Post

Come è nata la mobilitazione a sostegno di Marino: contro la politica, contro i media

12 Ottobre 2015 5 min lettura

author:

Come è nata la mobilitazione a sostegno di Marino: contro la politica, contro i media

Iscriviti alla nostra Newsletter

4 min lettura

Ieri ho trascorso la giornata "disconnessa". E così stamattina scorrendo un po' i miei feed social (la mia "preghiera del mattino") mi sono resa conto che la mobilitazione di ieri a sostegno di Ignazio Marino aveva qualcosa di speciale che valeva la pena osservare e studiare con più attenzione.

Così ho chiesto sulla mia bacheca aiuto per ricostruire come è nata la mobilitazione e soprattutto provare a capire se siamo davanti a qualcosa di "nuovo". In pochi minuti grazie al contributo di diverse persone che generosamente hanno condiviso con me le loro informazioni e le loro fonti, sono riuscita a farmi un'idea di quello che è successo.

La manifestazione di ieri a sostegno di Marino a Roma da chi è stata organizzata? E soprattutto mi preme sapere: è stata...

Posted by Arianna Ciccone on Lunedì 12 ottobre 2015

E secondo me vale la pena approfondire e parlarne: tra gruppi ed eventi organizzati su Facebook, petizioni su Change.org che in poche ore raggiungono quasi le 50.000 firme e eventi in piazza, quello che a mio avviso certifica la novità sono alcuni fattori sostanziali:

1) la mobilitazione spontanea di parte della società civile organizzata attraverso i social
2) la totale disintermediazione giornalistica (anzi in un contesto di totale sfiducia fino al disprezzo per come alcuni media hanno coperto la vicenda Marino in questi giorni)
3) una partecipazione di piazza considerevole a sostegno dell'(ex) sindaco di Roma e contro "politica" e "giornali".

Dalle risposte che ho ricevuto, una mi ha colpito particolarmente: Roberto mi dice «Io e altri amici stavamo solo aspettando l'occasione per manifestare il nostro sostegno a Marino e così abbiamo tenuto d'occhio i social...».

Tutto a quanto pare è partito da un evento organizzato su Facebook che ha lanciato la mobilitazione. Questa volta a dettare l'agenda "sociale e mediatica" non sono i giornali o i sindacati o i partiti. Ma persone comuni, in poche ore e in meno di una giornata tanti cittadini si sono organizzati. Come ha documentato anche Diego Bianchi ieri sera a Gazebo, intervistando una delle ragazze che ha deciso di lanciare la mobilitazione, documentando la partecipazione in piazza. [video al minuto 17.20]

La pagina evento è questa "basta guardare MOVEMOSE" e l'hashtag che ha convogliato le conversazioni social sull'evento e sulla vicenda è #movemose. Devo dire che la risposta mi ha colpita. In un clima di fondamentale depressione e sfiducia, questa mobilitazione dal basso che dai social si è poi riversata nella piazza è sorprendente.

movemose_marino

Sulla pagina dell'evento si legge questo:

Perché Marino tante cose le ha sbagliate e tante non le ha capite, ma la politica di infangamento nei suoi confronti è ancora più grave. È politicamente grave. Sa di marcio, di affari sporchi, di speculazioni, dei soliti che ci macinano e dei soliti che ne pagano le conseguenze.

Perché a noi di lasciare Roma ai fascisti e ai clan mafiosi proprio non ci va.

Perché le ondate di oscurantismo intransigente, di estremismo violento sono già iniziate.

Perché essere indignati, scandalizzati e non fare nulla è da perbenisti e qualunquisti, è da quelli che Roma fa schifo perché le buche sotto casa mia non le hanno aggiustate mica e le cacche dei cani a me fa un po’ senso raccoglierle anche se i cani sono i miei.

Perché i primi colpevoli sono quelli che pensano che questa sia la soluzione migliore. Una situazione che getta la città in mano agli sciacalli e ai vandali della politica.
Perché Mamma Roma Addio è una canzone d’amore triste e certe cose si possono cambiare, proprio ora. Più ora che prima.

Perché da Roma c’è chi se ne va perché è vero che fa schifo nella sua eterna bellezza, ma c’è anche chi ci torna e chi ci arriva e tocca fare qualcosa per viverla e rianimarla dal coma e qualcosa già si fa, ma non basta.
Perché se ci contiamo siamo tanti e se ci muoviamo contiamo ancora di più!

A sostegno di una politica che continui il lavoro di denuncia delle mafie e di affrancamento delle istituzioni da queste; per una politica che riconosca e continui le cose buone iniziate da Marino senza commetterne gli stessi errori.

Contiamoci e poi incontriamoci domenica 11.10.2015 ore 12,00 a Piazza del Campidoglio

BASTA GUARDARE, BASTA CON I LIKE
MOVEMOSE

 

Basta guardare, basta like. E i like in effetti si sono trasformati in presenza fisica e protesta di piazza (dai social e attraverso i social alla piazza). Colpisce non solo la partecipazione, ma anche la spinta: l'appoggio a una singola persona – come ha giustamente osservato Maria Pia De Noia nella conversazione sulla mia bacheca – contro la politica (PD soprattutto) e contro gli stessi giornalisti che vengono contestati durante la manifestazione, al grido "Fuori, fuori certi i giornalisti".

C'è qualcosa di nuovo in quello che è successo ieri, perché ripeto è nato realmente dal basso e senza nessun appoggio politico-mediatico. No, non fatemi l'esempio del Popolo viola perché in quel caso ad organizzare c'era un gruppo che ha avuto sin dall'inizio, al di là dello "storytelling", appoggi e politici e mediatici e no, non regge nemmeno il paragone con il Movimento 5 Stelle nato comunque sotto la spinta di una figura, come quella di Grillo, fortemente mainstream (un comico famoso che mette a disposizione il suo nome e la sua fama per il movimento).
Qui ci sono persone comuni, sconosciute, che si mobilitano usando i mezzi a disposizione dei social. In un contesto ripeto di grande scollamento tra cittadini e politica e depressione "partecipativa", con i giornali "contro" il sindaco di Roma, una manifestazione organizzata in poche ore solo attraverso i social (non ci sono partiti né sindacati né giornali) porta tantissime persone in piazza.

È qualcosa di cui la politica dovrebbe tenere conto. La politica oggi dovrebbe mettersi in ascolto. E così chi si occupa di giornalismo. In un paese normale.

Il coro "fuori i giornalisti" in questo video fa abbastanza impressione.

Segnala un errore