Fuori da qui Post

Algeria, marea umana contro Bouteflika: studenti, avvocati e donne in piazza. L’esercito vicino al popolo

11 Marzo 2019 8 min lettura

author:

Algeria, marea umana contro Bouteflika: studenti, avvocati e donne in piazza. L’esercito vicino al popolo

Iscriviti alla nostra Newsletter

7 min lettura

di Marco Cesario

Algeria: il 4 luglio le elezioni presidenziali

Aggiornamento 11 aprile 2019: L'agenzia di stampa ufficiale algerina ha comunicato che le elezioni presidenziali in Algeria si terranno il prossimo 4 luglio.

Dopo l'annuncio, ci sono state nuove proteste ad Algeri. I manifestanti hanno chiesto le dimissioni del presidente ad interim Abdelkader Bensalah perché ritenuto vicino all'ex presidente Abdelaziz Bouteflika.


Bouteflika ha annunciato le sue dimissioni ma le proteste non si fermano

Aggiornamento 2 aprile 2019: Il presidente dell’Algeria, Abdel Aziz Bouteflika ha annunciato le sue dimissioni entro il 28 aprile garantendo che "le istituzioni statali continuino a funzionare durante il periodo di transizione". Martedì scorso, il capo dell’esercito algerino Gaid Salah aveva chiesto l'applicazione dell'articolo 102 della Costituzione algerina, secondo il quale un presidente in carica può essere rimosso in caso di "impedimento fisico all’esercizio delle proprie funzioni". La richiesta di Salah (considerata una delle figure che per anni hanno di fatto governato in Algeria) – appoggiata da diversi ex sostenitori di Bouteflika, ma non dall'opposizione che aveva rifiutato di appoggiare un'iniziativa dell'esercito – era stata interpretata quasi come un colpo di Stato. Il 31 marzo la televisione algerina aveva annunciato che Bouteflika e il primo ministro Noureddine Bedoui avevano nominato un nuovo governo che rimanesse in carica durante il periodo di transizione.

Nonostante le dimissioni del presidente algerino, gli studenti hanno dichiarato che le proteste non si fermeranno. «Lo stesso regime, che ha governato l'Algeria dal 1962 rimarrà se non continueremo a protestare. Non ci bastano solo le dimissioni di Bouteflika, vogliamo la nascita di un nuovo sistema politico», ha dichiarato ad Al Jazeera Mohamed, membro di un'unione studentesca di Algeri. Per Amina, studentessa universitaria alla Algiers School of Architecture, l'ultimo annuncio di Bouteflika è «un primo passo, ma questo non è il nostro obiettivo finale. Non avremo un successo se Bouteflika si dimette mentre la vecchia guardia rimane dopo il 28 aprile. Devono andare via tutti, ora più che mai, dobbiamo restare uniti e dimostrare pacificamente contro il regime».

...

Aggiornamento 12 marzo 2019: Abdel Aziz Bouteflika, ha rivolto un messaggio alla nazione nel quale ha annunciato il rinvio delle elezioni presidenziali, previste il 18 aprile, e la sua decisione di non ambire a un quinto mandato, secondo quanto riportato dal sito dell'agenzia algerina Aps. Bouteflika ha indicato anche un nuovo governo "formato da competenti personalità", aggiunge l'agenzia. Bouteflika ha nominato Noureddine Bedoui premier algerino accogliendo le dimissioni di Ahmed Ouyahia, ricoverato in ospedale secondo i media.


La contestazione a Bouteflika non si ferma. Ora in piazza scendono anche donne, studenti, medici, avvocati e diverse categorie di lavoratori mentre si annunciano mobilitazioni anche nelle università. Ieri poi  si è registrata l’importante apertura del capo di stato maggiore dell’esercito algerino, il generale Ahmed Gaid Salah, che ha dichiarato: “L’esercito ed il popolo condividono la stessa visione per il futuro del paese”, “sono partner in un solo destino".

A differenza di quanto accaduto nelle prime settimane, dove il giro di vite contro i media ha permesso all’establishment di oscurare la protesta, questa volta il governo non ha potuto mettere il bavaglio all’impressionante mobilitazione dell’8 marzo, la più imponente da quando è iniziata la contestazione il 22 Febbraio scorso. Si parla di milioni di persone scese in piazza in tutto il paese.

Leggi anche >> Algeria: manifestazioni in tutto il paese. Anche i giornalisti in piazza contro la censura

Strade e piazze delle maggiori città d’Algeria si sono riempite di folle che hanno manifestato pacificamente al grido di “l’Algeria è una repubblica non una monarchia!”. Ad Algeri a fine corteo ci sono stati scontri tra gruppi di giovani casseurs e polizia che ha disperso i manifestanti. Secondo il ministero degli interni algerino ci sono stati 195 arresti tra i manifestanti ed oltre 100 feriti tra le forze dell’ordine. Sabato mattina il Ministero della Cultura ha fatto sapere in un comunicato che il Museo Nazionale di Antichità e Arti Islamiche di Algeri, uno dei musei più prestigiosi di tutta l’Africa (fu inaugurato nel 1897 durante il periodo di colonizzazione e copre 2.500 anni di storia dell'arte in Algeria), è stato saccheggiato. Secondo il ministero, "criminali" avrebbero approfittato della marea umana che ha invaso pacificamente le strade del centro di Algeri per entrare nel museo e saccheggiare, rubare oggetti e bruciare documenti preziosi.

L’appello di scienziati, accademici e imprenditori algerini all’estero

Dall’estero decine di accademici e personalità del mondo intellettuale della diaspora algerina  hanno solidarizzato con le proteste di piazza: 52 scienziati, ingegneri e imprenditori algerini residenti negli Stati Uniti e Canada hanno pubblicato un manifesto sul sito Casbah Tribune:  “Esprimiamo piena solidarietà e sostegno inequivocabile - si legge nel manifesto - ai nostri concittadini algerini che protestano pacificamente contro il quinto mandato del presidente Abdelaziz Bouteflika e contro il sistema politico in atto che ha causato e generato la situazione catastrofica che il paese sta vivendo attualmente. Sosteniamo il loro appello per la creazione di un'Algeria libera e democratica. Questi manifestanti stanno attualmente scrivendo una nuova, orgogliosa ed eroica pagina nella storia del nostro paese”.

Per tutta risposta il governo algerino ha continuato ad agitare lo spauracchio del caos nel malcelato tentativo di intimorire la piazza ed ha puntato il dito contro fantomatici nemici che sarebbero al lavoro per "cospirare contro l’Algeria”.  La paura di un’implicazione dell’esercito per sedare la rivolta serpeggia sempre tra i manifestanti (le repressioni di cui si è macchiato nel decennio nero sono nella memoria di tutto il paese) ma per ora esercito e forze dell’ordine non si schierano contro la popolazione anzi si registrano le prime defezioni eccellenti.

Defezioni eccellenti nel campo di Bouteflika

La prima è quella delle associazioni di veterani che si sono dissociate dall’establishment presidenziale. Bouteflika è lui stesso un veterano della guerra d'Algeria, ora però il presidente algerino ha perso il sostegno delle tre principali associazioni di veterani della guerra d'indipendenza che hanno deciso di appoggiare la sollevazione popolare. Giovedì 7 marzo, una dichiarazione firmata da Organisation nationale des enfants de chouhadas (ONEC), ex combattenti della guerra d'indipendenza d’Algeria, ha annunciato il sostegno al movimento popolare e contro il quinto mandato. Il supporto ai manifestanti arriva dopo la defezione della potente Organizzazione Nazionale dei Mujahideen (ONM, che riunisce i veterani della guerra d'indipendenza), un altro tradizionale alleato di Abdelaziz Bouteflika. In un comunicato, l'ONM si è dissociata dall’operato del governo algerino denunciando istituzioni "non all'altezza delle aspirazioni del popolo". Infine, mercoledì 6 marzo, anche l'associazione di ex allievi del MALG (i servizi segreti dell'Esercito nazionale di liberazione) ha ritirato il suo sostegno alla candidatura del presidente della repubblica. In una dichiarazione firmata dal suo presidente, l'ex ministro degli Interni Dahou Ould Kablia, il MALG ha accolto con favore lo "slancio irresistibile" e la "volontà espressa" dei manifestanti e ha denunciato "manovre" per "perpetuare un sistema che ha raggiunto i suoi limiti e rischia di portare il paese ai pericoli più gravi".

Donne, studenti, avvocati in piazza

Con in mano rose bianche o rosse, migliaia di donne sono scese in piazza fondendo le istanze dell’8 Marzo e dei diritti delle donne con quelle dei manifestanti che vogliono costruire un paese libero e nuovo. Ad Algeri, tra le centinaia di migliaia di uomini che hanno sommerso le strade della capitale, sono scese in piazza donne di tutte le età, classi e generazioni, in numero molto maggiore rispetto alle due settimane precedenti.

Giovedì scorso era stato il turno degli studenti a mettere pressione al governo. In vista ci sono nuovi scioperi in diverse università come ha riportato Zahra Rahmouni, giornalista algerina indipendente. Insegnanti e studenti di diverse università di tutto il paese sono infatti in sciopero da diversi giorni e altri dovrebbero unirsi a loro prossimamente. Di fronte a una mobilitazione studentesca di ampia portata il governo ha deciso però di anticipare le vacanze e prolungarle, costringendo molti studenti a lasciare i campus. Secondo Khaled Drareni, giornalista algerino e fondatore di Casbah Tribune, la decisione di anticipare le vacanze di primavera e di prolungarle sarebbe un escamotage del governo per svuotare le città dei suoi studenti e potenziali manifestanti (ce ne sarebbero oltre 1,5 milioni in tutta l’Algeria). Intanto anche gli avvocati scendono in piazza. Un migliaio di loro si sono riuniti davanti al Consiglio costituzionale denunciando lo stato di salute precario dell'attuale capo di stato algerino, considerandolo inabile per un quinto mandato.

La stampa algerina omaggia i manifestanti

Per il quotidiano El-Watan, questo 8 marzo 2019 è stata “una festa per libertà” e il popolo algerino è “un popolo favoloso”. Il principale quotidiano algerino ha dedicato ben 12 pagine al terzo venerdì successivo di protesta, segnato da una gigantesca mobilitazione in tutto il paese. Si sta scrivendo un nuovo romanzo nazionale", scrive il quotidiano "centinaia di migliaia, anche più di un milione di manifestanti, occupano il centro della capitale. Algeri sta vivendo un momento storico”.

Il quotidiano Le Soir d’Algérie ha invece omaggiato le donne scese in piazza con i manifestanti. “Questa manifestazione - scrive il quotidiano - segna una netta rottura tra governo e popolo e l'inizio di una nuova era per il paese in cui nulla sarà più come prima”.

Il sito Tout sul l’Algérie si focalizza invece sugli slogan dei manifestanti “che hanno gareggiato in immaginazione e nel comportamento, facendo di questo nuovo giorno un esempio di mobilitazione pacifica ammirata in tutto il mondo”. L’immagine del vecchio presidente brandito come un fantoccio da un’oligarchia politico-militare al potere da venti anni cozza oramai con la realtà di un paese giovane, che vuole guardare avanti. L’onda dirompente di questa gioventù ha già cambiato definitivamente la storia d’Algeria.

Foto in anteprima via Ansa

Segnala un errore