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Letta Gelmini e il fact-checking del fact-checking: avevano torto tutti

2 Maggio 2011 9 min lettura

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Letta Gelmini e il fact-checking del fact-checking: avevano torto tutti

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Le statistiche possono giocare brutti scherzi. Possono essere inganni intenzionali, possono essere usate per sostenere congetture e rafforzare il proprio autocompiacimento, possono generare (ed essere il risultato di) confusione. Sono tutti, questi, gli ingredienti del piatto che hanno preparato Gelmini e Letta durante la trasmissione Ballarò del 19 aprile e che hanno poi continuato a condire alcuni blogger nel tentativo di smascherare il disinvolto uso dei dati del vicepresidente del Pd e di mettere in risalto l’insipienza del ministro dell’Istruzione e dell’Università. Eppure, come vedremo, anche nei tentativi di fact checking di questi blogger c’è un uso confuso delle statistiche che genera ulteriore confusione in chi legge, c’è autocompiacimento, ci sono congetture ostentate come verità.

Ma andiamo con ordine. L’antefatto. Quello che molti già sanno. Il 19 aprile scorso, nel corso di Ballarò,  l’on. Enrico Letta incalza il ministro Gelmini e le chiede conto di ulteriori tagli alla scuola previsti nel nuovo DEF (Documento di Economia e Finanza), da pochi giorni approvato dal Consiglio dei Ministri e presentato da Tremonti a Bruxelles: ulteriori tagli alla scuola per 4,5 miliardi l’anno dal 2012 al 2014, per un totale di 13,5 miliardi, sostiene Letta, sventolando il documento di finanzia pubblica. La Gelmini non riesce a difendersi, dice che Tremonti l’avrebbe avvisata di eventuali tagli al suo dicastero e che, quindi, quanto sostiene l’esponente del PD sia inconsistente. Alle sue spalle, alcuni suoi collaboratori si agitano per suggerire al ministro che non si tratta di tagli, ma di riduzione di spesa, ovvero non viene tagliato il capitolo di spesa per il personale della scuola, vengono “solo” ridotti i fondi ad esso destinati. Come? Riorganizzando (riducendo) il personale di scuola e università (nel corso della trasmissione Cota e Gelmini parlano di bidelli e delle cooperative esterne che si occupano della pulizia degli edifici scolastici). Sfumature.

Chi aveva ragione? Letta e i 13 miliardi e mezzo di tagli? La Gelmini e la riduzione di spesa?

Due blogger, Pietro Cambi e Jonkind, due giorni dopo la trasmissione, pubblicano due post che recitano più o meno in questo modo: attenzione, abbiamo sottoposto le affermazioni di Letta alla prova dei fatti e ci siamo accorti che, senza saperlo, il ministro Gelmini aveva ragione. Bene, pensiamo, un esempio, di fact checking. E, invece, andando nelle pieghe delle loro analisi, ci accorgiamo che le statistiche hanno giocato loro un tranello.

A cavallo tra il 20 e il 21 aprile, sul blog Crisis, il geologo Pietro Cambi pubblica un post dal titolo: “Dilettanti allo sbaraglio: Gelmini e Letta.” Dilettante Gelmini, dilettante Letta, secondo Pietro Cambi. L’una incapace di smontare le affermazioni di Letta, secondo il quale il nuovo DEF prevede ulteriori tagli a scuola e università (pari a poco più di 4561 milioni di euro l’anno per il triennio 2012-2014) rispetto a quelli già previsti dal Decreto Legge 112 del 2008 approvato dal Governo Berlusconi, l’altro non in grado di leggere correttamente il documento di Programmazione Economica.

Seguendo la tesi di Cambi, Letta sbaglia due volte: 1) i tagli o riduzioni di spesa non riguarderebbero la sola scuola, ma sarebbero relativi all’intero settore pubblico; 2) i 4561 milioni di euro di tagli previsti per gli anni 2012, 2013 e 2014 non sarebbero fondi risparmiati per ciascun anno, ma sarebbero cumulativi e costituirebbero il risparmio complessivo realizzato a partire dal 2008. In altre parole, Cambi sta tentando di spiegarci che non è vero, come sostiene Letta, che in tre anni lo Stato taglierà 4561 milioni d’euro l’anno per un totale di 13,5 miliardi di euro, ma che lo Stato prevede di risparmiare 1293 milioni di euro nel 2009, 2809 milioni nel 2010 (e, dunque, ulteriori 1516 milioni di euro), 3911 milioni nel 2011 (altri 1002 milioni rispetto all’anno precedente), 4561 milioni a partire dal 2012 (650 milioni di euro in più rispetto al 2011). Secondo l’argomentazione di Cambi, dal 2008 al 2012 lo Stato avrà risparmiato in totale 4561 milioni di euro. Pressapochista Letta nel leggere le tabelle, pressapochista la Gelmini nel non saper replicare e nell’ignorare la materia del contendere. Cambi chiude il post auspicandosi che qualcuno possa “sbugiardarlo”. E noi ci proviamo. La sua interpretazione della tabella, mostrata da Enrico Letta in trasmissione e presente nel DEF, che mette in bella mostra i tagli previsti nel PNR (Piano Nazionale delle Riforme), lascia più di un dubbio che le cifre riportate al suo interno (Tavola III.7: Impatto finanziario delle misure del PNR) non aiutano a sciogliere:

hanno tutti torto 1(Fonte: Documento di Economia e Finanza 2011, Sezione I: Programma di stabilità dell’Italia, p. 30)

Nel caso in cui la tesi di Cambi sia corretta, perché alla voce “minori spese” per il 2013 e 2014 non c’è uno 0 piuttosto che la reiterazione dei 4561 milioni di euro? E per quale motivo le voci relative alle spese sostenute (“maggiori spese”) vanno lette anno per anno e quelle relative alla riduzione di sovvenzionamenti statali (“minori spese”) sono, invece, cumulabili e non indicano un incremento annuale dei tagli? Sbaglia Cambi, inoltre, quando associa all’intero settore pubblico - e non solo alla scuola - i tagli previsti a partire dal 2012. A pagina 32 del DEF, poche righe dopo la tabella da lui abilmente citata, si legge infatti che «dalle riorganizzazioni della scuola e dell’università si attendono risparmi di spesa, al netto del Fondo di cui all’articolo 64, comma 9, del D.L. n.112 del 2008: in particolare nelle relazioni tecniche alla L. n. 244 del 2007 (commi 411 e 412) e al D.L. n.112 del 2008 (art. 64, comma 6) sono previste economie di spesa per il personale pari a oltre 1.293 milioni per il 2009, 2.809 milioni nel 2010, 3.911 nel 2011 e 4.561 milioni a decorrere dal 2012. Per l’università, a parte gli oneri previsti dalla Legge delega n. 240/2010 (27,5 milioni per il 2011, 96,5 per il 2012 e 176,5 a decorrere dal 2013), eventuali economie di spesa verranno valutate nell’ambito dei decreti attuativi della riforma.»

I risparmi (nel testo: economie di spesa) attesi dal Governo non riguardano l’intero settore pubblico, ma fanno riferimento direttamente alla spesa per il personale di scuola e università, dai cui tagli ci si aspetta fondi pari a 1293 milioni di euro per il 2009 fino agli ormai famosi 4561 milioni di euro a decorrere dal 2012.

Nella mattina del 21 aprile, sul suo blog Jonkind pubblica un post dal titolo: “Aveva ragione la Gelmini (ma non lo sapeva)”, in serata poi rilanciato dal sito “Ilpost.it” quale esempio di fact checking. Nel lanciare il pezzo, sul sito si legge: «Martedì sera, durante la puntata di Ballarò, il vicesegretario del PD, Enrico Letta, e il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini hanno molto battibeccato a proposito di un documento programmatico di finanza pubblica presentato da Tremonti a Bruxelles. Letta, in sostanza, accusava il ministro Gelmini di avere avallato nuovi tagli ai fondi destinati all’istruzione. Il video ha circolato molto, e al di là dell’opinione che ciascuno di noi può farsi della preparazione del ministro Gelmini, a dare un’occhiata ai dati tra lei e Letta sembra avesse ragione lei. Lo spiega bene questo post dal blog Jonkind.»Nel suo post Jonkind dimostra, decreti legge e finanziarie alla mano, come i conti di Letta fossero sbagliati e, suo malgrado, la Gelmini avesse ragione. Non solo il DEF non indicherebbe ulteriori riduzioni di spesa in più rispetto a quelle già previsti negli anni passati dalla finanziaria 2008 varata dal Governo Prodi e dal decreto legge n. 112 del 2008 approvato dal Governo Berlusconi, ma segnerebbe un’inversione di tendenza e una leggera riduzione dei tagli.

«Nei capitoli scuola e università, come spiegato nella tabella sottostante (quella sventolata da Enrico Letta in trasmissione) ci sarebbero le cifre dello scandalo dell’assalto/complotto berlusconiano-gelminiano alla scuola per gli anni 2012, 2013 e 2014: *nuovi e imprevisti ulteriori tagli* per 4/ 4,5/ 4,5 miliardi di euro complessivi in 3 anni, che si aggiungerebbero ai tagli già fatti. Allarmi! Allarmi! Ma…come si dovrebbero fare questi tagli? In realtà se leggiamo bene la tabella (sotto)…

hanno tutti torto 2

...ci accorgiamo per prima cosa che Letta non sa contare, perché somma tutte le cifre in colonna del capitolo “Innovazione e Capitale Umano”, invece di detrarre le maggiori spese dalle minori spese, per cui la progressione vera di minori spese per l’intero capitolo nel triennio 2012-2014 sarebbe: 2,33/2,28/2,28 (taccio dei 370 milioni non ripartibili).»

Dalla descrizione delle singole voci della tabella, Jonkind evince che: Enrico Letta commette un errore grossolano sommando anno per anno cifre che, invece, a suo dire, andrebbero sottratte (per fare un esempio, Letta somma, invece di sottrarre, i 3188 euro dei tagli previsti agli 822 relativi alle maggiori spese e i 224 delle minori entrate preventivati per l’anno 2012 fino ad arrivare a un totale di 4 miliardi di euro); sottraendo le spese che si sosterranno dalle minori spese previste per la scuola e l’università si registra addirittura un calo della riduzione di finanziamento. A differenza di Pietro Cambi, Jonkind dimostra, però, di aver letto il paragrafo “Innovazione e Capitale Umano” in calce alla tabella III.7. E dalla lettura del testo egli può dedurre che le riduzioni di spesa per la scuola indicate nel DEF fanno propri i tagli già previsti nella Finanziaria del 2008 del Governo Prodi (commi 411 e 412 della L. n. 244 del 27 dicembre 2007) e nel Decreto Legge n. 112 approvato dal Governo Berlusconi il 25 giugno 2008 e convertito nella L. 133 il 6 agosto dello stesso anno.

Quindi, conclude Jonkind, «Tremonti fino al 2011 somma tagli prodiani a tagli berlusconiani/gelminiani mentre a partire dal 2012 si tratta solamente degli effetti del decreto 112 del 25 maggio 2008 convertito in legge 133 del 6 agosto 2008. In ogni caso quanto dice Letta è sbagliato. È sbagliato nella forma (i numeri che dà non tengono conto delle cifre nette ma lorde) ma anche nella sostanza, perché dimostra di non sapere (o finge di non sapere) che i tagli dal 2012 in avanti sono già state previsti e approvati dal Parlamento nell’estate del 2008 e che quindi non stanno covando ulteriori complotti del governo sull’argomento scuola.»

Alla prova dei fatti, però, il castello di Jonkind cade sin dalle fondamenta, perché è errata la tabella su cui fonda tutta la sua argomentazione. E quanto egli scrive è sbagliato nei numeri e nella sostanza. Come si può osservare nelle foto sottostanti, la tabella mostrata da Letta a Ballarò è diversa da quella utilizzata da Jonkind ed è identica a quella presente nel DEF. Anzi, nel Documento di Programmazione Economica e Finanziaria, comodamente consultabile on line all’indirizzo http://www.mef.gov.it/documenti/open.asp?idd=26708 , né altrove, della tabella di Jonkind non v’è traccia.

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hanno tutti torto 4
hanno tutti torto 5(Fonte: Documento di Economia e Finanza 2011, Sezione I: Programma di stabilità dell’Italia, p. 30)

Letta non sbaglia, dunque, nell’affermare che, a partire dal 2012, sono previsti tagli (riduzioni di spesa, ovvero di sovvenzionamenti statali alla scuola) di 4,5 miliardi di euro l’anno. E non sbaglia a sommare cifre che, invece, andrebbero sottratte, come sostiene Jonkind, per il semplice motivo che ogni voce presente è irriducibile l’un l’altra. Sono voci che fanno riferimento a capitoli di spesa differenti e che non possono essere né sommati né sottratti tra di loro.

Nelle pagine successive alla tabella, al paragrafo “Innovazione e capitale umano”, pagine 32 e 33, si legge, infatti, che le “maggiori spese” riguardano in particolar modo investimenti di 1435 milioni di euro per il periodo 2009 - 2011 e di 405 milioni per il triennio 2012 - 2014 (Leggi Finanziarie 2006 e 2008) per i progetti del Ministero della Difesa Fregate FREMM e Medium Armoured Vehicles; che le “minori spese non ripartibili” riguardano i 370 milioni di euro destinati al completamento del “Piano banda larga” per il periodo 2011 - 2015; che le “minori spese” sono il risultato degli incentivi anti-crisi (D. L. n. 78/2009) agli investimenti in macchinari, con minore entrate stimate in 1833 milioni di euro per il 2010, 2390 milioni per il 2011 e 224 milioni per il 2012. Tutti capitoli di spesa che non possono essere associati a quello relativo alla scuola.

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