sottovalutati e sopravvalutati

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4 min lettura

di William Dutton – docente Media e Information Policy Michigan State University
*articolo pubblicato su The Conversation il 5 maggio 2017

traduzione di Roberta Aiello

Nei primi anni di Internet, sembrava rivoluzionario che tutta l'informazione fosse a portata di click per chiunque, dovunque e in qualsiasi momento. Molti speravano che questa tecnologia, intrinsecamente democratica, potesse determinare una maggiore partecipazione di cittadini meglio informati a discussioni, dibattiti elettorali e incontri pubblici.

Oggi, sono molti gli osservatori preoccupati che algoritmi di ricerca e social stiano minando la qualità delle news online. Il timore è che la cattiva informazione possa indebolire la democrazia nell'era digitale.

La questione si riferisce ai servizi online che diffondono fake news, dividendo gli utenti in "filtri bolla" di persone con posizioni analoghe e consentendo agli utenti di rimanere bloccati, in maniera involontaria, in camere dell'eco virtuali che rafforzano le proprie posizioni.

Queste preoccupazioni sono molto discusse, ma non sono state ancora studiate in maniera approfondita. Le ricerche svolte finora si sono generalmente limitate all'analisi di un'unica piattaforma, come Twitter o Facebook. Il nostro studio su ricerca e politica, condotto a gennaio 2017 in sette paesi (Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Polonia e Spagna), ha ritenuto queste preoccupazioni eccessive, se non sbagliate. Molti utenti di Internet, infatti, utilizzano i motori di ricerca per trovare l'informazione migliore, controllare altre fonti e scoprire nuove notizie che possano far scoppiare i filtri bolla e aprire le camere dell'eco.

Il sondaggio tra gli utenti di Internet

Abbiamo cercato di sapere direttamente dalle persone come abbiano usato motori di ricerca, social e altre fonti di informazione per informarsi sulla politica. Attraverso fondi stanziati da Google, abbiamo condotto un'indagine online che ha coinvolto più di 14.000 utenti di Internet in sette nazioni.

Abbiamo scoperto che i timori riguardanti algoritmi di ricerca e social non sono irrilevanti – è accaduto, talvolta, che alcuni utenti abbiano avuto problemi. Tuttavia, si sono rivelati sproporzionati, creando paure ingiustificate che potrebbero aver determinato risposte inappropriate da parte di utenti, autorità di controllo e responsabili politici.

L'importanza della ricerca

I risultati dell'indagine dimostrano l'importanza dei risultati ottenuti dalla ricerca online rispetto ad altre modalità utilizzate per avere informazioni. Quando le persone vogliono informarsi, spesso consultano Internet. Quasi due terzi degli utenti dei sette paesi presi in esame hanno dichiarato di ricorrere almeno una volta al giorno a un motore di ricerca per cercare notizie online. Gli intervistati considerano i risultati delle loro ricerche accurati e affidabili tanto quanto altre fonti chiave, come i notiziari televisivi.

Quante volte le persone utilizzano un motore di ricerca per cercare notizie online?

Quasi due terzi delle persone usano un motore di ricerca più di una volta al giorno per cercare notizie online.

via The Conversation

In linea con i risultati generali, il motore di ricerca è il primo posto dove gli utenti di Internet cercano notizie di politica. Inoltre, gli utenti di Internet interessati alla politica (e che partecipano alle attività politiche online) sono tra coloro che più verosimilmente utilizzano un motore di ricerca come Bing o Google per trovare informazioni online.

Questi stessi utenti presumibilmente cercano notizie di politica attraverso anche altri media, attingendo a diverse fonti e avendo l'opportunità di imbattersi con molta facilità in differenti punti di vista.

Abbiamo riscontrato, inoltre, che le persone interessate e attive nella politica online hanno maggiori probabilità di effettuare un doppio controllo sulle informazioni su cui nutrono dubbi trovate su Internet e i social, attraverso la ricerca online di altre fonti in modo da far scoppiare le bolle e rompere le camere dell'eco.

Esperti di Internet oppure no?

Non sono soltanto le persone interessate alla politica ad adottare queste utili abitudini di ricerca delle informazioni: anche le persone che usano internet più spesso e hanno maggiore dimestichezza con la ricerca online si comportano allo stesso modo.

Questo fa sì che chi è interessato alla politica e ha maggiore consuetudine con le dinamiche dell'informazione on line sia meno esposto alle fake news e alle camere dell'eco. Da qui l'importanza dell'alfabetizzazione digitale.

In ogni caso, per la maggior parte delle persone, le ricerche su Internet sono cruciali per verificare l'affidabilità e la validità delle informazioni che apprendono online, dai social, dai media tradizionali o durante le conversazioni quotidiane. La nostra ricerca dimostra che questi utenti di Internet ritengono i motori di ricerca utili per verificare le notizie, scoprire nuove informazioni, capire le opinioni degli altri su vari argomenti, valutare le proprie e decidere come votare.

Differenze internazionali

Abbiamo scoperto che l'affidabilità e la fiducia in Internet e nella ricerca di informazioni da parte dei cittadini varia di paese in paese. Ad esempio, gli utenti di Internet in Germania e, in misura minore, quelli in Francia e nel Regno Unito, hanno più fiducia nell'informazione televisiva e radiofonica e sono più scettici nei confronti della ricerca e dell'informazione online. In Germania, le persone valutano l'affidabilità dei motori di ricerca in misura inferiore rispetto agli utenti di tutte le altre nazioni, con il 44% che ritiene i motori di ricerca affidabili, contro il 50-57 % degli altri sei paesi.

Affidabilità percepita dei risultati dei motori di ricerca

In Germania, i cittadini sono più scettici sull'affidabilità dei risultati dei motori di ricerca rispetto a quelli degli altri sei paesi che abbiamo esaminato. Solo il 44% dei tedeschi ritiene i risultati delle ricerche "per lo più affidabili" o "totalmente affidabili".

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via The Conversation

In Polonia, Italia e Spagna, le persone si fidano meno dei media tradizionali e sono più propense a ritenere affidabili Internet e la ricerca. Gli americani si trovano in una posizione intermedia. Esistono più differenze tra i paesi europei che tra l'Europa nel suo insieme e gli Stati Uniti. Gli utenti statunitensi si sono dimostrati più orientati a consultare varie fonti di informazione, tanto da essere definiti nell'indagine "onnivori dei media".

Chi usa Internet per l'informazione politica si affida generalmente a una varietà di fonti e mostra un sano scetticismo che spinge a cercare più fonti e verificare i fatti. Regolamentare Internet, come alcuni hanno proposto, potrebbe minare la fiducia esistente e introdurre nuovi dubbi sulla accuratezza e la parzialità nei risultati delle ricerche.

Il panico nei confronti di fake news, camere dell'eco e filtri bolla è eccessivo e non supportato dalle risposte fornite dagli utenti dei sette paesi coinvolti nell'analisi.

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