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I consigli di Facebook sulle fake news: perché sono inutili e dannosi

21 Aprile 2017 7 min lettura

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I consigli di Facebook sulle fake news: perché sono inutili e dannosi

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6 min lettura

di Angelo Romano e Andrea Zitelli

Il 12 aprile scorso Facebook (in collaborazione in Italia con la Fondazione Mondo Digitale) ha pubblicato 10 suggerimenti per individuare notizie false prima di condividerle:

1) Non ti fidare dei titoli: le notizie false spesso hanno titoli altisonanti scritti tutti in maiuscolo e con ampio uso di punti esclamativi. Se le affermazioni contenute in un titolo ti sembrano esagerate, probabilmente sono false.

2) Guarda bene l'URL: un URL fasullo o molto simile a quello di una fonte attendibile potrebbe indicare che la notizia è falsa. Molti siti di notizie false si fingono siti autentici effettuando cambiamenti minimi agli URL di questi siti. Puoi accedere al sito per confrontare l'URL con quello della fonte attendibile.

3) Fai ricerche sulla fonte: assicurati che la notizia sia scritta da una fonte di cui ti fidi e che ha la reputazione di essere attendibile. Se la notizia proviene da un'organizzazione che non conosci, controlla la sezione "Informazioni" della sua Pagina per scoprire di più.

4) Fai attenzione alla formattazione: su molti siti di notizie false, l'impaginazione è strana o il testo contiene errori di battitura. Se vedi che ha queste caratteristiche, leggi la notizia con prudenza.

5) Fai attenzione alle foto: le notizie false spesso contengono immagini e video ritoccati. A volte, le immagini potrebbero essere autentiche, ma prese fuori contesto. Puoi fare una ricerca dell'immagine o della foto per verificarne l'origine.

6) Controlla le date: le date degli avvenimenti contenuti nelle notizie false potrebbero essere errate e la loro cronologia potrebbe non avere senso.

7) Verifica le testimonianze: controlla le fonti dell'autore per assicurarti che siano attendibili. La mancanza di prove o il riferimento a esperti di cui non viene fatto il nome potrebbe indicare che la notizia è falsa.

8) Controlla se altre fonti hanno riportato la stessa notizia:
se gli stessi avvenimenti non vengono riportati da nessun'altra fonte, la notizia potrebbe essere falsa. Se la notizia viene proposta da fonti che ritieni attendibili, è più probabile che sia vera.

9) La notizia potrebbe essere uno scherzo:
a volte può essere difficile distinguere le notizie false da quelle satiriche o scritte per divertire. Controlla se la fonte è nota per le sue parodie e se i dettagli e il tono della notizia ne rivelano lo scopo umoristico.

10) Alcune notizie sono intenzionalmente false:
usa le tue capacità critiche quando leggi le notizie online e condividile solo se non hai dubbi sulla loro veridicità

Il giorno successivo, in un post su medium, Mike Caulfield – esperto di web literacy e direttore di Blended & Networked Learning alla Washington State University Vancouver negli Stati Uniti ha espresso dei dubbi sull’efficacia dei suggerimenti proposti dal social network americano: “i consigli di Facebook per distinguere le notizie false da quelle vere sul web sono dannosi per l’alfabetizzazione alle notizie”. L’approccio proposto da Facebook, prosegue infatti Caulfield, è quello della “checklist”: guarda l’articolo e appura se ha alcune caratteristiche “tipiche” di una notizia falsa, come la formattazione dell’impaginazione, l’URL (in inglese Uniform Resource Locator, cioè l’indirizzo di un sito web, si legge sul vocabolario Treccani), le testimonianze, le immagini e i video utilizzati, la data di pubblicazione.

Gli esperti di fact-checking, continua Caulfield, non vanno a controllare la pagina “Chi siamo” di un sito per verificare se una notizia è vera o artefatta, non si concentrano solamente sulla pagina che ha pubblicato una possibile fake news ma si servono delle “potenzialità della Rete per controllare le informazioni che girano sul web”. Il decalogo, ha scritto il giornalista Andrea Iannuzzi, commentando l'iniziativa di Facebook, sembra, infatti, "un tentativo di classificare l'informazione non sulla base dei contenuti ma dei contenitori, confondendo le condizioni necessarie con quelle sufficienti".

Il modello proposto dal social network americano – anche nelle sue diverse varianti – ha mostrato di fallire, principalmente per 4 ragioni:

1) Richiede troppo tempo. Immagina di vedere scorrere sul tuo feed un titolo o una storia e poi di applicare i 10 suggerimenti proposti da Facebook: quanto tempo ci vuole? Riesci a farlo per ogni storia che intendi condividere? Lo farai sempre?

2) Riguarda caratteristiche superficiali. Verificare immagini, date di pubblicazione, l’ortografia non è più sufficiente. Le fake news migliorano ogni giorno come i siti che diffondono notizie accertate.

3) Riguarda le fake news ma non le opinioni. L’approccio di Facebook non riguarda le opinioni o le notizie infondate o tendenziose, come ad esempio “importanti scienziati dicono che il riscaldamento globale non è reale”.

4) Non sembra calato nella Rete. Si tratta di un approccio che richiede tempi e modi di informarsi off line, un metodo di verifica che presuppone che il web sia come un libro stampato o un “giardino recintato di contenuti digitali a pagamento”.

Che senso ha, continua inoltre Caulfield, suggerire di controllare l’URL per verificare se sia fasullo (o molto simile a quello di una fonte attendibile) se il primo soggetto a non evidenziare in modo evidente l’URL è proprio Facebook?

via Mike Caulfield.

A queste critiche, si aggiungono quelle di Jesse Singal su Nymag.com. Nelle linee guida di Facebook si legge ad esempio che “le notizie false spesso hanno titoli altisonanti, scritti tutti in maiuscolo e con un ampio uso di punti esclamativi” e così se le affermazioni contenute in un titolo sembrano esagerate a un lettore, “probabilmente sono false”. Ma, si domanda Singal, come si definisce un’affermazione “scioccante” o “altisonante”? “Uno dei problemi centrali delle fake news è che la propria posizione politica rende i lettori non in grado di valutarne con cura la credibilità. Una persona che è stata indotta a credere che Hillary Clinton è una criminale, corrotta e senza scrupoli, per esempio, non riterrà inverosimile l’affermazione che lei abbia fatto uccidere un agente dell’FBI”.

via Mike Caulfield.

Ancora, quando si parla di URL le linee guida di Facebook affermano: “un URL fasullo o molto simile a quello di una fonte attendibile potrebbe indicare che la notizia è falsa. Molti siti di notizie false si fingono autentici effettuando cambiamenti minimi agli URL. Puoi accedere al sito per confrontare l'URL con quello della fonte attendibile”. Per Singal il problema è che a meno che un lettore non sia già in possesso di un livello piuttosto elevato di alfabetizzazione al digitale, “è probabile che non abbia una base di conoscenze necessarie per distinguere un URL falso da uno reale”.

Il social network nel suo decalogo suggerisce poi di assicurarsi “che la notizia sia scritta da una fonte di cui ti fidi e che ha la reputazione di essere attendibile”, mentre se proviene da una che non si conosce, è utile controllare “la sezione "Informazioni" della sua Pagina per scoprire di più”. Per il giornalista però molte persone si fidano ad esempio di siti come Breitbart (un sito americano di estrema destra fondato nel 2007) e se una persona controlla la sezione “chi siamo” del sito può pensare “Bene, qui leggo che questa organizzazione si dedica a svelare la cospirazione criminale della Clinton Foundation. Sembra ottimo!”.

Insomma, conclude Singal, anche se l’elenco di Facebook contiene alcuni consigli utili, con questo decalogo emerge più che altro l’incapacità delle élite della tecnologia di capire che le loro capacità di lettura e abitudine di pensiero critico sono molto differenti da quelle del pubblico di tutti i giorni.

Alcuni brevi suggerimenti per verificare le notizie

Per poter verificare le notizie, scrive sempre Caulfield in un altro articolo sempre su Medium, si dovrebbe procedere in modo opposto rispetto all’approccio proposto da Facebook: interrogare prima il web e poi armarsi di pala e scavare all’interno dell’articolo ritenuto inattendibile. II web è aperto e il modo più efficace per verificare l’attendibilità e la credibilità di quel che circola è conoscere e usare i meccanismi e gli strumenti che la Rete utilizza: i motori di ricerca, il filo dei link interconnessi tra di loro, come le pagine e le notizie rilevanti vengono classificate e indicizzate, ad esempio da Google.

Prima che di una alfabetizzazione alle notizie, ci sarebbe bisogno di una educazione all’uso del web, che inizia con il web e con gli strumenti che mette a disposizione per poter controllare le informazioni che circolano, che sono spesso verosimili (e non oggettivamente false), “più di una finzione, meno di un fatto”.

Nel suo libro Web Literacy for Student Fact-Checkers, lo studioso suggerisce una strategia suddivisa in quattro fasi intermedie, in sequenza, per verificare un’affermazione che potrebbe non essere vera al 100% ed evitare di perdere tempo dietro fonti intermedie insignificanti (verificando le caratteristiche e il “chi siamo” di un sito che poi si scoprirà essere cospirazionista o propagatore di bufale):

1) Fai un controllo sul lavoro pregresso. Accertati se qualcun altro abbia già verificato l’affermazione o se abbia preparato una sintesi dei risultati. Ad esempio, controllando su siti specializzati nel fact-checking, che si occupano cioè di verificare affermazioni o notizie.

2) Risali alla fonte. Se nessuno ha verificato l’affermazione, allora è necessario andare alla fonte originale per capirne l’attendibilità.

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3) Leggi lateralmente. Una volta che hai trovato la fonte, leggi cosa dicono altri articoli al riguardo (ad esempio sull’autore, sulla pubblicazione, ecc).

4) Ricomincia da capo. Se ti sei perso – la fonte non è degna di fiducia o emergono questioni complesse – fai retromarcia e ricomincia da quello che sai ora. Probabilmente seguirai un percorso più informato.

A questo processo di verifica, l’esperto di web literacy aggiunge anche un ulteriore consiglio: “controlla le tue emozioni”: quando una di queste, particolarmente forte – come la felicità, la rabbia o la voglia di vendetta – , ti spinge a condividere con altri un “fatto”, bisogna fermarsi perché non si è nello stato mentale adatto a verificare le notizie.

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